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Asia Argento e l’ingiustizia: da giudice di XFactor a una condanna senza processo

Michela Pagarini 17/09/2018
Certe vite sembrano più faticose, più segnate di altre, e pare che agli spiriti ribelli spesso ne capiti in dote proprio una di quelle.

O forse sarà che si diventa più facilmente ribelli quando scopri che a te ne è toccata una di quel tipo? Non lo so, certo è che Asia Argento sembra destinata ad averne una parecchio complicata, e proprio per questo, guardare XFactor che da sempre è una delle mie trasmissioni preferite, è diventato assai difficile.

A un anno di distanza dallo scandalo Weinstein di cui è stata la miccia, e poche settimane dopo aver assunto il ruolo di neo giudice – rivelando peraltro una sorprendente capacità di stare bene anche in un talent e una gran competenza musicale – un altro problema gigantesco si è abbattuto su di lei, ovvero un attore americano ha dichiarato che hanno fatto sesso quando ancora era un minorenne.
Molestatrice, stupratrice, approfittatrice, bugiarda, il mondo dei social è impazzito e ha dato il suo peggio con i soliti modi e toni, ma la cosa che più mi ha sconvolta è che anche Sky è entrata nel tunnel, e da XFactor hanno dichiarato prima che se le accuse si fossero rivelate fondate, Asia avrebbe perso il suo posto e in seconda battuta, nonostante per ora né denunce né sentenze siano arrivate, hanno annunciato che verrà sostituita per le puntate in diretta da ottobre.
Perciò, guardando le prime puntate, registrate quando ancora tutto ciò non era iniziato e lei era ai primi passi di quella che avrebbe dovuto essere la sua riscossa, sento forte un senso di ingiustizia che non mi abbandona neanche a fine trasmissione. Minuta e competente, un po’ timida e un po’ spaccona, la si vede fare il suo lavoro sorridendo, riflettere e consigliare, scherzare e commuoversi, e chi legge i giornali sa che in ognuno di quei gesti vale doppio, perché fatti nel pieno di un grandissimo dramma personale.
Ma anche questo suo farsi forza e tenere alta la testa in un momento di dolore le è costato polemiche e insulti, perché a noi italiani piacciono le lacrime e il sangue – solo dalle donne però – e un comportamento che da parte di un uomo sarebbe stato ritenuto ovvio, dignitoso e professionale (rispettare un contratto e il lavoro di tutti gli altri, a prescindere degli accadimenti della vita privata) nel suo caso invece è stato letto dai soliti come indice di scarsa umanità.
Di sicuro in molti avrebbero preferito vederla mandare tutto all’aria, impazzita dal dolore, per spiare nelle sue viscere e discuterne allegramente davanti a uno spritz, invece ha tenuto saldi mente e cuore senza giocare con facili pietismi, e anche per questo l’ho stimata.
Sky, comunque, ha deciso di toglierle il ruolo, anche se l’accusa di molestia sessuale è arrivata solo tramite i media, e da parte di un attore di cui lei – parole di lui – è stata il sogno erotico per anni. E che a sua volta è stato denunciato per molestie e manipolazione da parte della sua ex, fino al fatto di averci fatto sesso quando ancora era minorenne (lei, stavolta). Perché le accuse di lui screditerebbero Asia mentre le accuse della ex non screditano lui, per esempio?
E più in generale, perché X Factor invece che proteggere una dei suoi giudici, ha deciso di abbandonarla, rinforzando così l’assurdità dell’intera faccenda? E l’unica risposta che trovo è che sia un allontanamento preventivo per timore di una shit storm che avvenga in piena diretta, insomma mettono le mani avanti, e si mettono proni di fronte all’umore social del pubblico. Eppure, di cosa stiamo parlando?
Pur non essendo una sessuologa né una psicologa, sentendo gli uomini che conosco, leggendo libri, guardando film, ho spesso concluso che per un maschio, andare a letto con l’attrice dei sogni in età precoce sia perlopiù considerato un passaggio di formazione, un sogno, un colpo di fortuna. E d’altronde sono ancora vivi coloro che portavano i figli adolescenti da donne ben più adulte e navigate per “svezzarli” sessualmente. Ne ho dedotto perciò che per uomini e donne non solo la sessualità abbia componenti e implicazioni profondamente differenti, ma che sono diverse anche le cose che temiamo, quelle che ci fanno sentire minacciati, violati, sottomessi.
Certo, altro discorso è se parliamo degli abusi veri, compiuti dagli uomini (le eccezioni sono così rare che non ci sono nemmeno molti dati, sono appunto rarità), quelli che di solito vengono agiti sia contro uomini che donne.
