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Via libera della Corte suprema a Lara al Qassam, può entrare in Israele

19 ottobre 2018, Nena News
La sentenza dei massimi giudici israeliani è giunta ieri, mettendo fine alla detenzione della studentessa americana di origine palestinese all’aeroporto di Tel Aviv.

Dopo 16 giorni trascorsi in detenzione nell’aeroporto Tel Aviv perché ritenuta una attivista del Bds, il movimento per il boicottaggio di Israele per le sue politiche verso i palestinesi, Lara al Qassam può ora raggiungere Gerusalemme e iniziare il suo master all’Università ebraica. La Corte suprema israeliana ieri ha autorizzato la studentessa americana, con nonni palestinesi, ad entrare in Israele, annullando le sentenze emesse nei giorni scorsi dalle corti ordinarie.
“Sono sollevata dalla decisione della corte e grata ai miei avvocati (Yotam Ben Hillel e Leora Bechor, ndr). Dico grazie anche alla mia famiglia e ai miei amici per il sostegno che mi hanno dato”, ha detto la ragazza dopo il suo rilascio. “Sarò felice di dire di più quando avrò avuto la possibilità di riposare ed elaborare questa esperienza”, ha aggiunto.
La Corte Suprema ha stabilito che la legge israeliana che vieta l’ingresso nel paese alle persone che assumono un ruolo centrale nel boicottare Israele, non può applicarsi nel caso di al Qassam, mettendo così fine a un caso che ha suscitato clamore internazionale.
Secondo il ministro israeliano Gilad Erdan, responsabile per la “lotta al Bds”, Al Qassam che in passato aveva guidato un gruppo di studenti a sostegno dei diritti dei palestinesi mentre era all’Università della Florida, sarebbe ancora una sostenitrice attiva del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni di Israele. La studentessa ha replicato di non aver partecipato alle attività del Bds per un anno e mezzo e ha promesso di non prendere parte ad attività e manifestazioni politiche durante gli studi.
L’Università ebraica, che si era schierata con la studentessa, ha accolto favorevolmente la decisione della Corte Suprema mentre i politici di destra hanno espresso un forte disappunto. Il ministro degli interni Aryeh Deri ha definito la sentenza una “vergogna”. “Dov’è la nostra dignità nazionale? – ha protestato – Negli Stati Uniti (Al Qassam) avrebbe il coraggio di agire contro lo Stato e poi chiedere di rimanere a studiare lì? Prenderò in esame i modi per prevenire che possano ripetersi casi del genere”.
La sentenza è un colpo duro per il ministro Erdan, che sta usando il pugno di ferro contro i presunti attivisti del Bds e, più in generale, verso i cittadini stranieri, spesso ebrei americani, che condannano pubblicamente le politiche israeliane nei confronti i palestinesi sotto occupazione. Erdan aveva chiesto ad Al Qassam, in cambio del permesso di ingresso, di pronunciarsi pubblicamente contro il Bds.