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Gaza in concerto contro l’Eurovision Song Contest

Ahmad Kabariti 16 maggio 2019
In un edificio distrutto da un raid aereo israeliano, gli artisti gazawi si esibiscono contro la manifestazione musicale in corso a Tel Aviv che oscura l’occupazione dei territori palestinesi.

All’ingresso principale dell’edificio residenziale di Al-Qamar, raso al suolo da un attacco aereo israeliano la settimana scorsa, si presenta un gruppo musicale palestinese con i suoi strumenti. (Gli artisti) Mentre si preparano a cominciare a suonare, spazzano via piccole pietre e calcinacci. Il concerto di Gaza si svolge contemporaneamente a quello che sta iniziando, a 70 km. di distanza, al Charles Clore Park di Tel Aviv per inaugurare la settimana di Eurovision.
Impugnando la chitarra, Mohammed Ukasheh, 28 anni, dà il via al “Gaza Message” con entrambi i suoi batteristi. La sua canzone è un appello al boicottaggio di Eurovision.
Il gruppo comincia con alcuni brani del famoso cantante libanese Wadih al-Safi, sotto il tetto diroccato dell’edificio distrutto.
Oh, immigrants return… Homeland is preciousListen to the voice of Palestine… The voice of blame is loudly
(Oh, gli esuli torneranno… La Patria è preziosa Ascoltate la voce della Palestina… La voce della colpa si sente forte)
I will write your name my country 
Above the sun, that does not sets
Nor my sons neither my wealth
Above your love, there is no love
(Scriverò il tuo nome, terra mia,
sopra il sole che non tramonta;
né i miei figli né la mia ricchezza,
non c’è amore più forte dell’amore per te)
May god brings back our happiness and laughter
And our home filled in smile and happiness
(Possa Dio ridarci la gioia e le risate,
e una casa piena di sorrisi e felicità.)
Il palazzo di sette piani nel quartiere di Tel al-Hawa, Gaza City, è stato raso al suolo da sei missili israeliani, dopo che un anonimo ufficiale israeliano aveva dato agli inquilini cinque minuti per evacuare. L’edificio era la casa di oltre 40 abitanti e sede di esercizi commerciali, tra cui un salone di bellezza, un mini market e un negozio di pneumatici.
Nell’ultimo anno, ci sono state scene raccapriccianti al confine tra Israele e Gaza, dove Israele ha brutalmente soppresso la Grande Marcia del Ritorno. Gli artisti palestinesi hanno chiesto ai concorrenti dell’Eurovision di boicottare l’evento internazionale, che si tiene questa settimana a Tel Aviv.
L’Associazione degli Artisti Palestinesi, con sede nella Striscia di Gaza, ha dichiarato in un breve intervento che Israele sta usando l’evento per “portare avanti l’oppressione, promuovere l’ingiustizia e nascondere un brutale regime di apartheid”.
Gli artisti hanno ricordato l’uccisione di oltre 60 manifestanti palestinesi alla barriera tra Gaza e Israele il 14 maggio dell’anno scorso, appena due giorni dopo che Israele aveva vinto l’edizione 2018 dell’Eurovision.
“Come si fa a organizzare un evento internazionale sulle rovine del villaggio palestinese di Sheikh Munis?” chiede Kamel Musallam, coordinatore del concerto. “Il nostro messaggio all’Europa e agli USA è che, partecipando all’Eurovision, entrambi sono complici del massacro di Gaza”.
Sabreen Juma’a al-Najjar, madre di Razan Al-Najjar, paramedico la cui uccisione, in giugno, ha suscitato indignazione a livello internazionale, era tra le decine di spettatori ad Al-Qamar.
“Israele cerca di coprire le sue azioni letali contro i palestinesi mettendo in scena un evento musicale del genere, ma basta dare un’occhiata anche a un solo palazzo distrutto perché tutta la nomea di democrazia e moralità di Israele venga cancellata”, ha dichiarato Juma’a al-Najjar a Mondoweiss. “Perché Madonna non viene a fare il suo concerto qui, o vicino alla barriera, dove Razan è stato ammazzato?” A Tel Aviv, Madonna dovrebbe cantare due canzoni per inaugurare Eurovison, nonostante gli appelli a lei rivolti perché boicottasse lo spettacolo.
“Perché Eurovision non organizza un evento per far sentire il suono dei palazzi bombardati e senza vita, e le voci delle madri di chi è stato ucciso?” aggiunge Juma’a al-Najjar.
Secondo (il giornale) Haaretz, l’esercito israeliano ha schierato “estese” batterie di difesa aerea di Iron Dome e ha ordinato alle sue forze distaccate a Gaza di agire con la massima “moderazione” durante la competizione dell’Eurovision, che si concluderà sabato 18 maggio.
Tutto questo in seguito all’attacco israeliano della scorsa settimana contro Gaza, in cui sono stati uccisi 25 palestinesi e distrutte 800 abitazioni. Quattro israeliani sono stati uccisi da attacchi di rappresaglia.
Martedì è stato anche il primo anniversario del trasferimento dell’Ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, e della sanguinosa protesta di massa lungo la barriera di Gaza, in cui decine di palestinesi furono uccisi dal fuoco israeliano. Il 15 maggio è stato il Giorno della Nakba, in cui i palestinesi commemorano l’esodo e l’espulsione di centinaia di migliaia di rifugiati palestinesi durante le ostilità legate alla creazione di Israele nel 1948.
Jamal abu Arar, 61 anni, non è convinto che il concerto di Gaza riesca a “far arrivare il messaggio”. Abu Arar dice che “la musica è divisa in due; è romantica per ricchi e assassini, mentre il suono dell’artiglieria e delle esplosioni è riservato ai poveri e alle vittime.”
*Ahmad Kabariti è un giornalista freelance di Gaza.
(Traduzione di Elena Bellini)