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Salvini e il suo decreto migranti incostituzionale

GIANCARLO GUARINO 
Ecco tutte le violazione della Costituzione e delle Convenzioni internazionali se davvero il decreto che sarà presentato sarà quello che è stato anticipato.

L’ultima cosa da fare, in un momento come questo, è commentare le disgustose manifestazioni di oltranzismo para-fascista di Matteo Salvini, aiutato e sostenuto da Luigi Di Maio: l’ho detto e lo ripeto, il più pericoloso è quest’ultimo, piccolo Robespierre di provincia, privo di senso dell’onore ma smanioso di potere. Sorvolo anche sul curioso giudizio di tal Conte Giuseppe, avvocato del popolo, «Se non avessi fatto il premier mi sarei offerto per difendere la Lega, sarebbe stato stimolante e non lo dico per offendere i legali che se ne occupano»: in qualunque Paese normale una affermazione del genere sarebbe stata accompagnata dalle dimissioni … ah già, ma tanto lui crede di essere ‘premier’, pensa di essere in Inghilterra. Le parole deboli e insulse del Ministro della Giustizia non meritano commenti, sono gocce di aria fritta, inutili; non parliamo del vice-CSM. Ma non si può non sottolineare la abituale insulsaggine della solita corrente di magistrati e dello stesso sindacato degli stessi: non hanno ancora capito da oltre venti anni da Craxi e Berlusconi, che di fronte a questi sbreghi, il silenzio è di rigore, la disattenzione è l’unica risposta: agiscano, i magistrati, se sanno e possono e non sono collusi o ossequienti, con gli atti, fermi e sereni, competenti. Tanto poi, dopo le ‘sparate’ arrivano i passi indietro, gli ‘abbassamenti di toni’, le precisazioni e i ‘colloqui notturni’, erotici perché vi si tratta di potere.
La pochezza, l’incompetenza, la miopia di Salvini si mostra nelle uniche cose che fa: prendersela con i più deboli, nascondendo la manina sporca di marmellata e difendendo sottobanco i potenti, oggi tutti latte e miele, non a caso. E infatti prepara il suo colpo basso da azzeccagarbugli privo di senso dell’umanità, allestendo una legge ‘giro di vite’ contro i migranti, vaccinati e ‘palestrati’, come dice con disgustosa rozzezza. Sta, infatti, per presentare un nuovo decreto, che rivoluzionerà, o almeno ci proverà, la situazione attuale. Non avendo a disposizione il testo definitivo, ma solo delle anticipazioni diffuse giovedì scorso e la relativa Relazione illustrativa’ diffusa da ‘Adnkronos’, non si può andare oltre qualche commento sommario, che faccia riferimento a ciò che appare errato nel decreto: errato perché illegittimo. Non mi riferisco, dunque, né parlerò, di quanto di umano dovrebbe esservi in ciascuno Stato e in ciascun uomo di Stato, mi domando solo a cosa possa mai servire scatenare una guerra contro queste persone, che comunque non sono certo un problema, e meno che mai ‘il’ problema, per un Paese di sessanta milioni di abitanti abituati, se non aizzati con argomenti volgarmente razzisti, a vedere gli stranieri con la comprensione che abbiamo spesso cercata a caro prezzo quando migranti siamo stati noi. Quando si sente, da persone ‘normali’ e dabbene che i migranti sono la causa della entità minima delle loro pensioni, cadono le braccia e non resta che insistere a spiegare, e sperare.
La nostra Costituzione, ancora in vigore, all’articolo 10 afferma: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici». Non si parla di guerra o altro, ma più generalmente di ogni situazione in cui una persona è messa in condizione di disagio politico: a queste persone è riconosciuto il diritto all’asilo. Le Convenzioni internazionali principali che si occupano della questione, sono la Convenzione di Ginevra del 1951 (e il Protocollo del 1967) e la famosa convenzione di Dublino e il relativo Regolamento comunitario. Tutte queste norme sono state regolarmente ratificate o applicate, grazie ad una legge, in Italia e quindi, a norma di Costituzione, sono, a tutti gli effetti, legge italiana, non suscettibile, però, di essere abrogata unilateralmente in quanto derivano da convenzioni internazionali. Ciò è, tra l’altro, detto esplicitamente al primo comma dell’articolo 117 della Costituzione.
L’articolo 2 della nostra Costituzione, esplicitamente afferma: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo», nota bene: non del cittadino, ma dell’uomo, di ogni uomo su questa terra, «sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale»; è un riferimento esplicito alle norme in materia di diritti dell’uomo di provenienza internazionale e la disposizione è anche esplicativa del significato della già riportata frase dell’articolo 10, e così le norme sui diritti dell’uomo fanno tutte parte integrante del nostro ordinamento e contribuiscono a determinare il significato del diritto di asilo.
Il quale prevede, infatti e tra l’altro, la concessione di ‘permessi di soggiorno’ a persone che siano discriminate o messe in difficoltà grave di sopravvivenza o di vita nel proprio Paese: in applicazione all’articolo 10 della Costituzione.
