Le minacce degli aquiloni
Amira
Hass, Internazionale, 12 giugno 2018
“Procurami
un permesso così posso venire a trovarti”, mi ha detto un amico della Striscia
di Gaza.
Un
aquilone sorvola il confine tre Israele e la Striscia di Gaza, l’8 giugno 2018.
(Amir Cohen, Reuters/Contrasto)
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Mi si è
stretto il cuore. Mi ha raccontato che gli abitanti di Gaza approvano l’uso
degli aquiloni molotov nelle proteste. Anche lui. Il sabotaggio è una tattica
rivoluzionaria obsoleta. Ma a cosa servono gli aquiloni che esplodono? Non lo
sa nessuno. Sospetto che rallegrino gli abitanti di Gaza perché mettono in
imbarazzo la più grande potenza militare del Medio Oriente, che non sa come
fermarli.
Nelle
ultime settimane più di seicento aquiloni molotov hanno sorvolato il confine
tra la Striscia e Israele. Duecento hanno toccato terra ed esplodendo hanno
incendiato circa nove chilometri quadrati di terreni agricoli e boschivi, la
maggior parte dei quali ospitava i villaggi palestinesi spopolati e distrutti
nel 1948.
Da alcune
cose che mi ha detto il mio amico ho capito che le frizioni tra Hamas e Al
Fatah continuano a crescere. La Marcia del ritorno non ha allentato la tensione
tra i due partiti palestinesi. Poi abbiamo parlato del Ramadan e delle sue
conseguenze sui conflitti familiari, che a volte causano vittime. L’astinenza
da nicotina e caffeina rende le persone nervose, in particolare quando guidano.
Così aumentano gli incidenti e le liti.
In ogni
caso non posso procurargli un permesso. Non ho contatti così potenti. “Anche se
me lo facessi avere, non verrei a Ramallah”, ha ammesso alla fine. “Non voglio
vedere quelli di Al Fatah. Andrei piuttosto a Tel Aviv”.