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Come si avvelenano gli esseri umani impunemente

Lilliam Eugenia Gómez Álvarez 07/01/2020
Dal 2008 si tiene una commemorazione il 3 dicembre. Questa data è stata stabilita in 60 paesi dalle 400 organizzazioni membri della rete di Azione Pesticidi PAN, in memoria di oltre 31.000 persone morte a seguito del disastro di Bhopal, in India, nel 1984.

Tradotto da Alba Canelli
La multinazionale, Union Carbide, possedeva una fabbrica nella città di Bhopal, nello Stato di Madhya Pradesh, dove veniva prodotto un pesticida che utilizzava l’isocianato di metile. Quella notte si verificò una tragedia dovuta alla fuga di 30 tonnellate di gas tossico.
Queste emissioni si sono verificate non solo per la mancanza di manutenzione negli impianti, ma anche per il risparmio di costi nei processi di produzione, che ha permesso alla multinazionale di ottenere maggiori guadagni sia nel costo del lavoro che nel processo di produzione.
In questa occasione, le emanazioni del prodotto sono riuscite a diffondersi in un’area densamente popolata, in cui sono morte quasi immediatamente più di 3.000 persone, altre 8.000 nei primi tre giorni e almeno altre 20.000 negli ultimi tre decenni, coloro che sono morti a causa dell’avvelenamento e altre 150.000 hanno subito gravi postumi di avvelenamento cronico.
Dopo un lungo processo, la Union Carbide è stata condannata a pagare 470 milioni di dollari di danni. Di questi milioni lo Stato indiano ha conservato gran parte del denaro, il resto è a malapena riuscito a pagare le spese mediche. Questa sentenza, che si è pronunciata solo nel 1999, ha condannato otto dei dirigenti dell’ex Union Carbide, ora Dow Company, a due anni di carcere e al pagamento di 10.600 dollari, equivalenti a 8.900 euro, che in valuta indiana equivalgono a 600.000 rupie.
È in memoria di questa tragedia che oggi il mondo commemora la “Giornata mondiale senza pesticidi”; la nostra giornata in Colombia, ricorda la commemorazione della tragedia avvenuta il 25 novembre 1964, a Chiquinquirá-Boyacá, dove la popolazione consumava pane contaminato con Parathion metilico (il cosiddetto folidolo), quando la farina con cui questo alimento veniva prodotta, durante il suo trasporto tra Bogotá e Boyacá, ha accidentalmente subito la fuoriuscita di 2 centimetri cubi di questo prodotto. Lì, il veleno insetticida per organi fosforosi e la farina viaggiavano insieme, senza che la fuoriuscita si notasse. Durante la cottura dell’impasto avvelenato si produce un gas, il Paraoxone, che si forma quando il calore sale nel forno a più di 38°C. In questa occasione, circa 350 persone sono state avvelenate, per lo più bambini che quella mattina partecipavano ad eventi pubblici presso le loro istituzioni educative.
Un numero ancora sconosciuto di persone morì, poiché il trasporto verso i municipi partì da un luogo vicino al panificio, la gente comprava il pane da portare nelle case dei contadini e la cosa più certa era, che quelli di questi luoghi lontani consumavano il prodotto, non sapevano di cosa morivano. Se l’incidente non ha raggiunto proporzioni maggiori, è stato grazie al saggio e opportuno intervento del medico tossicologo Cordoba, che con l’aiuto del signor Duperly, che ha messo il suo aereo personale al servizio di questo drammatico evento, ad occuparsi dell’emergenza portando l’antidoto specifico e necessario, l’Atropina che il Dipartimento di Antioquia possedeva e che il Dipartimento di Boyacá aveva richiesto.
Più o meno nello stesso periodo a Taucamarca, in Perù, 24 bambini contadini morirono per intossicazione dopo aver consumato prodotti confezionati in contenitori dove erano conservati pesticidi a base di fosforo (El Tiempo 1967). Incidente accaduto in una scuola rurale, il terribile disastro e la perdita della vita di 24 bambini contadini, futuro non solo del Perù, ma dell’umanità.
Queste commemorazioni di tali tragedie sono un monito per la comunità nazionale e internazionale, affinché con argomentazioni veritiere e serie non si compiano atti irresponsabili, come il voler spruzzare veleni dall’aria contaminando siti naturali e aree protette. È necessario quindi cercare di garantire la sicurezza “Ecologica Nazionale”, dove i “Beni naturali1“, erroneamente chiamati Risorse Naturali, sono la Proprietà Collettiva dell’Umanità, come l’acqua e l’aria pulite, così come la terra viva, senza dimenticare anche di continuare a lottare perché i semi della vita siano liberi; per raggiungere il quadro dei “Diritti della Natura” che hanno sempre occupato e occuperanno il posto centrale dei nostri dibattiti.
Oggi in Colombia dobbiamo concentrarci sui pesticidi, sui bambini, gli adolescenti e i giovani delle zone rurali e sulla gestione degli ecosistemi. Questo ci porta a mettere un punto di partenza nei bambini delle zone rurali, le cui scuole e istituzioni educative si trovano nelle o vicino alle coltivazioni che vengono irrorate, mentre i bambini frequentano le loro classi; l’80% di questi locali educativi non hanno vetri alle finestre. Questo è un problema che l’intero paese dovrebbe tenere presente e cercare una soluzione.
Ci sono molti casi di avvelenamento dovuti a questa situazione in tutte le zone rurali del paese, a parte le conseguenze che come processi cronici segnano la differenza di capacità cognitive tra i bambini rurali e quelli urbani. Ciò aggrava anche il grande divario tra la campagna e la città, che segna le differenze che gli abitanti delle campagne subiscono, per il semplice fatto di essere contadini, in un paese come il nostro
Negli ultimi 20 anni in Colombia, è aumentato l’uso in tonnellate e l’importazione di pesticidi del 360 %2 mentre negli ultimi 45 anni l’uso del terreno per la semina è aumentato solo del 29%3. Questo problema riguarda tutti gli esseri umani.
Note
1Ho consapevolmente deciso di chiamarli Beni Naturali, e non Risorse Naturali, perché nel capitalismo una risorsa è qualcosa da spendere. Sia nel discorso che nel linguaggio bisogna essere coerenti, cioè avere un pensiero critico e non usare le parole del sistema. (Concetto sviluppato da Lilliam Eugenia Gómez Álvarez)
2Banco Mundial, 2015 BOGOTÁ D. C., 12 de noviembre de 2015 — Agencia de Noticias UN Banco Mundial, 2015, en línea <http://agenciadenoticias.unal.edu.co/detalle/article/en-20-anos-colombia-aumento-uso-de-plaguicidas-en-un360 >