Burundi: Trump chiede al Consiglio di Sicurezza ONU di intervenire
24 Aprile 2017
La mossa diplomatica potrebbe essere il preludio di una svolta politica o militare, sostenuta da Israele che coinvolgerebbe la East African Community, Unione Africana e Unione Europea con l’obiettivo di rimuovere il regime HutuPower di Nkurunziza
Martedì 18 aprile 2017 gli Stati Uniti hanno sottoposto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la richiesta di intervenire militarmente al più presto in Burundi prima che la situazione precipiti. La domanda è stata inserita in una riunione straordinaria, richiesta sempre dagli Stati Uniti (riunione n. 7926E protocollo CS/12797), per esaminare la necessità di includere i diritti umani -attualmente sono di competenza dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani- nella sfera dell’intervento del Consiglio di Sicurezza. Una riunione importante in quanto se le violazioni dei diritti umani fossero incluse nelle competenze del Consiglio di Sicurezza eventuali interventi militari dei Caschi Blu avrebbero iter giuridici accorciati rispetto agli attuali.
La riunione è stata suddivisa in due fasi: una riunione pubblica e una riunione a porte chiuse per esaminare esclusivamente la situazione in Burundi, entrambe presiedute dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. È la prima volta nella storia dell’ONU che il Consiglio di Sicurezza esamina indipendentemente una situazione specifica di conflitto con l’intento di inserire la violazione dei diritti umani come casus bellis.