L’Arabia saudita si prepara a deportare i rifugiati Rohingya
8 novembre 2018, Nena News |
I profughi sono in possesso di carte d’identità birmane. Temono, una volta arrivati in Bangladesh, di essere consegnati alle autorità del Myanmar rischiando abusi gravi e anche la vita.
L’Arabia Saudita si prepara a deportare in Bangladesh dozzine di rifugiati Rohingya attualmente rinchiusi in un centro di detenzione. Lo riferisce il portale d’informazione Middle East Eye che ha raccolto la testimonianza di alcuni profughi.
I destinati alla deportazione sostengono di essere in possesso di carte d’identità birmane, quindi di essere arrivati da Myanmar. E temono, una volta arrivati in Bangladesh, di essere consegnati alle autorità del Myanmar con pericolo di vita o di abusi gravi. Oltre 700.000 Rohingya – così sono chiamati a Myanmar i cittadini di fede islamica – sono fuggiti dal loro paese nel 2017 di fronte alle persecuzioni attuate dall’esercito.
“Cosa faremo quando arriveremo in Bangladesh? Non abbiamo altra scelta che suicidarci”, ha dichiarato a Middle East Eye Abdul Ghulam, rinchiuso a Shumaisi, a Jeddah. Simili i commenti degli altri Rohingya in carcere e in attesa di espulsione.
Riyadh vuole liberarsi dei profughi. Riconoscendoli come giunti dal Bangladesh e non da Myanmar conferma di non voler concedere loro lo status di rifugiato e l’asilo politico.L’Arabia saudita d’altronde non ha mai aderito alla convenzione internazionale sui rifugiati del 1951. In passato però ha accolto alcuni Rohingya, che poi hanno ottenuto la cittadinanza saudita. Ora il regno dei Saud cambia politica.
La deportazione dei profughi giunge dopo la recente visita, ad ottobre, a Riyadh della premier del Bangladesh, Sheikh Hasina, che ha incontrato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Molti Rohingya sono arrivati in Arabia Saudita con passaporti e documenti falsi di diversi paesi dell’Asia meridionale – tra cui Bangladesh, Bhutan, India, Nepal e Pakistan – per sfuggire alle persecuzioni a Myanmar. Arrestati in questi ultimi mesi, sono stati successivamente portati al centro di detenzione di Shumaisi – in cui si trovano 32.000 lavoratori privi di documenti provenienti da tutto il mondo – dove hanno confessato il loro ingresso clandestino nel Paese.Tra i detenuti ci sono anche donne e bambini.
Alcuni detenuti hanno riferito al Middle East Eye che sono stati percossi dalla polizia saudita e costretti contro la loro volontà a firmare i documenti e necessari per la loro espulsione verso il Bangladesh. Quest’ultimo il mese scorso ha annunciato di voler rimpatriare migliaia di rifugiati Rohingya a Myanmar. L’Onu ha condannato la mossa poiché la persecuzione di massa dei Rohingya cominciata un anno fa è ancora in atto.