Il Malawi ha fame e sete: stato di emergenza per la siccità provocata da El Niño.
Lisa Vagnozzi, Greenme,
20 Aprile 2016
Mesi
di siccità e di inondazioni causati da El Niño, con il
conseguente crollo della
produzione agricola locale,
hanno spinto il presidente del Malawi
a dichiarare lo stato di
emergenza in tutto il
paese africano.
Un caso non isolato: nelle ultime settimane, la
situazione si è fatta piuttosto critica in tutta l’Africa
sud-orientale, con milioni
di persone che rischiano la fame.
Un disastro umanitario annunciato, che si sta consumando nel silenzio
pressoché totale dei media occidentali.
Non
molto tempo fa, Oxfam aveva lanciato l’allarme El Niño,
avvertendo che nel 2016 circa 60 milioni di persone in tutto il mondo
sarebbero state esposte a fame e povertà a causa degli effetti di
questo fenomeno climatico, aggravato, con ogni probabilità, dai
cambiamenti climatici.
Un monito che nasceva dalla constatazione delle difficili condizioni
in cui versavano alcuni paesi, con lunghi periodi di siccità che si
alternavano a piogge particolarmente irregolari e violente: una
combinazione che aveva messo in crisi l’agricoltura.
E la drammatica “profezia” di
Oxfam si sta mano a mano avverando: proprio la scorsa settimana il
presidente del Malawi, Arthur
Peter Mutharika, ha
dichiarato lo stato di emergenza, chiedendo aiuto alla comunità
internazionale, dopo che un processo di valutazione condotto dal
Ministero dell’Agricoltura aveva mostrato che nel
2015 la produzione di mais del paese africano è diminuita del 12%
rispetto al 2014 e del 33% rispetto alla media degli ultimi cinque
anni.
Un crollo che rende le prospettive
future estremamente cupe: è molto probabile, infatti, che le
conseguenze di El Niño si facciano sentire fino ai raccolti del
2017, esponendo il paese al rischio di una lunga e drammatica
carestia.
“Dichiaro lo stato di
calamità nazionale a partire da oggi, 12 aprile 2016.”
– ha scritto Mutharika in
una dichiarazione pubblicata on-line – “[…]
È evidente che abbiamo carenza di cibo nel paese e che questa
carenza interesserà un numero elevato di nostri concittadini.”
Una presa di coscienza che molti
giudicano tardiva, dato che le difficoltà alimentari si trascinano
ormai da diversi mesi, coinvolgendo, di giorno in giorno, un numero
crescente di persone. Una dramma che accomuna il Malawi ad altri
paesi della stessa area geografica, come Etiopia, Zimbabwe, Zambia,
Lesotho e Mozambico.
All’appello del Malawi ha risposto
il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che per ora ha
messo a disposizione aiuti
per 3 milioni di abitanti,
pari ad un quinto della popolazione totale. Ma le proporzioni
dell’emergenza sono tali da rendere necessaria una presa di coscienza
da parte dell’intera comunità internazionale, per evitare
conseguenze ancora più drammatiche.