Il decreto in preparazione si propone innanzitutto di ridurre il numero di coloro cui venga riconosciuta la possibilità di accedere al permesso di soggiorno per motivi umanitari, in altre parole il decretoesplicitamente si propone di colpire i migranti in quanto tali, in quanto stranieri sgraditi. Sia chiaro: ciò è legittimo giuridicamente, quando non leda, e questo è tutto da vedere caso per caso, il diritto del migrante ad entrare nel nostro Paese, se sia invece legittimo dal punto di vista umano e sociale è cosa che ciascuno di noi, ciascun cittadino italiano potrà e dovrà valutare da sé. In altre parole: è la corretta applicazione e interpretazione dell’articolo 10 Costituzione, quella che stabilisce se quel singolo migrante possa o meno rientrare nella protezione. Le norme della legge ordinaria, sia ben chiaro, non possono essere in contrasto con la Costituzione; se lo sono, saranno abrogate!
Posso solo aggiungere che il decreto, mentre si propone, come detto, di abrogare il sistema del permesso di soggiorno, rendendosi conto di violare così gravemente le convenzioni internazionali, immagina delleipotesi eccezionali per utilizzare egualmente il sistema. Che si abolisca un istituto, per reintrodurlo sotto mentite spoglie è operazione giuridica ardita e di dubbio successo: qualunque avvocato lo potrà dire. Ma sono le “ipotesi eccezionali” che colpiscono. Esse sarebbero: 1. condizioni di salute particolarmente grave-quindi, invece di essere il ricettacolo di ogni migrante economico, come afferma spesso Salvini, diventeremmo il pronto soccorso del mondo intero? Ci si rende conto di ciò che si scrive?- 2. casi di calamità naturale -come dire che quando ci sarà il, purtroppo puntuale, prossimo terremoto in Turchia e poi, che so, in Montenegro, noi accoglieremo gli sfollati? Mah- 3. infine una ipotesi, che a questo punto diventa surreale oltre che illecita, quella ‘premiale’, per cui allo straniero che compie atti di particolare valore civile vien concesso il permesso di soggiorno. Si crea così una discriminazione con gli altri migranti (incostituzionale, a mio parere) ma specialmente non si capisce come uno straniero possa fare quelle ottime cose se in Italia praticamente non può entrare mai … a meno di essere gravemente malato o fuggitivo da un terremoto! Sarebbe, nella terminologia di papà Salvini, un ‘clandestino’, cui si abbonerebbe il reato, ma vi rendete conto? Permettetemi, a me sembra ridicolo e già vedo i giudici costituzionali, nei loro studi tappezzati di velluti damascati di inestimabile valore, pulire e affilare i loro coltelli, giuridici, per affossare questa assurdità.
Premesso che si prevedono altri reati per l’espulsione dello straniero, in particolare reati sessuali e furti in abitazioni (Salvini, con tutto il rispetto, mi sembra che abbia una ‘fissa’ in materia), un altro punto da sottolineare attiene alla possibilità di revoca della cittadinanza. Si prevede, infatti, pare, che allo stranierocui (già con molto maggiore difficoltà di oggi) sia stata concessa la cittadinanza, la stessa si possa revocare non solo in caso di condanna definitive per gravi reati ‘connessi’ al terrorismo. Vediamo bene perchéqui la incostituzionalità è, a mio parere, plateale.
Intanto, la concessione della cittadinanza potrebbe essere negata in caso di provvedimenti non definitivi dell’autorità di pubblica sicurezza o giudiziaria. Qui si lede il principio costituzionale fondamentale della innocenza fino a sentenza definitiva, del quale, per ironia della sorte, si sta avvalendo proprio Salvini, sia in quanto capo di un partito che avrebbe rubato dei soldini (parecchi, a dire il vero) allo Stato, sia in quanto imputato di un reato penale gravissimo come il sequestro di persona e la tortura ecc. Ciò detto, attenzione.
A un cittadino italiano la cittadinanza non può essere tolta, mai per nessun motivo, anzi, un cittadino italiano, magari autore di reati gravissimi di sangue e sessuali all’estero (quelli che teme tanto Salvini) non può, lo dice la Costituzione, essere estradato (cioè trasferito ad un giudice all’estero) per essere condannato, per cui, in ipotesi, passeggerebbe, libero sereno e giulivo in Italia. Una volta ‘concessa’ la cittadinanza, lo straniero è a tutti gli effetti cittadino italiano, e quindi nulla e nessuno potrà mai togliergli la cittadinanza.
Questo mi pare un punto di particolare debolezza, e di evidente minaccia, del progettato decreto.
Solo un’ultima parola: al solito, in un tema così delicato e controverso, si prevede di emettere un decreto legge, cioè una norma che entra immediatamente in vigore e che non richiede in alcun modo una discussione pubblica, cioè parlamentare. È vero che il Parlamento dovrà poi ratificare il decreto, ma in condizioni di estrema urgenza (ci sono solo 60 giorni per approvarlo) e con un Governo che, puntualmente, non mancherà di porre la questione di fiducia.
Avendo la maggioranza il Governo non ha difficoltà a fare ‘passare’ il decreto, ma con la ‘questione di fiducia’ si impedirà a chi non sia d’accordo almeno di fare valere, pubblicamente, la propria opinione: è la concezione della democrazia dell’enfant prodige del Vesuvio e del suo mentore Casaleggio & co.