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Le violenze in Sudafrica contro gli stranieri che “rubano il lavoro”

Il Post 9 SETTEMBRE 2019
Sono iniziate la scorsa settimana e hanno provocato la morte di almeno dieci persone: ora la Nigeria ha annunciato il rimpatrio di 600 suoi cittadini.

Dalla scorsa settimana in Sudafrica ci sono episodi di violenza contro gli stranieri, nei quali sono state uccise almeno dieci persone. Le violenze sono iniziate dopo uno sciopero indetto dai camionisti per protestare contro l’impiego di lavoratori stranieri, accusati di “rubare il lavoro” ai cittadini sudafricani. Negli ultimi giorni sono aumentate anche le tensioni tra il Sudafrica e i paesi di provenienza degli stranieri, in particolare la Nigeria, che ha annunciato il rimpatrio di circa seicento persone.
Il Sudafrica è da tempo una delle principali destinazioni dei migranti africani cosiddetti “economici”, cioè quelle persone che lasciano il loro paese per cercare lavoro e condizioni economiche migliori: sono soprattutto migranti provenienti da paesi vicini del Sudafrica, come Lesotho, Mozambico e Zimbabwe, ma anche da alcuni stati dell’Asia meridionale e dalla Nigeria.
La scorsa settimana la polizia sudafricana ha arrestato più di 420 persone accusate di avere partecipato alle violenze contro gli stranieri, prendendo di mira soprattutto edifici e automobili. Domenica ci sono state nuove violenze dopo un discorso pubblico pronunciato nella città di Johannesburg da Mangosuthu Buthelezi, ex leader di un importante partito di opposizione ed ex ministro del governo di unità nazionale formato dopo la fine del regime dell’apartheid. Buthelezi si è presentato come “mediatore” delle tensioni durate tutta la settimana e ha sostenuto di avere provato «vergogna» a causa delle violenze contro gli stranieri, che stavano macchiando il nome del Sudafrica in tutto il continente. Diverse persone si sono però riunite in una marcia diretta verso dove stava parlando Buthelezi, urlando slogan come «gli stranieri devono tornare da dove sono venuti»: quando hanno raggiunto il luogo del comizio si sono scontrate con la polizia, che ha usato granate stordenti e proiettili di gomma.
Parlando delle violenze di domenica, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha detto che non sarebbero stati tollerati altri episodi di quel genere e ha specificato che la maggioranza degli stranieri in Sudafrica ha i documenti in regola e ha tutto il diritto di vivere tranquillamente. Secondo i critici, però, il governo non sarebbe stato in grado di prevenire le violenze xenofobe, che avvengono ormai da anni su larga scala nel paese (nel 2008, per esempio, più di 60 persone furono uccise in Sudafrica per motivi xenofobi).
Nonostante l’economia del Sudafrica sia tra le più grandi del continente, il paese ha una disoccupazione del 29 per cento e livelli molto alti di corruzione, soprattutto nel partito di governo, l’African National Congress, che è anche la forza politica a cui appartiene il presidente Ramaphosa.