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Migranti, vicepremier Libia: accordo con l’Italia un esempio da imitare

Redazione online 30/11/17
Il vicepremier libico, Ahmed Maitig difende l’accordo con l’Italia sui migranti. Intervenuto nel pomeriggio a Roma alla conferenza internazionale Med Dialogues, una tre giorni che si chiuderà sabato e che vedrà 45 tra capi di Stato, ministri e rappresentanti delle organizzazioni internazionali valutare tutti assieme i nuovi equilibri e gli scenari che caratterizzano il Mediterraneo, Maitig ha sottolineato che quello firmato con l’Italia sui migranti «è un accordo modello, che altri Paesi europei possono sottoscrivere. 
L’Italia ha fatto molto – ha aggiunto -, ha fatto il possibile, anche contro il terrorismo, ma cerchiamo altri partner per fermare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Servono più iniziative da parte dei Paesi europei».

A sottolineare che l’Italia non può essere lasciata sola nella gestione dei migranti è stato anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Dopo quello lanciato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al vertice tra Ue e Unione africana ad Abidjan, in Costa d’Avorio, oggi il responsabile dela Farnesina ha voluto ribadire il concetto: gli sforzi devono essere condivisi da tutti i Paesi europei. «L’Italia non può farsi carico dei flussi dell’intera regione del Mediterraneo centrale», ha spiegato nel suo intervento. All’apertura della terza edizione della conferenza internazionale, organizzata dalla Farnesina e dall’Ispi (Istituto per gli studi politici internazionali), ha partecipato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La task force congiunta per proteggere i migranti 
Al vertice in Costa d’Avorio che si è chiuso oggi è stato registrato il battesimo politico della task force congiunta tra Unione europea, Unione africana e Onu per proteggere i migranti lungo le rotte della tratta, in particolare in Libia, e per accelerare i rientri volontari assistiti nei Paesi d’origine e le ricollocazioni dei richiedenti asilo. I fondi per coprire queste operazioni sono, allo stato attuale, insufficienti. A fronte dei 2,9 miliardi di euro del budget europeo destinati da Bruxelles al “Trust fund”, i principali governi europeo hanno offerto appena 260,5 milioni, versandone 199. Di questi, 102 sono arrivati dall’Italia. Berlino, seconda per generosità, si è impegnata per 54 milioni, versandone però 33. E Parigi ha sborsato solo tre milioni, dei nove promessi.
Mediterraneo nodo nevralgico dei nuovi equilibri 
Il punto di partenza della conferenza internazionale che si tiene a Roma è che se si parla di nuovi equilibri geopolitici, il Mediterraneo è uno snodo nevralgico. «Se comparato ai grandi oceani, il Mediterraneo sembra un lago – ha detto Alfano -, ma in questo lago si giocano i destini del mondo, su sicurezza, stabilità, tutela dei diritti umani». «Il Mediterraneo – ha poi aggiunto il ministro – rappresenta l’1% della superficie terrestre, il 10% del pil mondiale, 500 milioni di potenziali consumatori, il 20% del traffico marittimo, il 30% del traffico commerciale, ha un +4,4% di crescita annua, ed è punto cruciale per i destini del mondo».
La minaccia del rientro in Europa dei foreign fighters 
Alfano ha anche messo in evidenza il pericolo dei foreign fighters che possono minacciare l’Europa: «Bisogna agire presto e subito, il terrorismo può avere una fine» se si lavora tutti insieme, ha detto. Per il ministro «occorre anche riconoscere che le sponde politiche del nord e sud del Mediterraneo sono ancora lontane, quindi occorre costruire un partenariato solido con un investimento strategico sui giovani» dei paesi nordafricani.
Colloquio Alfano-Zarif: Italia sostiene Accordo di Vienna su nucleare 
A margine del convegno sul Mediterraneo Alfano ha incontrato il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. Una nota della Farnesima ha spiegato che i due hanno parlato dei dossier che incidono sulla stabilità regionale del Medio Oriente, tra cui Siria, la situazione in Libano, Yemen e l’Accordo sul nucleare, nonché, naturalmente, i rapporti bilaterali tra i due Paesi. Per quanto riguarda il tema del nucleare, Alfano ha spiegato che l’Italia, così come l’Unione europea, é determinata a preservare l’Accordo di Vienna come pilastro cruciale dell’architettura internazionale di non proliferazione». «Il livello del dialogo bilaterale tra Iran e Italia è eccellente» ha detto Alfano. «L’interesse delle imprese italiane per il mercato iraniano ha visto un forte incremento in virtù della cancellazione delle sanzioni europee verso il Paese», ha ricordato il capo della Farnesina.
Al ministro degli Esteri egiziano: più coordinamento contro il terrorismo 
Il responsabile della Farnesina ha avuto un colloquio anche con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri. È sempre una nota del ministero a spiegare che il responsabile della farnesina «ha esaminato con il suo interlocutore lo stato delle relazioni bilaterali, affermando che la priorità condivisa è far crescere il potenziale del nostro dialogo politico al fine di discutere in modo franco, rapido e concreto i temi di comune preoccupazione, incluso un coordinamento sulla lotta contro il terrorismo, la cooperazione in materia giudiziaria e di stato di diritto, la gestione dei flussi migratori e la crisi libica». I due ministri hanno poi parlato delle prospettive del percorso di riconciliazione palestinese e della situazione nel Golfo e in Libano. Nessun cenno, dunque, al caso Regeni.