Falsi miti su Covid-19
di Leopoldo Salmaso, 1. maggio 2020. La
panicodemia da Covid-19 è stata scatenata in tutto il mondo dai media
mainstream che la rinfocolano pervicacemente, complice il miscuglio di
ignoranza/malafede di tanti “esperti da talk-show”, complice il
miscuglio di incoscienza/malafede dei politici, complice l’esasperata
sottomissione delle popolazioni. Tutto ciò si regge su alcuni miti, veri e
propri dogmi di fede che comportano la scomunica di chiunque osi anche solo
metterli in dubbio. Vediamo i principali:
panicodemia da Covid-19 è stata scatenata in tutto il mondo dai media
mainstream che la rinfocolano pervicacemente, complice il miscuglio di
ignoranza/malafede di tanti “esperti da talk-show”, complice il
miscuglio di incoscienza/malafede dei politici, complice l’esasperata
sottomissione delle popolazioni. Tutto ciò si regge su alcuni miti, veri e
propri dogmi di fede che comportano la scomunica di chiunque osi anche solo
metterli in dubbio. Vediamo i principali:
Mito n° 1:
“Lo dice l’OMS”
“Lo dice l’OMS”
L’OMS non ha mai dichiarato lo
stato di pandemia. Nessun documento protocollato da parte degli organi che ne
hanno la competenza: Assemblea Generale (art. 21a[1]
dello statuto OMS) o Consiglio Direttivo (art. 28i[2]).
Esiste solo una conferenza stampa del Direttore Generale Ghebreyesus che il 11/3/2020 dice: “Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una
pandemia”. Questa non è neppure “carta straccia” come i DPCM
del signor “Giuseppi” Conte: questa è “parola straccia”.
stato di pandemia. Nessun documento protocollato da parte degli organi che ne
hanno la competenza: Assemblea Generale (art. 21a[1]
dello statuto OMS) o Consiglio Direttivo (art. 28i[2]).
Esiste solo una conferenza stampa del Direttore Generale Ghebreyesus che il 11/3/2020 dice: “Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una
pandemia”. Questa non è neppure “carta straccia” come i DPCM
del signor “Giuseppi” Conte: questa è “parola straccia”.
Mito n° 2:
“Un aumento eccezionale dei morti”.
“Un aumento eccezionale dei morti”.
L’ISTAT ha pubblicato tre set di dati
parziali, non confrontabili perché riferiti a periodi diversi, su campioni selezionati
di comuni, il 31/3, il 16/4 e 17/4. Questi rapporti incominciano a
rilevare l’aumento di mortalità riferibile principalmente alle “mattanze colpose
da lockdown” (anziani abbandonati nelle case di riposo, con divieto di
contatti con coniugi-figli-altri). Quei comunicati dell’ISTAT hanno generato
grande confusione sui media mainstream, con
ripetute correzioni. L’ISTAT è sotto pressione crescente
e rinvia al 30/4 per un nuovo rapporto che,
andreottianamente pensando, sarà ancora più ermetico?… Intanto abbiamo una
cifra provvisoria di 23.188 morti, e un ulteriore rinvio al 4/5[3].
Domanda: che differenza c’è fra questi 23.188 morti (in 70 giorni) e i 19.179
morti registrati nei soli 31 giorni di Gennaio 2017? La risposta mi pare
evidente: quelli del 2017 non si prestavano né a far guerra alla Cina, né a
comprare a man bassa nelle borse di tutto il mondo, né a stringere la morsa del
controllo su 7 miliardi di umani.
parziali, non confrontabili perché riferiti a periodi diversi, su campioni selezionati
di comuni, il 31/3, il 16/4 e 17/4. Questi rapporti incominciano a
rilevare l’aumento di mortalità riferibile principalmente alle “mattanze colpose
da lockdown” (anziani abbandonati nelle case di riposo, con divieto di
contatti con coniugi-figli-altri). Quei comunicati dell’ISTAT hanno generato
grande confusione sui media mainstream, con
ripetute correzioni. L’ISTAT è sotto pressione crescente
e rinvia al 30/4 per un nuovo rapporto che,
andreottianamente pensando, sarà ancora più ermetico?… Intanto abbiamo una
cifra provvisoria di 23.188 morti, e un ulteriore rinvio al 4/5[3].
