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💥 SPECIAL SYRIA _ Usa, Francia e Gb attaccano in Siria, ma evitano le basi russe. La rabbia di Putin

Il Dubbio, 14 Aprile 2018

Il raid
congiunto alle tre del mattino. Colpito sito di stoccaggio di armi chimiche
(tre feriti). Damasco attiva la contraerea, Mosca chiede l’intervento dell’Onu:
“Ci saranno conseguenze”

Dopo le
minacce, Donald Trump passa ai fatti. A una settimana esatta dagli attacchi con
gas chimici a Douma, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di aver
ordinato un raid contro il regime siriano condotto assieme a Francia e Gran
Bretagna. “Poco fa ho ordinato alle forze armate statunitensi di lanciare
attacchi in Siria” ha detto Trump alle 21 ora americana, le 3 in Italia. I
l
presidente americano ha annunciato “attacchi di precisioni” contro obiettivi in
Siria collegati al programma di armi chimiche. In Italia, il presidente del
Consiglio Paolo Gentiloni è stato costantemente informato durante la notte
degli sviluppi degli attacchi, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e
Difesa e con i vertici militari.
Tre gli
obiettivi colpiti nella notte e indicati dal capo degli Stati maggiori riuniti,
il generale Joseph Dunford, durante un un briefing al Pentagono: un centro di
ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche a ovest di Homs, un altro
deposito e un centro di comando sempre nei pressi di Homs. “Questa volta, noi e
i nostri alleati abbiamo colpito più duramente – ha affermato il segretario
alla Difesa James Mattis, ricordando l’attacco dell’anno scorso alla base aerea
siriana di Shayrat -. Evidentemente il regime di Assad non aveva colto il
messaggio”.
Stavolta,
ha proseguito Mattis, “abbiamo mandato un messaggio chiaro ad Assad ed ai suoi
luogotenenti assassini”. Il responsabile del Pentagono ha poi voluto
sottolineare che “questi raid sono diretti contro il regime siriano: nel
condurlo abbiamo fatto di tutto per evitare vittime civili e straniere”. –
Il
ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, ha reso noto che contro gli
obiettivi siriani sono stati lanciati oltre 100 missili. “Il sistema di difesa
aerea siriana è stato attivato, una parte considerevole dei missili cruise e
aria-terra è stata abbattuta prima di raggiungere gli obiettivi”. Tuttavia,
nessuno dei missili lanciati da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna è entrato
nella zona della difesa area russa dispiegata a Tartus e Hmeymim. La Russia, ha
precisato il ministro della difesa russo, “non ha dovuto usare le sue difese
per rispondere all’attacco” in Siria.
Nel suo
discorso in tv, Trump ha parlato di una decisione presa in seguito all’attacco
“spregevole e malvagio” a Douma e attribuito al regime siriano. “Non è stata
l’azione di un uomo – ha sottolineato – ma il crimine di un mostro”.
“L’obiettivo di questa azione – ha sottolineato Trump, ricordando che “il
massacro” di una settimana fa ha rappresentato “un’escalation significativa”
nell’utilizzo di armi chimiche da parte “di un regime veramente terribile” – è
di creare un forte deterrente contro la produzione, la diffusione e l’uso di
armi chimiche”.
Quindi si
è rivolto direttamente a Russia e Iran, alleati del regime di Damasco,
“maggiormente responsabili per il sostegno ed il finanziamento del regime
criminale di Assad”. A loro, “chiedo: quale tipo di nazione vuole essere
associata all’uccisione di massa di uomini, donne e bambini innocenti? Le
nazioni del mondo possono essere giudicate dagli amici che hanno. Nessun Paese
può nel lungo periodo avere successo, promuovendo stati canaglia, tiranni
brutali e dittatori assassini”. Poi, indirizzandosi a Mosca Trump ha
sottolineato: “la Russia deve decidere se continuare lungo questo sentiero
buio”.
Alle
parole di Trump hanno fatto seguito quelle del presidente francese, Emmanuel
Macron. Con l’attacco del 7 aprile scorso a Douma, ha rimarcato Macron, “la
linea rossa fissata dalla Francia a maggio del 2017 è stata superata”. Per
questo, ha detto “ho ordinato alle Forze armate francesi di intervenire. In una
nota diffusa nella notte, il presidente francese ha fatto sapere che “non si
può tollerare la banalizzazione dell’impiego di armi chimiche, un pericolo
immediato per il popolo siriano e per la nostra sicurezza collettiva”.
Sulla
stessa lunghezza d’onda la premier britannica Theresa May. “Non c’erano
alternative praticabili all’uso della forza per degradare e dissuadere dal
ricorso alle armi chimiche il regime siriano” ha detto May, giustificando la
partecipazione ai raid. “Non stiamo intervenendo nella guerra civile, non si
tratta del cambio di regime” ha precisato la premier inglese, che ha descritto
i raid come “un attacco limitato e mirato”. L’azione, ha aggiunto, “manderà un
segnale chiaro a chiunque creda di poter usare le armi chimiche impunemente:
non possiamo permettere che l’uso di armi chimiche sia normalizzato, in Siria,
nelle strade del Regno Unito o dovunque nel mondo”.
Immediata
la replica del Cremlino. Il presidente Putin ha parlato di “un atto di
aggressione contro una nazione sovrana“, mentre l’ambasciatore russo negli
Stati Uniti Anatoly Anatov ha annunciato che l’attacco non resterà senza
“conseguenze”. “Insultare il presidente della Russia – ha rimarcato – è
inaccettabile e inammissibile”. “Tutta la responsabilità sta a Washington,
Londra e Parigi – ha detto in una nota – Gli Stati Uniti, Paese che ha il più
grande arsenale di armi chimiche, non ha il diritto morale di accusare altri
Paesi”.
Anche
l’Iran ha avvertito che dopo i raid, che condanna “fortemente”, ci saranno
“conseguenze regionali”. Secondo quanto si legge sul canale Telegram del
portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, “gli Stati Uniti e i loro
alleati, senza alcuna prova e prima anche di una presa di posizione
dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), hanno
condotto questa operazione militare contro la Siria e sono responsabili delle conseguenze
regionali di questa azione avventurista”.
Le Forze
armate siriane hanno confermato che sono stati colpiti obiettivi del regime. In
un comunicato letto in tv da un generale dell’esercito delle Forze armate
siriane si riferisce che il raid sul centro di ricerca di Barzeh, a nordest di
Damasco, ha provocato danni materiali e che la difesa siriana è riuscita ad
abbattere molti missili dopo aver risposto all’attacco con “grande efficienza”.
L’esercito
ha inoltre confermato che alcuni missili hanno mancato l’obiettivo, finendo su
una base militare nei pressi di Homs e ferendo tre civili.Damasco ha condannato
“nei termini più forti l’aggressione” di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna
contro il territorio siriano. “La Repubblica araba siriana – afferma una fonte
del ministero degli Esteri, citata dall’agenzia di stampa Sana – condanna nei
termini più forti la brutale aggressione americana, francese e britannica
contro la Siria, che rappresenta una palese violazione del diritto
internazionale“.