Storia di uno Stradivari rubato
E soprattutto del suo
ladro, un musicista di talento dal pessimo carattere, raccontata dal
Washington Post dopo mesi di ricerche.
Il
6 agosto 2015 un violino costruito nel 1734 dal famoso liutaio
di Cremona Antonio Stradivari è
stato restituito alle sue legittime proprietarie, le figlie del
violinista americano di origini polacche Roman Totenberg, dopo la
morte dell’uomo che lo aveva rubato nel 1980.
Il ladro si chiamava
Philip Johnson ed era un eccentrico musicista squattrinato: si
impossessò del violino dopo un concerto di Totenberg a Cambridge, in
Massachusetts, il 13 maggio 1980. Johnson fu il primo sospettato del
furto per via del suo comportamento il giorno del concerto e per il
fatto che si presentò ad ascoltarlo portando con sé la custodia di
un violino, ma non essendoci veri indizi la polizia non poté
perquisire il suo appartamento.
Geoff Edgers, giornalista del
Washington
Post che
aveva scritto del ritrovamento del violino l’estate scorsa, ha
deciso di scoprire la storia di Philip Johnson e l’ha raccontata in
un lungo
articolo pubblicato a marzo, dopo 8
mesi di ricerche e 75 interviste.
La giovinezza di
Philip Johnson
Philip Johnson
nacque nel 1953 a Philadelphia. Secondo i suoi due fratelli maggiori,
i genitori lo viziarono molto, permettendogli di fare qualunque cosa
volesse. Nel 1960, a sette anni, iniziò a suonare il violino
dimostrando subito un certo talento, oltre a una particolare passione
che lo distingueva dagli altri bambini che studiavano con lui.
Crescendo Johnson continuò a suonare, ma dopo il diploma si trasferì
in Florida per studiare teologia: era un ragazzo molto religioso e un
suo insegnante di musica ha raccontato a Edgers di ricordarlo
mentre provava a convincere altri giovani a unirsi alla parrocchia
che frequentava.
Poi però perse la fede e nel 1976 entrò
all’Università di Boston per studiare musica. Era considerato un
violinista talentuoso, ma era noto soprattutto per il suo brutto
carattere e la tendenza a imporsi sugli altri: aveva un comportamento
ribelle e non rispettava né gli insegnanti, né i compagni di
studio.
Roman Totenberg nacque in
Polonia, si trasferì negli Stati Uniti a 27 anni e acquistò il suo
violino Stradivari a 33 anni, nel 1943, pagandolo 15mila
dollari. Lavorò all’Università di Boston dal 1961 al 1978, ma non
fu mai un insegnante di Johnson. Totenberg suonava sempre lo
Stradivari, anche durante le lezioni, e i suoi studenti dicono che
non era particolarmente protettivo nei confronti del violino: lo
portava sempre in giro e capitava che lo lasciasse incustodito.
Smise di insegnare all’Università di Boston quando divenne il
direttore della scuola di musica Longy, a Cambridge.
Nello stesso periodo i
risultati accademici di Philip Johnson cominciarono a peggiorare:
prese dei voti pessimi, si ritirò da tre corsi e infine fu espulso
dall’Università di Boston.
Joseph Silverstein, un importante
violinista che fu insegnante di Johnson, ha raccontato a Edgers che
anche prima del peggioramento dei suoi risultati scolastici Johnson
era a rischio di espulsione per via del suo carattere.
Uno che
stranamente prendeva sempre le sue difese, ha detto, era Roman
Totenberg.
Come Philip Johnson
rubò lo Stradivari di Roman Totenberg
Il 13 maggio del 1980,
Roman Totenberg suonò dei brani di Mozart con il suo violino
Stradivari a un concerto organizzato alla Longy. Philip Johnson era
nel pubblico e aveva con sé la custodia di un violino.
Alla fine
della sua performance, Totenberg lasciò lo Stradivari incustodito
nel suo camerino e quando tornò a riprenderlo non lo trovò. Kenneth
Sarch, un ex assistente di Totenberg, ha detto a Edgers che qualcuno
sentì Johnson dire che Totenberg non meritava di suonare uno
strumento tanto prezioso. Qualche mese dopo aver rubato il violino,
Johnson si trasferì a New York, poi tornò in Pennsylvania e infine
andò a lavorare per un’orchestra in Venezuela: portò lo
Stradivari sempre con sé.
Amy, Nina e Jill Totenberg con il violino rubato (DON EMMERT/AFP/Getty Images) |
La vita di Johnson
dopo il furto dello Stradivari
Tra la fine degli anni
Ottanta e l’inizio degli anni Novanta Philip Johnson lavorò come
violinista freelance tra New York, la California (dove incontrò
l’ingegnera di origine vietnamita Thanh Tran, che divenne sua
moglie) e la Pennsylvania. Insieme a due amici fondò un gruppo, i
Mobius, che suonò anche in Italia, al Festival di Spoleto del
1993. Ma Johnson non smise mai di avere un carattere difficile, a
causa del quale perse l’occasione di avere successo con i Mobius,
rovinando i loro concerti più importanti.
Il gruppo si sciolse e
Johnson si trasferì definitivamente in California. Nel 2005 Tran
lo lasciò a causa dei molti soldi che Johnson perse giocando a
blackjack a Las Vegas e facendo trading online. Negli anni Johnson
suonò spesso con lo Stradivari, secondo la ricostruzione di Edgers;
lo usò per suonare con i Mobius, in concerti gratuiti organizzati
nelle chiese, in studi di registrazione. L’ultima volta fu poco
prima della sua morte, nel 2011: Johnson sapeva che gli restava poco
tempo da vivere e organizzò una sessione di registrazione per poter
suonare lo Stradivari un’ultima volta. Purtroppo per lui non era
più in grado di usare lo strumento – non è semplice suonare un
violino Stradivari e Johnson era invecchiato e indebolito dalla
malattia – e la registrazione andò male.
Philip Johnson
morì nell’autunno del 2011 per un tumore al pancreas. Negli
ultimi anni della sua vita fece bancarotta e visse in una stanza
della casa che era stato costretto a vendere. Roman Totenberg è
morto nel maggio del 2012 – aveva 101 anni – ma non ha mai
rivisto il suo Stradivari perché solo l’estate scorsa Thanh Tran
ha deciso di far valutare il vecchio violino di Johnson: l’esperto
a cui si era rivolta ha capito che si trattava del violino
appartenuto a Totenberg e ha contattato l’FBI.
Secondo gli esperti, dei
circa mille violini che Antonio Stradivari (1644-1737) realizzò
durante la sua vita, oggi ne restano circa 500. Lo Stradivari di
Totenberg vale milioni di dollari: nel 2001 un altro violino
realizzato da Antonio Stradivari è stato comprato per circa 4
milioni di dollari, circa 3,5 milioni di euro. Le figlie di
Totenberg – Nina, Jill e Amy – stanno aspettando di vendere il
violino che era appartenuto al padre, ma non intendono lasciarlo a un
semplice collezionista: lo venderanno solo a un musicista, in modo
che qualcuno possa suonarlo di nuovo.