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Pauline Adès-Mével (Rsf): «In Europa tira una brutta aria per i giornalisti»

28 Aprile 2017

Minacce, insulti e accuse. La numero 1 dell’area Europa-Balcani di Reporters Sans frontières a L43: «Grillo? Non abbiamo parlato solo di M5s. Ma anche di Fillon e Le Pen. In Italia c’è un controllo oligarchico dei media, lo diciamo da sempre».

Snocciola gli episodi uno per uno, Pauline Adès-Mével. Come se li avesse scritti sul calendario: la giuria popolare per giudicare la stampa ai primi dell’anno, i cittadini aizzati contro i cronisti a metà gennaio, gli insulti nei raduni già a settembre. Di fronte alle critiche e al polverone scatenato in Italia sul rapporto di Reporters Sans frontières che cita Beppe Grillo, la responsabile dell’organizzazione per l’area Europa-Balcani risponde con i fatti circoscritti. E sottolinea che, al di là di tutto, quello che succede in Italia – ma non solo in Italia – «non è normale».

I DUBBI SULL’AFFIDABILITÀ DELLA CLASSIFICA. L’indice mondiale della Libertà di Stampa di Rsf è diventato un boomerang per il Movimento 5 Stelle, annoverato come uno degli attori che contribuiscono a pressioni indebite della politica sui giornalisti, dopo che per anni era stato brandito proprio da Grillo contro l’occupazione delle televisioni, contro l’enorme conflitto di Silvio Berlusconi e contro gli editori impuri che piegano l’interesse pubblico ai loro interessi privati. Il sistema marcio, come lo definisce il leader dei pentastellati, è Ma il dibattito è andato molto oltre, focalizzandosi anche sull’affidabilità della classifica.