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Siria, contro Assad l’unica arma Ue sono i soldi

5 Aprile 2017

La Conferenza internazionale di Bruxelles stanzia per aiuti umanitari 6 miliardi per il 2017, di cui 1,3 sono dell’Ue. Ma Mogherini mette in guardia: «Senza transizione la sofferenza continua».

Nelle brevi dichiarazioni rilasciate ai giornalisti assiepati a raccogliere parole ai microfoni e persino nelle posizioni ufficiali espresse nella sala illuminata del Consiglio europeo, di loro per ore non c’è stata traccia. Fino all’ultimo non sono stati nominati Russia e Iran, convitati di pietra della sesta conferenza sulla Siria, nel sesto anno di quella che ancora nei documenti ufficiali viene chiamata crisi invece di guerra. Nella conferenza stampa conclusiva della conferenza internazionale per il sostegno del futuro della Siria, l’Alto rappresentante degli Affari Esteri europei, Federica Mogherini, netta nella condanna dei crimini di guerra del regime siriano, li ha persino richiamati assieme alla Turchia al loro ruolo di garanti di un cessate il fuoco che non c’è mai stato.

RILANCIARE I FINANZIAMENTI DISATTESI. I ministri degli Esteri e i capi di Stato e di governo dell’Ue e di altri 25 Paesi sono arrivati a Bruxelles per cercare di mettere una toppa alla distrazione delle leadership internazionali, ma soprattutto regionali, circa gli impegni presi solo un anno fa a Londra e già lasciati indietro, con solo il 60% dei fondi promessi stanziati fino a oggi. Alla fine i partecipanti alla Conferenza hanno «collettivamente presentato promesse di finanziamenti per 6 miliardi di dollari per il solo 2017», ha annunciato il commissario Ue per gli aiuti umanitari Christos Stylianides specificando che l’Unione europea resta «il primo donatore» con un impegno di 1,3 mld di dollari per quest’anno. Ma intanto fuori da queste mura, il gas nervino e il clorino ammazzano uomini, donne e bambini, le cancellerie si rimbalzano accuse incrociate e alle Nazioni Unite è pronta una nuova risoluzione contro il regime di Assad appoggiato da Mosca e Teheran.