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Dopo Kurdistan e Catalogna, il vento secessionista soffia sul Camerun

2 Ottobre 2017

Dopo il voto in Catalogna e prima in Kurdistan, nel mondo continua a soffiare il vento dei separatismi. Stavolta dobbiamo spostarci in Africa, in particolare in Camerun, dove la parte anglofona che si trova nel nord-ovest e nel sud-ovest del Paese ha indetto ieri una giornata di mobilitazione popolare, in coincidenza dell’anniversario dell’indipendenza di questa parte del Paese dalla Gran Bretagna.

Il motivo delle proteste è la politica delle autorità centrali di Yaoundé, che discrimina, secondo i manifestanti, l’uso della lingua inglese e del diritto di origine anglosassone (la Common Law), a beneficio del francese e del diritto fondato sul codice di stampo francese.

La radice della crisi  in Camerun deriva dalla divisione tra Francia e Gran Bretagna dell’allora colonia germanica dopo la prima guerra mondiale. La parte francofona divenne indipendente nel 1960, mentre quella anglofona nel 1961. Quest’ultima con un referendum stabilì di unirsi al Camerun francofono.

La protesta sta assumendo sempre più il tono di una richiesta di secessione dal resto del Paese.  E sale anche la tensione: è di di almeno otto morti il bilancio delle proteste nella città di Kumbo. A riferirlo l’edizione online della rivista ‘Jeune Afrique‘. Le violenze sono state condannate dal presidente Paul Biya, che in una dichiarazione ha rivolto un appello alla moderazione: «Nel nostro Paese non è proibito manifestare, tuttavia nulla può giustificare gli eccessi verbali, la violenza di strada e la ribellione alle autorità».