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Luis Sepulveda è morto per coronavirus: carriera e biografia. Chi era

Di Daniele Sforza, Termometro politico, 16
Aprile 2020
Luis Sepulveda non ce l’ha fatta a
vincere la sua battaglia contro il Coronavirus: ecco chi era in un profilo
biografico che ne ripercorre la carriera.

Purtroppo Luis Sepulveda
non ce l’ha fatta: nella battaglia contro il
Coronavirus, seppur strenuamente lottata,
non è riuscito a riemergere dal buio in cui era caduto a fine febbraio, quando
venne ricoverato nell’ospedale di Oviedo per aver contratto l’infezione.
L’instancabile scrittore cileno, noto per alcuni romanzi diventati ormai di
culto, era celebre anche per i suoi ragionamenti sulle conseguenze che le
dittature avevano lasciato nei Paesi dell’America Latina, ma anche per il suo
impegno politico, sociale ed ecologico e per il suo forte anti-razzismo.
Sepulveda, infatti, oltre a essere uno scrittore, si autodefiniva anche “un
essere sociale, un individuo che rispetta se stesso e intende occupare un
piccolo posto nel labirinto della storia”, un cronista di tutti quelli che
quotidianamente sono “ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre
quella dei vincitori”.


Chi era Luis Sepulveda: la carriera dello scrittore

Luis Sepulveda
nasce il 4 ottobre 1949 a Ovalle
, comune cileno nella regione
di Coquimbo. L’impegno politico è radicato nella figura del letterato sin dalle
sue radici più profonde: il nonno era un anarchico andaluso e anche i suoi
genitori erano ferventi militanti. Cresciuto a Valparaiso con il
nonno e uno zio, entrambi anarchici, s’innamorò subito della letteratura,
leggendo le opere di Cervantes, Salgari, Melville e Conrad. Dalla lettura alla
scrittura il passo è stato piuttosto rapido, iniziando la sua “carriera”
scrivendo per il giornalino d’istituto. A 15 anni si iscrive alla Gioventù
Comunista, mentre 2 anni dopo lavora per il quotidiano Clarìn
e poi come redattore radiofonico. Nel 1969 vince un premio letterario locale
per aver pubblicato una prima raccolta di racconta e vince una borsa di studio
quinquennale per andare a studiare all’Università Lomonosov di Mosca. Tuttavia,
visto il suo fervente impegno politico che di certo non era solito nascondere,
gli costò il posto nell’allora capitale sovietica, a causa di ragioni ancora
avvolte nel mistero.

Luis Sepulveda e la militanza contro Pinochet

Espulso dalla Gioventù
Comunista, si recò in Bolivia, militando nell’Esercito di Liberazione
Nazionale. Poi tornò in Cile e continuò a lavorare a teatro. Entrò nel Partito
Socialista e fece parte della Guardia personale del presidente cileno Salvador Allende
Quando
Pinochet
prese il potere con un colpo di Stato, Sepulveda venne incarcerato e torturato,
vivendo per 7 mesi isolato in una cella di dimensioni estremamente ridotte. Le
pressioni da parte di
Amnesty
International
portarono alla sua liberazione, ma Sepulveda, per nulla
intimorito dalla dittatura, riprese a lavorare a teatro criticando il nuovo
regime cileno. Condannato all’ergastolo, la sua pena fu ridotta grazie ancora
una volta alle pressioni di Amnesty International.

I viaggi di Luis Sepulveda nell’America Latina

Viaggiò poi nel Sudamerica, in
altri Paesi governati da regimi dittatoriali, continuando la propria militanza
politica con i contatti che aveva. Per un periodo visse con gli Indios, poi si
recò in Nicaragua, dove combatté con Simon Bolivar.
Riprese quindi l’attività giornalistica, per poi recarsi in Europa e fermarsi
ad Amburgo, dove conobbe e approfondì la letteratura tedesca. Dopo diversi
viaggi in America Latina e Africa, si trasferì in Francia dove rimase per un
lungo periodo, acquisendo anche la cittadinanza francese.

L’amore per l’ecologia e la vita privata

Negli anni Ottanta scopre la
vocazione ecologista e collabora attivamente con Greenpeace.
La sua prima moglie, Carmen Yanez,
gli ha dato un figlio. Dopo il divorzio e un nuovo matrimonio con una tedesca,
terminato anche questo, ritorna con la sua prima compagna di vita.
Nel 1996 si trasferì a Gijon,
in Spagna. A inizio febbraio contrae l’infezione da Covid-19, avvertendo i
sintomi verso la fine del mese e venendo ricoverato al Central
University Hospital of Asturias di Oviedo
. Qui muore giovedì 16
aprile 2020
, non riuscendo a vincere la lotta contro il
Covid-19 durata quasi due mesi.

Le sue opere più famose

Dal 1989 a oggi sono numerose
le opere di Luis Sepulveda publbicate e diffuse in Italia. A cominciare da Il mondo alla
fine del mondo
(1989), passando per Patagonia
Express. Appunti dal sud del mondo
(1995), seguito
dall’intramontabile Storia di una gabbianella e del gatto che le
insegnò a volare
(1996) da cui il regista italiano Enzo D’Alò
trasse anche un film d’animazione. Importanti furono anche Diario di un
killer sentimentale
(1996), Incontro d’amore in un paese in
guerra
(1997), Il generale e il giudice (2003), Il potere dei
sogni
(2006), Ultime notizie dal Sud (2011), Storia di un
gatto e del topo che diventò suo amico
(2012), L’avventurosa
storia dell’uzbeko muto
(2015), Storia di un cane che insegnò a un
bambino la fedeltà
(2015), La fine della storia
(2016), Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa
(2018).
Fece anche esperienza nel mondo
del cinema in qualità da regista, dirigendo il film Nowhere
(2002), e co-dirigendo con Diego Meza sempre nello stesso anno, il documentario
Corazonverde.