Domanda: che differenza c’è fra questi 23.188 morti (in 70 giorni) e i 19.179
morti registrati nei soli 31 giorni di Gennaio 2017? La risposta mi pare
evidente: quelli del 2017 non si prestavano né a far guerra alla Cina, né a
comprare a man bassa nelle borse di tutto il mondo, né a stringere la morsa del
controllo su 7 miliardi di umani.
Mito n° 3:
“Morti a causa di Covid-19”
“Morti a causa di Covid-19”
L’ISS ha aggiornato al 23/4/2020 i dati risultanti dall’analisi
delle cartelle cliniche di 2401 su 23.188 persone decedute con un esame
positivo per SARS-CoV-2.
delle cartelle cliniche di 2401 su 23.188 persone decedute con un esame
positivo per SARS-CoV-2.
Risultato: l’età media di quelle persone era di 79 anni; il 96,2% presentava
almeno un’altra grave patologia soggiacente (e il 61% presentava tre o più
altre patologie). Il mainstream riferisce poco e male. Milena Gabanelli su Corriere.it (rilanciato da mainstream e
social) legge i dati alla rovescia: dice che i morti PER Covid-19 “sono molti di più dei 23.188”
perché bisogna aggiungere “i
pazienti che non sono stati tamponati (sic!) e quelli deceduti per effetti
collaterali del coronavirus (sic!): infarti, ictus, aneurismi, e altre
patologie“. Con tutta evidenza, è la positività del tampone un
“accidente collaterale” delle ben più gravi patologie soggiacenti: le
linee guida internazionali sono estremamente chiare nello stabilire che, fra
tante cause concomitanti, si debba registrare “come causa di morte, la principale
malattia soggiacente”[4]
. Quindi i dati, nella più
catastrofica delle ipotesi, vanno interpretati così:
almeno un’altra grave patologia soggiacente (e il 61% presentava tre o più
altre patologie). Il mainstream riferisce poco e male. Milena Gabanelli su Corriere.it (rilanciato da mainstream e
social) legge i dati alla rovescia: dice che i morti PER Covid-19 “sono molti di più dei 23.188”
perché bisogna aggiungere “i
pazienti che non sono stati tamponati (sic!) e quelli deceduti per effetti
collaterali del coronavirus (sic!): infarti, ictus, aneurismi, e altre
patologie“. Con tutta evidenza, è la positività del tampone un
“accidente collaterale” delle ben più gravi patologie soggiacenti: le
linee guida internazionali sono estremamente chiare nello stabilire che, fra
tante cause concomitanti, si debba registrare “come causa di morte, la principale
malattia soggiacente”[4]
. Quindi i dati, nella più
catastrofica delle ipotesi, vanno interpretati così:
– Morti
con sola positività del tampone, senza patologia soggiacente = 881 (3,8% di
23.188);
con sola positività del tampone, senza patologia soggiacente = 881 (3,8% di
23.188);
– Morti
“non tamponati”, senza patologia soggiacente = 881 (volendo regalare
un 100% di sottostima alla
signora Gabanelli col suo sciagurato consulente);
“non tamponati”, senza patologia soggiacente = 881 (volendo regalare
un 100% di sottostima alla
signora Gabanelli col suo sciagurato consulente);
– Morti
con tampone positivo, con almeno una patologia soggiacente = 22.307 (96,2% di
23.188).
con tampone positivo, con almeno una patologia soggiacente = 22.307 (96,2% di
23.188).
In
conclusione, i casi di morte variamente attribuiti a SARS-CoV-2 sono
sovrastimati di almeno il 2.600%, mentre la sottostima è di una grandezza
risibile, al confronto.
conclusione, i casi di morte variamente attribuiti a SARS-CoV-2 sono
sovrastimati di almeno il 2.600%, mentre la sottostima è di una grandezza
risibile, al confronto.
Mito n° 4:
“Sono morti 150 medici”.