Provo a essere chiara: un abuso, uno stupro, c’entrano molto più con la costrizione e la violenza che con l’età legale della vittima. L’età può essere un’aggravante, ma non l’intero motivo dell’accusa. Maschio o femmina che tu sia, se a 16, 17 anni riesci a portarti a letto il tuo sogno erotico VIP, per la legge (americana, da noi già tra i 14 e i 16 anni sei considerato legalmente in grado di fare sesso consenziente, quindi tecnicamente anche se fosse vero, per la legge italiana non è reato) forse non sei perfettamente in grado di autodeterminarti, ma per te e una buona fetta del mondo quella è una botta di fortuna, un’esperienza, una cosa bella da raccontare e una libera scelta, altro che violenza.
Mentre se ti stanno infilando un pene o altre cose da qualche parte del tuo corpo e contro la tua volontà, se ti stanno palpeggiando, costringendo a contatti intimi non desiderati, se sei in condizioni di svantaggio fisico o emotivo, se hai molto più da perdere che da guadagnare a ribellarti, se sei sotto minaccia, ricatto, botte o sudditanza emotiva, se hai paura e ti fanno male, questo è un abuso e uno stupro, e prescinde dal fatto che tu sia maschio o femmina, ma non prescinde da chi lo sta agendo, salvo eccezioni. Di solito – se serve dirlo – è un uomo, o più di uno.
Questo distinguo però non viene mai applicato, si preferisce equiparare indegnamente le cose fingendo di credere che sia lo stesso. Una cosa che viene fatta spesso peraltro, quella di sminuire le battaglie femminili ribaltandole indebitamente: “Volete la parità? Pagatevi la cena” andava di moda dire in un certo periodo, quando si discuteva di quote rosa, che poteva avere anche una sua logica, peccato però che la questione non sia mai stata posta correttamente, ovvero: “vuoi la parità? Lotterò perché tu venga pagata in maniera equa, così potrai pagarti la cena quanto me”. Quella sì, sarebbe stata parità vera, e vera libertà e infatti non ci siamo mai arrivati.
Così, credo che la legge sulle molestie – soprattutto nel caso di quelle sui minori – dovrebbe avere un genere nominato esplicitamente, non per la vittima ovviamente, ma per chi la agisce, che fa ancora parecchia differenza.
Invece qui si finge che ribaltare la frittata a parti inverse sia sintomo di equità. Non lo è, e se non bastasse la logica per capirlo, basta guardare l’accanimento che si è visto contro Asia Argento, iniziato un anno fa in occasione della sua denuncia e mai placato: contro di lei c’è una rabbia punitiva feroce, che ho visto raramente così continuativa e mai (magari!!) rivolta contro uomini.
Che cosa ha fatto, perché tutto questo rancore? Perché la gente invece che leggere i giornali e mettersi le mani nei capelli davanti a un mondo che sembra ormai completamente governato da logiche di violenza (quella vera!), dove il numero delle vittime (quelle vere!) cresce a dismisura e senza inversioni di tendenza, scaglia la sua rabbia contro di lei?
Penso che Asia Argento venga odiata e quindi punita perché, prendendo voce sulle molestie nel cinema e provocando la frana che è poi avvenuta, ha rotto un giochino che molti non avrebbero mai voluto mettere in discussione, ha tirato giù il velo sulla realtà di un mondo nato per illuderci che le cose siano diverse: il cinema.
Siamo abituati a pensare a quel magico mondo come lo spazio senza problemi fatto apposta per farci dimenticare i nostri, un ambito popolato da donne stupende e disponibili, senza difetti né anima, da contratto messe lì per far sognare il pubblico e non creare problemi se non quelli da copione. Il cinema però, abbiamo scoperto di recente, non è solo finzione, spensieratezza, svago. È un banalissimo posto di lavoro per molti. Ci sono persone, dentro. Problemi, sentimenti, difficoltà. Insomma un mito che crolla.
Asia Argento è strana, ribelle, troppo riot per molti, troppo dark per altri, e magari non ne avrei fatto un’icona del femminismo, perché anche la consapevolezza di genere si acquista man mano e forse la sua deve ancora finire di formarsi. Ma diciamo la verità, ameno per un secondo. Non ha fatto niente di male a nessuno, davvero niente di male, anche se a molti piace dire il contrario, e ne ha ricevuto molto.
I cattivi veri sono altri e accanirsi contro di lei, a parte il fatto che è indegno anche solo dal punto di vista umano, dice molto di chi lo fa. Perché se proprio si avverte la necessità di fare i giustizieri, oggi con la vastità di scelta fra i mostri che ci sono in giro, scegliere proprio lei come bersaglio può significare alla fine soltanto due cose: o che siete stupidi, o che siete st***zi. A voi la scelta.