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Le nostalgie imperiali che destabilizzano l’Europa

Bernard
Guetta, Internazionale, 5 aprile 2018

Sono tre
paesi che non potrebbero essere più diversi. La piccola Ungheria, cristiana,
conta meno di dieci milioni di abitanti. La Turchia, musulmana, ha invece una
popolazione di circa 83 milioni di persone. La Federazione russa, a maggioranza
cristiana, ha centocinquanta milioni di abitanti. 
Una
manifestazione in sostegno del primo ministro ungherese Viktor Orbán a
Budapest, 
il 15 marzo 2018. (Bernadett Szabo, Reuters/Contrasto)

A priori
i tre paesi non sembrano avere niente in comune. Ma allora perché stanno
provocando il caos nell’ordine internazionale?

Paese
dell’Unione europea, chiamato alle urne l’8 aprile, l’Ungheria si prepara a
concedere per la terza volta una maggioranza al primo
ministro Viktor Orbán
, l’uomo che ha inventato il concetto di
“democrazia illiberale”, un regime i cui leader sono eletti ma i mezzi
d’informazione sono sotto controllo e dove le libertà continuano a ridursi.
L’Ungheria è in rotta di collisione con tutti i valori dell’Unione europea, da
cui non può però essere esclusa perché, a cominciare dalla Polonia, altri paesi
dell’Unione provenienti dall’ex blocco sovietico condividono
il suo rifiuto
di qualsiasi sovranazionalismo europeo.
Amputazioni
storiche

La Turchia, paese della Nato dall’inizio degli anni cinquanta, continua ad
avvicinarsi alla Russia, da cui acquista armi, mentre rischia sempre di più di scontrarsi
militarmente in Siria
con gli Stati Uniti o la Francia per la
questione dei curdi, bersagliati da Ankara ma a cui gli occidentali si sono
affidati per sconfiggere il gruppo Stato islamico. Quanto alla Russia, sappiamo
bene come stanno le cose. Resta da capire cosa rende questi tre paesi la causa
di così tanti problemi.
La risposta
è che tutti è tre soffrono per il dolore derivato da un’amputazione. Alla fine
della prima guerra mondiale l’Ungheria ha perso più di due terzi del suo
territorio. Nella stessa epoca la Turchia ha perso quello che era stato uno dei
più grandi imperi della storia, l’impero ottomano. La Russia, invece, ha perso
trent’anni fa l’Europa centrale conquistata da Stalin e l’impero che gli zar
avevano costruito nel corso dei secoli.
Oggi
l’Ungheria sogna di tornare alla grandezza del passato coltivando il nazionalismo
delle popolazioni ungheresi che vivono nei territori perduti.
Dopo aver
tentato invano di ritrovare le frontiere imperiali attraverso una proiezione
economica e politica, la Turchia vuole impedire ai curdi siriani di conquistare
l’indipendenza, nel timore che questo possa alimentare l’irredentismo dei curdi
turchi. La Russia, infine, vorrebbe instaurare un protettorato sui paesi che un
tempo facevano parte dell’impero degli zar.
In
sostanza Ungheria, Turchia e Russia hanno in comune il fatto di non aver ancora
accettato di non essere più quello che erano.