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PALESTINA. Un ricordo di Hossam, giovane gazawi morto in mare

Fabian Odeh 30 gennaio 2019
Era salito su un barcone in Turchia nella speranza di raggiungere l’Europa e una vita dignitosa e senza assedio, insieme ad altre 46 persone, tutte della Striscia. È annegato dopo che il barcone si è ribaltato di fronte alle coste greche.

Hossam Abo Sido, martire del mare. Martire del tozzo di pane come dicono in Palestina quando si muore per la sopravvivenza. Hossam, un ventenne di Gaza morto dinnanzi alle coste greche cercando un futuro.
Chi lo conosceva parlava di un ragazzo educato con tanta voglia di vivere. Quella voglia che lo ha spinto a scappare da Gaza con alcuni amici verso la Turchia. Sono rimasti bloccati per giorni sul valico di Rafah, poi l’Egitto, e da lì la Turchia, per poi cercare di raggiungere l’Europa.
È scappato da Gaza con alcuni amici perché gli mancava il respiro. Vent’anni passati su quel fazzoletto di terra senza poterne uscire, gli mancava il lavoro, come al 60% dei giovani di Gaza. Gli mancavano le minime condizioni di vita dignitosa. Gli mancava l’acqua potabile e l’energia elettrica a causa dei blocchi imposti da Israele e dalle continue tensione tra Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese. Ma soprattutto gli mancava la libertà.
Arrivati in Turchia si sono fermati a Izmir, alcuni amici hanno deciso di partire subito, lui su un altro barcone. I trafficanti turchi infatti non gli hanno permesso di salire perché gli mancavano 50 dollari a completare i 550 richiesti per la traversata. Quel barcone poteva accogliere dieci persone, e invece erano in 47. Tutti di Gaza. Tra loro tante donne e bambini, dice uno dei sopravvissuti. Sono partiti di notte, le condizioni del mare sembravano favorevoli.
Dopo 30 minuti e senza alcun preavviso i trafficanti hanno deciso di abbandonare la barca e far ritorno a Didim lasciando tutti in mezzo al mare. Nessuno aveva mai governato una barca carica in quel modo. Hanno provato a navigare senza conoscere le direzioni. Il mare cominciava a farsi agitato e assieme al mare si agitavano uomini, donne e bambini. Il panico li ha sopraffatti. Al posto dei sogni di un’Europa quasi raggiunta le grandi onde del mare. Pensavamo solo a come raggiungere la costa più vicina.
“Noi palestinesi non manchiamo di coraggio e altruismo, diamo la vita per chi ha bisogno – racconta il ragazzo sopravvissuto – e così alcuni di noi hanno deciso di saltare in acqua per alleggerire il peso del barcone ma le onde continuavano a colpirci rendendo il barcone completamente fuori controllo”.
Sono riusciti ad avvicinarsi all’isola di Farmakonisi, un’isola dalle coste rocciose dove a qualche decina di metri dalla costa le onde hanno ribaltato il barcone finendo contro gli scogli. I ragazzi si sono tuffati in mare ripetutamente portando in salvo diverse persone tra le quali una signora anziana che ormai si era lasciata andare tra le onde. Tanti sanguinavano a causa delle ferite procurate contro gli scogli. I soccorsi tardavano ad arrivare.
Raggiunta la costa hanno acceso un fuoco e lanciato un appello. Mancava Hossam. Le squadre di soccorso lo hanno cercato a lungo e dopo ore lo hanno trovato morto con una grossa ferita alla testa.
Hossam è tutti noi che abbiamo sognato a lungo la Palestina. E quando troppo stanchi di sognare abbiamo preso un’altra via, sono scese tante lacrime pensando ai nostri ulivi e i nostri datteri, alle nostre mamme e alle nostre sorelle e così siamo partiti non vedendo l’ora di tornare…
Hossam è stato sepolto in Grecia dopo lunghi tentativi da parte della sua famiglia per farlo rientrare in patria. Nessuno ha pagato per il suo ultimo viaggio a casa nonostante diversi cittadini privati si fossero offerti. Martire del mare… che tu possa riposare in pace ora. Un abbraccio dalla tua Palestina