Perché l’Egitto prepara i Mondiali in Cecenia?
Il Post,
3 giugno 2018
la Russia e la volontà di Vladimir Putin di contare di più nel mondo arabo
Mohamed
Salah. (Getty Images) |
di maggio a Grozny, la capitale della Cecenia, repubblica del Caucaso a maggioranza
musulmana che fa parte della Federazione Russa, c’è stata una cerimonia molto
particolare a cui hanno partecipato il controverso leader ceceno Ramzan Kadyrov
e il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al Nahyan. La
cerimonia è stata organizzata per l’apertura di un nuovo hotel di lusso, il
primo in Cecenia finanziato con fondi stranieri, che a partire dai prossimi
giorni ospiterà la Nazionale di calcio dell’Egitto durante la sua preparazione
ai Mondiali.
ministro dell’Informazione del governo ceceno, Jambulat Umarov, ha spiegato
così la bizzarra scelta della federazione egiziana di fare la preparazione in
Cecenia: «Loro sono musulmani, noi siamo musulmani. Siamo entrambi musulmani».
Poi ha aggiunto: «Penso che Mohamed Salah ne sarà felice», riferendosi alla
fede musulmana del più forte e
amato giocatore egiziano, noto anche per essere molto religioso.
differenza di quello che dice il governo ceceno, però, dietro alla scelta della
federazione di calcio egiziana c’è molto di più: non solo ragioni sportive o
legate alla religione, ma anche forti motivi politici. Per Kadyrov, leader
ceceno conosciuto in Occidente soprattutto per le violenze brutali del suo
regime, stringere legami con l’Egitto rientra in una strategia più ampia,
appoggiata anche dal presidente russo Vladimir Putin, che di Kadyrov è alleato:
farsi nuovi amici nel mondo arabo presentandosi come “inviato non ufficiale” in
rappresentanza dei 20 milioni di musulmani che vivono in Russia.
Un enorme
striscione con la faccia di Putin srotolato nel campo dello stadio
Akhmat Arena
di Grozny, dove la Nazionale di calcio egiziana si preparerà per i Mondiali (AP Photo/Musa Sadulayev) |
Negli
ultimi anni Kadyrov ha stretto legami di amicizia con il potente principe
ereditario emiratino Mohammed bin Zayed al Nahyan, ha guidato la creazione a
Grozny del Fondo Zayed, istituito per sostenere le imprese locali, ha
appoggiato la decisione della compagnia aerea Air Arabia di inaugurare voli
diretti tra la Cecenia e gli Emirati Arabi Uniti e ha visitato ufficialmente
alcuni paesi del Golfo Persico. Oltre a rafforzare i rapporti economici e di
amicizia con i paesi arabi, Kadyrov ha organizzato manifestazioni in
solidarietà dei rohingya, minoranza etnica musulmana perseguitata brutalmente
in Myanmar, ha mandato battaglioni a combattere in Siria dalla parte di Bashar
al Assad e ha ristrutturato una moschea della città siriana di Aleppo.
L’impressione di molti è che Kadyrov abbia fatto tutto questo non solo per
ambizione personale ma anche incoraggiato da Putin, che negli ultimi anni ha
mostrato di essere interessato ad aumentare la sua influenza in Medio Oriente.
al potere in Cecenia dal 2005, è un personaggio molto particolare. Come ha scritto
Amie Ferris Rotman sul Washington Post, «solo pochi anni fa era
considerato da Mosca una forza bruta necessaria per sopprimere la
violenza islamista in Cecenia, il posto dove nei decenni recenti si sono
combattute due guerre per l’indipendenza da Mosca». Secondo il
giornalista Max Seddon, tra Putin e Kadyrov esiste fin dal principio
una sorta di accordo informale: la Russia finanzia il regime di Kadyrov, che in
cambio reprime ogni forma di dissenso anti-russo e combatte gli estremisti
islamisti ceceni con tutti i mezzi possibili.
diversi giornalisti esperti di Russia, la collaborazione tra i due andrebbe
anche oltre. Kadyrov, ha scritto il
New York Times, sembrerebbe essere collegato a quasi tutti i più
importanti omicidi politici avvenuti in Russia negli ultimi anni, tra cui
quello del noto oppositore russo Boris Nemtsov, ucciso nel febbraio
2015 a Mosca. Negli ultimi anni il regime di Kadyrov è stato accusato più volte
di violazioni dei diritti umani, così come quello del presidente egiziano Abdel
Fattah al Sisi. Una delle inchieste giornalistiche più importanti è stata
realizzata dal quotidiano russo d’opposizione Novaya Gazeta, che nell’aprile
dello scorso anno parlò
di torture, arresti e omicidi compiuti dal regime ceceno contro gli
omosessuali.
di quest’anno l’organizzazione non governativa Human Rights Watch aveva chiesto
alla FIFA, l’organo di governo del calcio mondiale, di intervenire
nella scelta della Nazionale egiziana di allenarsi in Cecenia, vista la
brutalità del regime di Kadyrov. La FIFA si è limitata a «condannare le
discriminazioni in ogni loro forma» ma non è andata oltre, mentre il team
manager della Nazionale egiziana, Ihab Leheta, ha detto che qualsiasi dubbio
sulla scelta del posto dovrebbe essere rivolto alla FIFA: «Per noi il posto è
buono e calmo, le persone ci hanno accolto bene».