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C’è un’Italia che non si arrende alla “paura” del diverso

Paolo Pezzati 15/06/2019
Una marea dorata. Cittadini, volontari e migranti avvolti da coperte termiche, nonostante il caldo asfissiante che attanaglia Roma. E’ il flash–mob andato in scena giovedì 13 maggio in piazza di Spagna, per il lancio della campagna “Io accolgo”.

In centinaia sotto le stesse coperte che negli ultimi tempi (anche in pieno inverno e per molti giorni) sono stati costretti ad indossare uomini, donne e bambini, lasciati giorno e notte alla deriva del Mediterraneo. Sui ponti delle poche navi delle ong rimaste che li hanno salvati. Organizzazioni umanitarie, ogni volta costrette a “trattare” per poter far sbarcare nell’Italia dei “porti chiusi” anche solo qualche decina di disperati fuggiti dall’inferno libico, in cui alle torture nelle carceri si è aggiunta la guerra. Mentre il Governo italiano, a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha appena approvato un decreto legge, che stabilisce una sanzione dai 10.000 ai 50.000 euro se verrà violato il divieto di ingresso nei porti
Ma di fronte a tutto questo, c’è un’Italia che accoglie e non si arrende alla visione di chi vorrebbe imporci un paese i cui comportamenti si fondano sull’odio e sulla paura.
Cittadini e organizzazioni, che credono nei principi della Costituzione, nell’integrazione. Una rete di 47 attori del terzo settore e della società civile italiana che ieri a Roma hanno lanciato una campagna che si pone l’obiettivo principale di dare voce alle tantissime esperienze di buona accoglienza e integrazione, che hanno fatto negli ultimi anni dell’Italia, un Paese degno della sua storia di solidarietà e inclusione.
Le richieste a Governo e Unione europea
Un lancio che ha visto anche la presentazione ufficiale del Manifesto della campagna, assieme a tutte le organizzazioni promotrici, tra cui Oxfam Italia, da anni impegnata nell’accoglienza di richiedenti asilo e nell’integrazione di cittadini stranieri nel nostro Paese. Molto chiare le richieste al Governo italiano e all’Unione europea.
Tra le principali: la riattivazione di una missione di ricerca e salvataggio a livello europeo nel Mediterraneo, di fronte alla crescita esponenziale del tasso di mortalità in mare rispetto all’anno scorso (nel 2019 è registrata 1 vittima ogni 6 migranti che tentano la traversata, contro 1 ogni 30 2018); l’adozione di un sistema di equa ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i Paesi europei; la riapertura effettiva dei porti italiani ai naufraghi e l’interruzione delle operazioni che li riportano in Libia; la possibilità di realizzare un’accoglienza dignitosa, riconoscendo il valore del lavoro da decine di migliaia di volontari e operatori; l’attuazione del diritto di asilo previsto dalla Costituzione, riconoscendo il diritto ad avere una residenza ai richiedenti asilo e a chi lavora regolarmente di potere avere un regolare permesso di soggiorno, cosa che in tantissimi casi non avviene; il riconoscimento dello Ius soli; una vera attivazione e promozione di canali di ingresso regolare in Italia: sia per le migliaia di persone in fuga da guerra, persecuzioni e miseria (in modo che non siano costretti a doversi affidare a scafisti e trafficanti di esseri umani), che per quelle che sono alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
La proposta di legge in discussione alla Camera nata dalla campagna “Ero straniero”
Una proposta, quella relativa alle persone alla ricerca di un lavoro, davvero prioritaria e contenuta anche nella legge di iniziativa popolare scaturita dalla campagna “Ero straniero”, grazie all’adesione di oltre 90 mila cittadini, tante organizzazioni e oltre 150 sindaci di tutta Italia. Un disegno che è in discussione proprio in queste settimane in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, prima dell’approdo in aula.
Un testo che prevede l’attivazione di due nuovi canali ingresso per i migranti: attraverso la reintroduzione del sistema dello “sponsor” (finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro del lavoratore straniero, che garantisca le risorse finanziarie adeguate e la disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio) e grazie all’intermediazione svolta da una serie di soggetti istituzionali autorizzati (centri per l’impiego, camere di commercio, le rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero, e tutta una serie di altri soggetti), con l’obiettivo di far incontrare domanda ed offerta di lavoro per i cittadini stranieri. Alle persone individuate verrebbe quindi rilasciato quindi un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro della durata di un anno. 
Assieme, nella proposta di legge, la richiesta di promuovere la regolarizzazione e l’inclusione sociale. Riconoscendo un permesso di soggiorno di 2 anni per comprovata integrazione agli stranieri già presenti, a qualunque titolo, nel territorio del Paese. Offrendo- in presenza di condizioni che ne dimostrino l’effettivo radicamento e integrazione nel Paese – la possibilità di emergere dall’irregolarità, di uscire dall’invisibilità che risulta essere il terreno fertile per cadere nello sfruttamento della criminalità organizzata, della tratta, o di datori di lavoro senza scrupoli pronti a lucrare sulla condizione di vulnerabilità che questa invisibilità genera. Una emersione che genererebbe inclusione e maggiore sicurezza per tutti.
Infine nel disegno, la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta di asilo, in caso si sia svolto percorso di formazione, di integrazione, in quello per comprovata integrazione.
Il superamento del Decreto flussi
Una proposta di legge che in primo luogo vuole quindi superare e modificare l’impostazione del “decreto flussi”, varato dal Governo, che ha dimostrato di non funzionare, visto che ormai il sistema di quote è dedicato prevalentemente agli stagionali e alla loro conversione. Occorre tener conto che il “decreto flussi”, altro non sarebbe che un documento attuativo del “Documento programmatico sulla politica dell’immigrazione”, in teoria scritto ogni tre anni e contenente una analisi del fenomeno migratorio e uno studio sugli scenari futuri. Ecco, l’ultimo Documento programmatico scritto è stato quello per il triennio 2004-2006…Ma questo non è il solo elemento di fondo in discussione.
In parallelo, si chiede infatti di garantire una vita dignitosa a tanti cittadini stranieri, che hanno già contribuito allo sviluppo del nostro sistema economico. Regolarizzandoli e facendoli uscire da situazioni di sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali: dalla ex colf che vive da molto tempo nel nostro paese, ma che magari negli ultimi anni non ha visto raggiungere i criteri sul reddito per il rinnovo del permesso di soggiorno, al giovane richiedente asilo che si troverà costretto a non vedersi rinnovato il permesso e quindi il contratto di lavoro che aveva ottenuto.
Come Oxfam – oltre che nell’accoglienza e nell’integrazione di chi è stato costretto a cercare una nuova casa in Italia, siamo al lavoro nelle “periferie” di 10 città italiane, assieme a tanti partner- per offrire un aiuto concreto a tanti cittadini italiani e stranieri in difficoltà. Una prospettiva da cui ogni giorno assistiamo a numerosissimi casi di pratiche illegittime e di vessazioni di cui sono vittime le famiglie straniere nel nostro Paese. Per questo, oggi più che mai, crediamo che sia necessario che il nostro Paese adotti finalmente politiche di lungo respiro, su un tema epocale, che se procrastinato oggi si riporrà con ancora maggiore forza domani.