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La nuova costituzione in Burundi e l’a-democrazia etiope

Di Federica Iezzi, Nena News, 26 mag 2018
Con la consueta rubrica del sabato sul continente africano vi raccontiamo le modifiche costituzionali in Burundi che lasciano il presidente al potere Nkurunziza al potere fino al 2034, in Congo con l’espansione del virus Ebola e in Etiopia dove a 27 anni dall’indipendenza il paese resta una feroce dittatura
I nuovi contagi da virus Ebola in Congo (Foto: Cnn)
Burundi
Gli elettori in Burundi hanno dato il via libera a emendamenti costituzionali che potrebbero consentire al presidente Pierre Nkurunziza di rimanere in carica fino al 2034 e di rafforzare i suoi poteri. Pierre-Claver Ndayicariye, capo della commissione elettorale, ha detto che il 73% degli elettori ha votato ‘si’ al referendum per modificare la costituzione.
Oltre a consentire a Nkurunziza di prolungare il suo governo, le modifiche approvate alla costituzione del Burundi, consentono anche la revisione delle quote etniche attualmente protette dagli accordi di Arusha.
Ancor prima del voto, l’opposizione aveva denunciato i risultati come non democratici e i gruppi per i diritti umani dichiarano che il periodo della campagna elettorale è stato caratterizzato da intimidazioni e abusi. In seguito al ballottaggio, anche Human Rights Watch ha denunciato abusi.
Il referendum è arrivato tre anni dopo che Nkurunziza ha vinto un controverso terzo mandato come presidente durante le elezioni del 2015, che è stato boicottato dall’opposizione. Ne seguì una crisi politica, con l’opposizione che dichiarò incostituzionale la figura di Nkurunziza. Un tentativo di colpo di stato è stato evitato e proteste anti-governative hanno provocato la morte di almeno 1.200 persone. Oltre 400mila persone, tra cui leader dell’opposizione, sono fuggite dal paese.
Repubblica Democratica del Congo
Un focolaio del virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo sembra avere un chiaro potenziale di espansione secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inizialmente sembrava essere confinata in un ambiente rurale vicino alla città di Bikoro, nella provincia nord-occidentale dell’Equateur. Ma un episodio confermato del virus la scorsa settimana nella città di Mbandaka, che ospita 1,2 milioni di persone, ha fatto precipitare la crisi in una nuova fase.
Il numero di persone colpite dal virus è salito a 28 dall’inizio di aprile, i casi sospetti sono 21. I decessi sono saliti a 27. E sette dei casi confermati erano in contesti urbani. Il tasso di mortalità medio tra quelli infetti da Ebola è di circa il 50%.
Finora l’OMS ha inviato 7.540 vaccini sperimentali alla Repubblica Democratica del Congo e manderà altre 8000 dosi, nei prossimi giorni. Sebbene privo di licenza, il vaccino sperimentale si è dimostrato efficace quando è stato utilizzato in Africa occidentale tra il 2013-2016 durante l’epidemia di Ebola, che ha causato la morte di circa 11.300 persone tra Guinea, Sierra Leone e Liberia.
Eritrea
Questa settimana ricorre il 27° anniversario dell’indipendenza dell’Eritrea, duramente conquistata dopo una guerra durata 30 anni con l’Etiopia. Nel settembre 1997, in un discorso pubblico alla Walton Park Conference nel West Sussex, in Inghilterra, il presidente Afwerki espresse profonde osservazioni sulla democrazia e sul concetto di stato di diritto. E nonostante le opinioni progressiste espresse dal presidente in questo discorso, l’Eritrea si è allontanata sempre più dalla democrazia negli ultimi due decenni sotto il suo governo.
Ad oggi l’Eritrea è ancora governata senza una Costituzione e il paese è ancora gestito da un unico partito, il People’s Front for Democracy and Justice. Nell’Eritrea odierna, ogni cittadino è costretto a dimostrare continuamente la propria obbedienza al regime, a informare ripetutamente le autorità della propria ubicazione e chiedere il permesso di prendere parte alle attività più banali.
La costruzione di abitazioni è stata bandita dal maggio 2006. L’esercito è stato preposto a demolire case costruite clandestinamente. A causa di una carenza acuta di abitazioni, gli affitti sono saliti alle stelle, al punto in cui l’affitto di una casa non ammobiliata con due camere da letto equivale allo stipendio mensile di un ministro.
Il presidente inoltra considera pilastro essenziale di una democrazia di successo la libertà di espressione e di opinione. Ma dal settembre 2001, tutti i media privati sono stati vietati e ai giornalisti internazionali non è permesso l’ingresso nel paese.