La vita impossibile nella Ghuta assediata
Catherine
Cornet, Internazionale, 15 marzo 2018 11.30
Ghuta orientale, la regione intorno a Damasco, il regime di Bashar al Assad
bombarda senza sosta da tre settimane. L’attacco è “una delle più brutali
campagne militari mai viste in sette anni di guerra”, scrive Al
Araby. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani l’assedio
ha intrappolato nella zona 400mila persone, e vi hanno perso la vita almeno
1.162 civili, inclusi 241 bambini.
Un rifugio nella città di Duma, Ghuta orientale, l’11 marzo 2018. (Bassam Khabieh, Reuters/Contrasto) |
Da tre
settimane gli abitanti della Gutha orientale vivono quindi sottoterra: “Come
nel medioevo, senza acqua, elettricità o medicinali”, spiega Layla Bakri,
un’ingegnera agricola di Duma che descrive a
Middle East Eye la sua vita: “Le donne provano ad andare avanti
insieme a bambini e anziani. Sembra di vivere dentro le tubature delle
fognature, senza aria né luce”. Le malattie della pelle e le infezioni
polmonari si stanno diffondendo a gran velocità per via della sovrappopolazione
e per la mancanza di strutture igieniche. “Non possiamo fare una doccia o
lavarci da settimane, e l’odore è diventato insostenibile”. Senza aiuti
alimentari, le provviste di cibo stanno finendo, aggiunge ancora Bakri ed “è
straziante sentire mia figlia chiedere cibo e non avere niente da darle”.
giornale di opposizione siriano Zaman al Wasal spiega anche
che la popolazione non osa uscire allo scoperto, nemmeno per seppellire i morti
e così a Duma “una settantina di persone è stata sepolta nel parco della città
perché i familiari non potevano raggiungere il cimitero in sicurezza”.
settimane di assedio e di bombardamenti, il tono e le condanne internazionali
aumentano.
febbraio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva emesso la
risoluzione 2401 che chiede un cessate il fuoco di 30 giorni. Ma russi e
siriani hanno continuato gli attacchi come se non fosse mai stata scritta. Mark
Lowcock, coordinatore dell’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari
umanitari, ha presentato un resoconto
della situazione davanti al Consiglio di sicurezza:
La
risoluzione del Consiglio di sicurezza 2041 è stata applicata? C’è un cessate
il fuoco in Siria? No e no. Le agenzie dell’Onu hanno potuto far entrare i
convogli umanitari nelle zone assediate? No. I civili hanno potuto lasciare la
Ghuta orientale? No. Se non ci sono stati accessi umanitari in seguito alla
risoluzione, che cosa è successo nei seguenti giorni? Più bombardamenti. Più
combattimenti. Ancora più morti. Più distruzione. Più fame. Più miseria. In
altre parole, è andata ancora peggio.
l’ambasciatrice
statunitense all’Onu, Nikki Haley, “la Russia ha programmato almeno
venti raid di bombardamenti al giorno nei primi quattro giorni successivi alla
risoluzione di cessate il fuoco” e ha aggiunto: “Dobbiamo dire alle nazioni
determinate a imporre la loro volontà tramite attacchi chimici e inumane
sofferenze – e in particolare al regime siriano – che gli Stati Uniti sono
pronti ad agire se necessario”.
presidente francese Emmanuel Macron ha insistito sulla linea
rossa rappresentata dall’uso delle armi chimiche, aggiungendo che “le
concessioni sul campo fatte dalla Russia, dal regime siriano e dai suoi alleati
iraniani non sono state sufficienti”.
conferma la conquista di molti villaggi della Ghuta orientale, e ribadisce che
i bombardamenti servono a cacciare i terroristi dalla regione e che l’esercito
continua ad “assicurare un corridoio umanitario per lasciare passare i civili
tenuti in ostaggio dalle organizzazioni terroristiche che li utilizzano come
scudi umani”.
strategia immutabile di Assad
Secondo l’editoriale del giornale di opposizione siriano Sada Al Sham, “il
destino della rivoluzione si gioca nella Ghuta orientale”, zona che resta
l’ultimo ostacolo al progetto iraniano. “Per il regime dev’essere distrutta,
come dev’essere annientato lo spirito della resistenza. La Ghuta orientale è
l’ultimo ostacolo prima di avere il pieno controllo dei dintorni di Damasco
intorno alla moschea di Saida Zeynab, luogo sacro sciita. Dopo la caduta della
Ghuta e il trasferimento dei civili, l’intera rivoluzione sarà sepolta”.
di Assad usa sempre la stessa strategia: bombardare senza sosta e ridurre la
popolazione alla fame per permettere un controllo totale dell’intera regione di
Damasco. Lo spostamento della popolazione sta avvenendo in questi giorni anche
da un altro quartiere di Damasco: fonti vicine
ad Al Araby hanno segnalato circa quaranta autobus usciti del
quartiere di Al Qadm, a sud della capitale, con la Mezzaluna rossa siriana. Gli
autobus portavano alcuni militanti dei Muhjadin dell’islam e dell’Unione
islamica al Sham, accompagnati da 300 famiglie che avevano rifiutato un accordo
con il regime.
marzo, invece, circa 150 feriti gravi sono stati trasferiti in seguito a un
accordo tra le Nazioni Unite e uno dei principali gruppi ribelli della zona,
Jeish al Islam, ma è ancora poco: come ha denunciato Raad al Hussein, l’alto
commissario per i diritti umani all’Onu, nella Ghuta orientale è in atto
“un’apocalisse pianificata e programmata”.