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‘Tainted Leaks’: attacchi hacker e manipolazione di documenti

6 Giugno 2017

John Scott Railton sottolinea alcuni passaggi del report di Citizen Lab sui diversi casi di spionaggio informatico a danno di giornalisti e attivisti


Il 25 maggio Citizen Lab, un laboratorio interdisciplinare della Munk School of Global Affairs dell’Università di Toronto, ha pubblicato un report intitolato “Tainted Leaks: Disinformation and Phishing with a Russian Nexus” (Fuga di notizie contaminate: disinformazione e phishing con un legame Russo). Il documento riporta le indagini condotte dal laboratorio su diversi casi di spionaggio informatico ai danni di 200 personalità in 39 Paesi diversi, tra cui ambasciatori, CEO di importanti industrie energetiche, personale militare, ma soprattutto membri della società civile. Quest’ultimi, da sola, rappresentano il 21% della totalità dei soggetti coinvolti: ne fanno parte giornalisti, attivisti, accademici e rappresentanti di organizzazioni non governative.

La motivazione alla base di questa operazione di spionaggio è quella di screditare il lavoro di determinate persone e le indagini che abbiano come argomento inchieste sulla corruzione di personalità vicine al Presidente Vladimir Putin. Ciò che unisce le persone prese come bersaglio sono le loro attività professionali molto vicine a interessi specifici del governo russo e in aree geografiche in cui la Russia ha interessi politici o strategici: «Screditare ciò che è percepito come ‘esterno’ o ‘straniero’ e che tenti di destabilizzare o minare il regime di Putin», viene scritto sul report di Citizen Lab.