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Nelle università cilene cresce la denuncia contro Israele: un’altra vittoria della campagna BDS in America Latina.

23/05/2020 DI INVICTA PALESTINA
Per la prima volta nella storia di un’università del Cile e dell’America Latina, il più alto organo studentesco universitario decide di partecipare alla campagna internazionale di boicottaggio accademico di Israele.

Saaid Jamis Tovar – 17 maggio 2020
Sabato 16 maggio 2020, la Federación de Estudiantes de la Universidad Austral de Chile (FEUACh) annuncerà la sua decisione di dichiararsi spazio libero dall’apartheid, un annuncio che sarà trasmesso in diretta dalla pagina Facebook della Juventud Chileno Árabe de Valdivia por Palestina alle 11.00 ora cilena. Questa dichiarazione sarà fatta il giorno dopo la commemorazione della Nakba, come atto di memoria e progetto per il presente e il futuro. Con essa si vuole onorare un popolo che a tutt’oggi continua a resistere al colonialismo e all’occupazione.
Questa dichiarazione significa che per la prima volta nella storia di una università del Cile e dell’America Latina il più alto organo studentesco universitario prende la decisione di partecipare alla campagna internazionale di boicottaggio accademico di Israele. Di conseguenza, questa decisione va a coinvolgere i principali rettori della Federazione e del corpo studentesco, consentendo loro di assumere una chiara posizione contro l’occupazione militare e l’apartheid che il popolo palestinese sta vivendo e di richiedere ai massimi livelli dell’Università di astenersi dal prendere accordi con Israele e con le università complici delle violazioni dei diritti umani del popolo palestinese. 
Ciò verrà proposto e mantenuto fino al raggiungimento dell’obiettivo della campagna, ovvero quando l’occupazione militare da parte di Israele verrà smantellata, verrà distrutto il muro dell’apartheid, verrà rispettato il diritto al ritorno dei rifugiati e vi saranno pari diritti per la popolazione Palestinese che vive in Israele e che è sottoposta a più di 50 leggi di discriminazione e segregazione, cioè all’apartheid. Tra le altre azioni specifiche richieste all’Università vi è quella di astenersi dal partecipare al Congreso de Futuro, un evento con il quale l’ambasciata israeliana in Cile cerca di “lavare” l’immagine di Israele, e denunciare invece in questo spazio le violazioni dei diritti umani che il popolo palestinese sta vivendo.
La campagna UACh “ liberi dall’apartheid” è iniziata nel 2017 con un lavoro congiunto della Federación y la Juventud Chileno Árabe de Valdivia por Palestina, quando nel periodo 2017-2018 ne era presidente Manuel Rauch, ed è proseguita poi con Valentina Gatica Gómez e Fernanda Pérez Sepúlveda, rispettivamente presidentesse della federazione nei periodi 2018-2019 e 2019-2020. Durante questo periodo, si sono tenuti diversi colloqui informativi presso il Consiglio degli Studenti e in diverse assemblee di facoltà, al fine di garantire un processo democratico e in conformità con lo statuto della federazione, che ha portato alla dichiarazione di 36 dipartimenti a favore della mozione. Per supportare questo processo, è stato attuato anche un lavoro con gli insegnanti dell’Università, tanto che oggi ci sono più di 70 insegnanti e dirigenti che hanno aderito alla dichiarazione UACH “liberi dall’apartheid” al fine di sostenere e promuovere questa azione, che mira a mettere in pratica il Global Compact delle Nazioni Unite firmato dall’Università Austral nel 2009. Alcuni dei suoi principi sono:
1) All’interno della propria sfera di influenza, le imprese devono sostenere e rispettare l’applicazione dei diritti umani fondamentali riconosciuti a livello internazionale.
2) Le aziende devono garantire che i loro partner e collaboratori non siano complici della violazione dei diritti umani.
