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Bolivia: La profezia di Túpac Katari

Abel Prieto Jiménez 19/11/2019
Nel 1781 il leader aymara Túpac Katari costituì un esercito di quarantamila uomini per affrontare le forze colonialiste della Spagna riuscendo ad assediare la città di La Paz. A novembre dello stesso anno, tradito da alcuni dei suoi seguaci, fu catturato dalle truppe spagnole.

Tradotto da Cubainformazione

Un giudice lo condannò ad essere “squartato” con lo stesso metodo barbaro usato per l’esecuzione di Túpac Amaru II, cioè, legato alle estremità a quattro cavalli in corsa fino a squartarlo.

La sentenza, davvero antologica, stabilisce: “Né al Re, né allo Stato conviene che resti un seme o la razza di costui o di qualunque Túpac Amaru o Túpac Katari per il troppo rumore che questo maledetto nome suscita fra i nativi… Altrimenti, potrebbe restare un fermento perpetuo”.
Oggi, alla fine, si è consumato il colpo di stato contro il Presidente Evo Morales. Un giorno di molto dolore, amarissimo, per la Nostra America. Il piano per disconoscere la prevedibile vittoria di Evo e destabilizzare il paese è stato preparato molto tempo prima delle elezioni e contava con l’immediato patrocinio dell’impero. Pompeo si è già congratulato con l’Organizzazione degli Stati Americani per la sua complicità con i golpisti. Ormai il fascismo sta celebrando la sua vittoria in Bolivia mentre continuano a perseguitare i funzionari del governo, i membri del Tribunale Supremo Elettorale, i militanti del MAS, i capi dei movimenti indigeni e popolari, semplici uomini e donne socialmente o etnicamente “sospetti”.