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Rimini, sfregiata con l’acido: il pm chiede 12 anni per l’ex di Gessica Notaro

RIMINI – I suoi legali hanno dato battaglia sino all’ultimo per non far partire il processo sull’aggressione con l’acido a Gessica Notaro. “Non può essere giudicato due volte”, hanno sostenuto davanti al giudice ricordando il processo già in corso per stalking. 

Ma la linea delle difesa non è passata e così oggi c’è stata l’udienza con rito abbreviato nei confronti di Edson Tavares, il capoverdiano accusato di aver aggredito la sua ex, Gessica, sfregiandole il volto e compromettendo la sua vista. Nel corso dell’udienza, davanti al giudice Fiorella Casadei, il pm Marino Cerioni ha chiesto 12 anni di reclusione per il reato di lesioni gravi, senza attenuanti generiche e con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

“Ho avuto la conferma che lui non è assolutamente pentito. Lo conosco bene e so quando è pronto a scattare”, ha detto Gessica uscendo dall’aula. La ragazza ha sempre voluto assistere alle udienze. “Non mi sono sentita al sicuro neanche in tribunale. Ma ancora, ancora? Basta”, si è sfogata oggi.
Il processo riprenderà il 20 ottobre, con la difesa. “Prove schiaccianti non ce ne sono, continueremo a sostenere la nostra tesi, poi vedremo”, spiega Riccardo Luzi, legale di Tavares insieme all’avvocato Andrea Tura. Le parti civili oggi hanno presentato le loro richieste che vanno dal milione di euro di risarcimento di Gessica, difesa dall’avvocato Fiorenzo Alessi, ai 100 mila euro di provvisionale del Comune di Rimini, rappresentato dall’avvocato Moreno Maresi, ai 50mila dalla Regione Emilia Romagna costituitasi parte civile con l’avvocato Paolo Righi. Parti civili ammesse anche di Ausl e associazione Butterfly.
Respinte dunque le eccezioni in difesa di Tavares compresa quella sul “ne bis in idem” (doppio processo per stesso reato), sostenuta da Luzi e Tura in quanto Tavares è già imputato davanti al tribunale monocratico di Rimini per stalking nei confronti della stessa Notaro. Stalking che per la difesa ricomprende anche l’aggressione con l’acido.
La difesa della ragazza ha chiesto che il capoverdiano venisse ristretto in cella di sicurezza per la durata del processo. Richiesta accolta dal giudice e mal digerita da Tavares che ha protestato dicendo di non voler essere trattato “come un animale” e quindi ha assistito a parte dell’udienza dalla stanza adiacente alla cella di sicurezza.