Questa posizione della FEUACh è allineata alle diverse azioni svolte dalla campagna BDS insieme agli studenti della Pontificia Universidad Católica de Chile e della Universidad de Chile a Santiago, che si uniscono alla Dichiarazione Pubblica della Confederación de Estudiantes del 7 aprile 2018 che invita a promuovere il movimento BDS in tutte le università del Paese. Questo evento storico è legato alle decisioni prese nel maggio 2018 dal Consiglio Comunale di Valdivia, dichiarata in quella data città “libera dall’apartheid”.
Valentina Gatica Gómez, ex presidentessa della FEUACh nel 2018 , ha dichiarato che “questa vittoria è significativa in quanto riconosce la violenza sistematica contro i diritti umani del popolo palestinese e la normalizzazione promossa da Israele, e lotta per contrastarle. Il boicottaggio è un modo attivo ed efficace di solidarietà a livello internazionale. Ecco perché dobbiamo continuare a protestare e combattere contro questo tipo di situazione e non dimenticare la popolazione palestinese battendoci con loro contro qualsiasi violazione dei diritti umani. Noi stessi abbiamo sperimentato violenze e crimini di Stato contro territori e popolazioni indigene nell’Abya Yala. Il mio essere Mapuche mi fa sentire ancor di più la grande responsabilità di continuare a lottare per un futuro diverso che ci consenta di costruire un modo diverso di relazionarci tra le persone”.
È importante sottolineare come i rapporti e le indagini condotte dal movimento BDS dimostrino che gran parte dello sviluppo dell’economia israeliana sia basato sui bisogni militari dell’occupazione della Palestina; ciò significa un’elevata dipendenza tecnologica delle forze di difesa israeliane ed evidenzia il ruolo centrale che la ricerca universitaria svolge nello sviluppo tecnologico di Israele. Ad esempio, l’Università di Tel Aviv ha sviluppato dozzine di sistemi di armamenti, così come ha ideato la cosiddetta “dottrina Dahiya” o della forza sproporzionata, utilizzata dall’esercito israeliano per commettere crimini di guerra contro la popolazione civile palestinese e libanese. Molte università israeliane hanno diversi accordi con compagnie private che producono tecnologia militare, come RAFAEL ed Elbit Systems, che sostengono come “valore aggiunto” che le loro armi sono state testate sul campo contro il popolo palestinese. Lo sviluppo bellico consente a Israele di esportare prodotti militari a beneficio della sua economia, prodotti che vengono utilizzati per reprimere la popolazione del Cile e di altri Paesi dell’America Latina .
A proposito di quanto sopra, Fernanda Pérez Sepúlveda, ex presidente dei Feuach nel 2019, ha dichiarato: “In generale, mi sembra abbastanza ingiusto che così tanto denaro sia destinato alle forze armate, in particolare per l’acquisto di strumentazione militare. E ciò che mi sembra peggio è che questi acquisti vengano fatti da Israele, uno di quei paesi che viola costantemente i diritti umani. Peggio ancora quando vediamo quante persone sono state mutilate, assassinate e violentate solo per aver manifestato per chiedere i loro diritti; per questo motivo non mi sembra sorprendente che il governo del Cile spenda più di 2,5 milioni di dollari in veicoli blindati israeliani, perché sono più preoccupati di tacitare le voci che si alzano dalle mobilitazioni, piuttosto che occuparsi delle ingiustizie e delle disuguaglianze in cui vivono le persone e che oggi, a causa del Covid, sono aumentate. Molti lavoratori sono stati licenziati. Ci sono ospedali che stanno collassando, non hanno abbastanza forniture, non ci sono letti per le emergenze. E questo perché non esiste una priorità nel far sì che le persone possano vivere con dignità. Questo è il motivo per cui una nuova costituzione è importante oggi, non solo per prendersi cura della vita in Cile e nel Wallmapu, ma anche in altri territori come la Palestina.”
Infine, Nicolas Eltit Misleh, presidente della Juventud Chileno Árabe de Valdivia, ha affermato che “oggi questi atti di solidarietà tra popoli sono sempre più necessari, poiché Israele continua ad aumentare la violenza contro il popolo palestinese nonostante la crisi COVID, e addirittura sta cercando di annettersi la Cisgiordania con il sostegno degli Stati Uniti”.
Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Monitor de Oriente
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org