IL PONTE BALCANICO. La Turchia condivide con l’Albania 350mila documenti del periodo ottomano
Marco Siragusa 9 settembre 2019 |
Grazie ad un accordo tra l’archivio di Stato turco e quello albanese, dal 30 agosto di quest’anno è possibile consultare a Tirana oltre 350 mila documenti ufficiali risalenti alla dominazione ottomana. Questo permetterà di ricostruire con più precisione gli avvenimenti di un periodo storico lungo circa 5 secoli.
Lo scorso 29 agosto la direzione generale dell’archivio di Istanbul ha dato il via libera alla donazione, in formato digitale, di oltre 350 mila documenti ai colleghi albanesi dell’archivio di Stato di Tirana. Il passaggio è stato reso possibile grazie ad un accordo raggiunto tra i due enti e ha come obiettivo quello di mettere a disposizione degli storici albanesi i testi ufficiali dell’impero ottomano. Il direttore degli archivi albanesi, Ardit Bido, ha dichiarato che questi documenti saranno utili a fare luce sulla storia dell’occupazione ottomana in Albania tra il XV e l’inizio del XX secolo. Secondo Bido “nessun di essi è segreto, ma sono documenti che non si conoscevano fino a ieri. Spetterà agli storici analizzarli”.
La donazione equivale a circa la metà di tutti i documenti presenti nell’archivio di Istanbul riguardanti l’Albania e fanno riferimento soprattutto al periodo delle rivolte albanesi di fine Ottocento e alle questioni relative alla libertà religiosa, educativa e all’utilizzo della lingua albanese. Non è la prima volta che i due paesi collaborano per la condivisione dei propri archivi riguardanti la lunga storia comune. Già nel 2010, grazie al supporto della Turkish Cooperation and Coordination Agency (TIKA), il coordinatore della sede albanese Ali Ozgun Ozturk aveva sottolineato l’importanza di “dar vita ad un progetto congiunto volto ad aumentare la cooperazione storica e culturale tra i due paesi”. Il primo passo ufficiale venne compiuto nel 2015 con la condivisione di circa 5 mila documenti.
L’importanza del nuovo accordo risiede nella possibilità di chiarire definitivamente gli eventi principali che portarono alla rivolta contro l’impero e alla nascita dell’Albania come Stato indipendente. La famosissima battaglia di Kosovo Polje del 1389 tra l’esercito imperiale e le truppe guidate dal principe serbo Lazar aprì le porte all’avanzata ottomana nella regione balcanica. Tra il 1444 e il 1468, sotto la guida del principe, ed oggi eroe nazionale, Gjergj Kastrioti (Giorgio Castriota) detto Skanderbeg (1405-1468) gli albanesi riuscirono però a contrastare l’impero e ad a gettare le basi per la formazione di un proprio Principato con l’aquila nera bicipite su sfondo rosso come simbolo. Il prolungarsi del conflitto dimostrò, alla lunga, l’impossibilità per gli albanesi di competere con la forza dell’impero, in grado di mandare continuamente nuovi contingenti nella regione.
Dopo la morte di Skanderberg avvenuta nel 1468, i principi albanesi rimasero senza la loro guida e dovettero definitivamente soccombere alle truppe ottomane che, con la conquista di Durazzo nel 1501, occuparono il paese per 4 secoli. Tra le prime misure intraprese, pur riconoscendo una certa libertà di culto, l’impero ricorse ad una massiccia islamizzazione della popolazione mentre coloro che non accettarono la conversione furono soggetti ad imposte speciali. Le prime significative rivolte contro l’occupante sorsero nella metà del XVIII secolo con il bey (“signore”, in turco) Mehmed Bushati che riuscì ad occupare con un proprio esercito il nord del paese mentre suo figlio Kara Mahmud si spinse fino al Kosovo. Il completo dominio ottomano venne ristabilito solo nel 1831.
Tra i documenti consegnati all’archivio di Tirana, ve ne sono alcuni che riguardano la figura di Ismail Qemal, un liberale albanese che per decenni aveva servito l’impero contribuendo alla stesura della Costituzione del 1876 che prevedeva un più ampio decentramento nell’amministrazione delle province. La sospensione, appena due anni dopo, della carta costituzionale e il mancato riconoscimento di una provincia albanese con funzionari locali e l’utilizzo di una propria lingua alimentò le rivolte di fine secolo. Un primo riconoscimento sull’apertura di scuole albanesi arrivò con l’ascesa dei Giovani Turchi ma questo non servì a tacere le rivolte.
Nonostante durante la Prima guerra balcanica del 1912 gli albanesi combatterono a fianco dei turchi per paura di finire sotto il dominio dei serbi, il 28 novembre Ismail Qemal insieme ad un centinaio di politici locali riuniti a Valona proclamò la nascita dell’Albania indipendente. In quel giorno ricorreva il 469esimo anniversario dalla formazione del principato albanese da parte di Skanderberg di cui venne fatta propria la bandiera con l’aquila bicipite. Il successivo Trattato di Londra del maggio 1913 riconosceva l’indipendenza dell’Albania ponendo così fine a secoli di dominazione ottomana nella regione. Per gli storici albanesi, da oggi sarà più facile poter ricostruire gli eventi di circa 5 secoli di storia e i rapporti tra impero e notabili albanesi. Entro fine anno è atteso il passaggio ufficiale degli altri documenti presenti nell’archivio di Istanbul che offriranno il quadro complessivo di quella lunga pagina storica.