“Sono morti 150 medici”.
La FNOMCEO pubblica un elenco aggiornato dei medici “caduti (sic!) nel corso dell’epidemia da Covid-19″.
Sono 151 nel periodo 11/3-26/4/2020. Fra di loro un solo anestesista ancora in
attività (causa di morte non nota); un epidemiologo, 38 anni, morte improvvisa
(infarto/ictus?); nessun medico dei reparti di malattie infettive.
Sono 151 nel periodo 11/3-26/4/2020. Fra di loro un solo anestesista ancora in
attività (causa di morte non nota); un epidemiologo, 38 anni, morte improvvisa
(infarto/ictus?); nessun medico dei reparti di malattie infettive.
La
stragrande maggioranza erano pensionati, medici di medicina generale: tutto
esattamente in linea con le statistiche di ogni anno. Se ogni ordine professionale
pubblicasse l’elenco dei suoi “caduti” nel medesimo periodo, avremmo percentuali
esattamente sovrapponibili.
stragrande maggioranza erano pensionati, medici di medicina generale: tutto
esattamente in linea con le statistiche di ogni anno. Se ogni ordine professionale
pubblicasse l’elenco dei suoi “caduti” nel medesimo periodo, avremmo percentuali
esattamente sovrapponibili.
Mito n° 5: “Svedesi
incoscienti e untori!”
incoscienti e untori!”
L’ambasciata di Svezia in Italia ha deplorato la “spirale di disinformazione su media autorevoli in Italia”,
con riferimento a un’ondata di critiche sulle strategie di contenimento di
Covid-19 adottate in Svezia, che sono molto più blande di quelle italiane.
Nessun altro paese al mondo adotta restrizioni severe come l’Italia, neppure
Belgio e Spagna che pure registrano più morti “con tampone positivo”
dell’Italia. Né si può tacere su misure nostrane demenziali come il divieto di
passeggiare da soli nei boschi, perfino nei paesini di montagna[5].
con riferimento a un’ondata di critiche sulle strategie di contenimento di
Covid-19 adottate in Svezia, che sono molto più blande di quelle italiane.
Nessun altro paese al mondo adotta restrizioni severe come l’Italia, neppure
Belgio e Spagna che pure registrano più morti “con tampone positivo”
dell’Italia. Né si può tacere su misure nostrane demenziali come il divieto di
passeggiare da soli nei boschi, perfino nei paesini di montagna[5].
Mito n° 6:
“I nipotini uccidono i nonni”
“I nipotini uccidono i nonni”
Questa è forse la più infondata e demenziale
fra tutte le “previsioni” su cui si basano le decisioni del governo, soprattutto per la fase 2: come definire altrimenti le
“previsioni” secondo cui 48.000 nonni finirebbero in rianimazione se
rimandassimo a scuola i nipotini? Codesti “esperti” non hanno ancora
capito che tanti nonni li abbiamo ammazzati proprio intubandoli invece che
trattandoli a domicilio con un blando anticoagulante e poco più[6]?
Anche l’esperienza della Svezia attesta che tenere le scuole aperte non è
affatto pericoloso. Anzi, tenere aperte le scuole sarebbe una delle decisioni
col miglior rapporto benefici/costi[7] ai fini del superamento
dell’emergenza. Per la lettura della tabella che segue, vedere qui.
fra tutte le “previsioni” su cui si basano le decisioni del governo, soprattutto per la fase 2: come definire altrimenti le
“previsioni” secondo cui 48.000 nonni finirebbero in rianimazione se
rimandassimo a scuola i nipotini? Codesti “esperti” non hanno ancora
capito che tanti nonni li abbiamo ammazzati proprio intubandoli invece che
trattandoli a domicilio con un blando anticoagulante e poco più[6]?
Anche l’esperienza della Svezia attesta che tenere le scuole aperte non è
affatto pericoloso. Anzi, tenere aperte le scuole sarebbe una delle decisioni
col miglior rapporto benefici/costi[7] ai fini del superamento
dell’emergenza. Per la lettura della tabella che segue, vedere qui.