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SIRIA. Le Sdf lanciano l’ultima offensiva contro l’Isis

11 febbraio 2019, Nena News
Iniziata l’operazione per la liberazione di Baghouz, al confine sud-est con l’Iraq. Già migliaia gli sfollati. Gli Stati Uniti bombardano dal cielo e danno una scadenza: il ritiro dei marines è vicina, “poche settimane”.

È partita ieri l’operazione delle Forze Democratiche Siriane, le Sdf, contro l’ultima enclave di territorio siriano occupata dallo Stato Islamico. Nel mirino c’è la regione di Baghouz, a sud-est, lungo il confine con l’Iraq. Con il lancio dell’ultima offensiva sono già centinaia i civili in fuga dagli scontri, dopo la fuga di oltre 37mila persone nei due mesi precedenti: le Sdf hanno iniziato ieri l’evacuazione attraverso corridoi umanitari diretti verso nord. Tra loro, scrive l’agenzia curda Anf, anche le famiglie di miliziani dell’Isis.
Gli scontri sono già violenti: ieri mattina sono iniziati i primi bombardamenti statunitensi contro le postazioni dell’Isis, ormai arroccato in circa quattro chilometri quadrati lungo la frontiera irachena dopo essere stato espulso da Deir Ezzor. Le Sdf avrebbero già preso decine di postazioni islamiste, fa sapere il portavoce della federazione, Mustafa Bali: “Le nostre forze stanno facendo conto sul combattimento diretto con armi leggere”, ha aggiunto.
Sarebbero circa 600 gli islamisti ancora a Baghouz. Si era diffusa la notizia, nei giorni scorsi, che tra loro si nascondesse anche il leader del “califfato”, Abu Bakr al-Baghdadi. Una notizia giunta insieme a voci su un presunto tentativo di assassinio del “califfo”, ordito da un gruppo di foreign fighter e fallito. Ma, secondo le Sdf, al-Baghdadi non è in Siria, ma probabilmente in Iraq.
Chi potrebbe essere a Baghouz, secondo il Times, sarebbero due ostaggi stranieri, l’italiano padre Paolo Dall’Oglio e il giornalista inglese John Cantlie: riportando fonti locali, il quotidiano ha scritto che i due, insieme a un terzo ostaggio, sarebbero ancora vivi, tenuti prigionieri in vista di un possibile scambio con le Sdf per un passaggio sicuro fuori dall’enclave. L’indiscrezione non è confermata: altri fonti Sdf hanno smentito l’esistenza di un negoziato in merito.
La battaglia finale, a Baghouz, è iniziata mentre a Washington il presidente Trump annunciava per la prossima settimana la sconfitta definitiva dell’Isis. L’aveva data per certa anche a metà dicembre, quando aveva parlato di un immediato ritiro dalla Siria, poi smentito, poi incerto e ora ribadito dal comandante in capo delle forze Usa in Medio Oriente che ieri dava prossimo il ritiro, entro poche settimane. Di certo, una volta caduta Baghouz, l’Isis resterà senza territori nelle proprie mani in Siria, ma non sarà scomparso: restano operative cellule di miliziani, un’attività più volte mostrata negli ultimi anni nel vicino Iraq sotto forma di attentati praticamente ovunque.