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Mavi Pendibene – simbiosi tra natura e vita nella letteratura

Di Antonietta Chiodo, ProMosaik, 27 aprile
2020. Ecco la mia intervista con la scrittrice Mavi Pendibene. ProMosaik di
recente ha ripubblicato le sue opere e il libro di Denise
Ferrari
sulla letteratura al femminile di Mavi Pendibene.

Incontrai per la prima volta Mavi Pendibene lo
scorso anno, fu un caso conoscerla, venni contattata da un suo ex alunno che mi
parlò di lei. Rimasi affascinata di come Marco mi raffigurò questa donna.
Inizialmente fui perplessa quando lui mi chiarì che sarebbe stato non facile
per me contattarla, perché lei scelse di vivere la sua vita in una meravigliosa
casa in compagnia del suo cane e dei suoi libri, soprattutto senza l’utilizzo
di internet.
La trovai una scelta coraggiosa e capii da subito
che non si trattasse di una persona comune, fu anche divertente sentire i
racconti su di lei, soprattutto quando lui raccontò episodi che lo videro da
giovincello estasiato ma anche intimorito dall’aspetto di questa donna, descriveva
spesso questa lunga treccia che le si posava sulle spalle e che se avesse
potuto sarebbe rimasto ore ad osservarla estasiato.
Ricercai su internet i suoi scritti, andammo poi
così a trovarla e passammo dei momenti estremamente piacevoli nuotando anche
nei laghi di questa del Piemonte dove la natura è sommersa da luoghi che
sembrano essere ancora sfuggiti alle fauci dell’uomo. Di Mavi da quel momento
mi sono rimasti impressi i suoi occhi, dallo sguardo forte ed intenso ma
romantico, sensazioni che vengono incorniciate da una voce calma e gentile
dettati da un carattere forte che si nasconde forse a sua insaputa dietro ogni
singola parola una leggera nota di nostalgia. Facemmo delle passeggiate e
parlammo dei suoi libri, ma uno degli argomenti a lei preferiti fu raccontare
della sua meravigliosa casa. Nei film a tutti noi è capitato di incappare in
qualche racconto fantastico dove il protagonista e la propria dimora arrivino a
creare una sorta di portale immaginario, un luogo dove sai che non riusciresti
ad entrare se non utilizzando una parte di quello sguardo che racchiudi nel
cuore. Ho osservato a lungo le sue gambe ben fatte e forti per le molte
camminate lungo i sentieri ed è stato imbarazzante guardarla muoversi come un
cerbiatto tra una roccia e l’altra, la sensazione era quella di sentirmi fuori
posto, mentre era incantevole notare di come lei e la sua amica a quattro zampe
fossero un tutt’ uno con la natura, una fusione di cielo e terra. Questa è Mavi
Pendibene e questa è la sensazione che a mio parere è in grado di trasmettere
attraverso i suoi libri.

Qual’ è
stato l’input che ti ha spinta a scrivere il tuo primo romanzo?
Credo di avere accumulato negli anni, soprattutto
da quando ho iniziato a vivere in questi luoghi una serie di emozioni positive
e negative, anzi una tempesta di emozioni. Era diventato così impossibile
trattenerle e ho sentito il bisogno di scriverle, si, credo sia stato questo.
La tua domanda se sia stato uno stimolo o una scelta… ti rispondo che per lo
sono stati entrambi, perché senza lo stimolo non avviene la scelta e con in più
una necessità di base di raccontarmi, di poterle così condividere anche con gli
altri, perché in fondo una cosa bella va condivisa.

Quello di
narrare momenti della tua vita quotidiana lo definiresti più uno stimolo o una
scelta personale?
Come ti ho detto sopra da scelta si è trasformata
in necessità, siccome qui ho poche possibilità e strumenti per comunicare,
scrivere si sarebbe rivelata la strada più giusta. La voglia anche di dire
qualcosa, come tu ben sai io non ho grandi frequentazioni, quindi mi resi conto
ben presto che poteva essere il metodo più indicato.

Se
potessi fare un viaggio, dove andresti?
La mia predilezione bucolica al contrario di ciò
che potrebbero pensare molte persone non mi ha portato via nulla, anzi mi ha
dato la capacità di vedere le cose piccole, anche i frammenti in essi. Questo
metodo poi mi permette di ricomporle e di osservare molto più in profondità di
quanto mi permetterebbe di fare un viaggio. Ho viaggiato molto in passato
quando vivevo ancora in città, vedevo cose bellissime ma che non mi
appartenevano, vedevo cose di sfuggita e non ne conoscevo l’origine, non ne
conoscevo la storia e neanche le potevo toccare. Posso dire che i viaggi non mi
hanno dato nulla, ho dimenticato quasi tutto. Non scrivo per compensare, scrivo
per confermare che tutto ciò che ho attorno e che osservo quotidianamente e che
conosco oramai a memoria faccia parte di una trama importante. Se fossi
obbligata ad intraprendere un viaggio andrei al nord, mi rappresentano di più i
colori ed il carattere delle persone, nel sud non mi rispecchio in niente.

Cosa
pensi della cultura giovanile oggi?
Riguardo ad internet è un mezzo importantissimo,
però come la televisione è uno strumento che toglie profondità alle cose,
qualsiasi messaggio passi attraverso un video infine si trasforma in banalità,
l’approfondimento non c’è mai, e se c’è avviene sotto una forma poco fruibile.
Si, credo abbia portato via molto ma anche dato, quindi bisogna saper
bilanciare ma… diciamoci la verità, un libro è un’altra cosa.

Secondo
te, internet ha rubato una parte di cultura alle nuove generazioni?
Non so risponderti visto e considerato che
frequento pochi giovani, sono convinta che la cultura sia fatica e che la
curiosità di andare a fondo non sono sicura appartenga ai giovani di oggi.

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