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Maher Shawamreh: Attraverso la danza comunico con tutte le culture del mondo

di Antonietta Chiodo, ProMosaik, 18 marzo 2017. Parliamo di Palestina, dando la parola ad un
artista che vive nella Palestina occupata, un maestro di danza e direttore della
scuola di arte di Ramallah, Maher Shawamreh. Nell’intervista con noi ci spiega
come comunica la pace attraverso l’estensione dell’ anima, superando così i
confini dell’ intolleranza e della guerra.

Ci parla dell’amore per le arti che insegna quotidianamente
con il sostegno dei suoi collaboratori del teatro Orient & Dance. I suoi
allievi sono bambini e ragazzi. La comunicazione avviene attraverso le vibrazioni
del corpo e della musica. Maher, un uomo cresciuto in uno stato d’assedio, è
riuscito a
  creare in questa era moderna
la capacità di dissolvere le parole dando vita sul palcoscenico ad una pace in
grado di unire culture e lingue differenti.

Come maestro ed artista di alto livello gli è
stato consentito in questi anni di approdare in occidente attraverso i suoi
spettacoli, vantando così collaborazioni con artisti di svariati paesi. Questa
sua capacità di sapersi confrontare ed approcciare alle arti gli ha consentito
di superare continuamente se stesso a livello tecnico, comunicando agli
spettatori la libertà attraverso la comunicazione corporea.

Quando
hai iniziato con la danza e che cosa ti ha fatto comprendere che era la tua
strada?
Da giovane ho studiato ingegneria elettrica. La
mia carriera nella danza contemporanea è iniziata ufficialmente nel 1996. Nel 1999
ho iniziato a fare qualche spettacolo in varie regioni della Palestina e in
altri paesi. Mi mantenevo lavorando nelle officine. Alcuni anni dopo ho
iniziato con interpretazioni importanti, sostenute da artisti del calibro di
Mahmoud Darwish e Ghassan Kanafani. Allora mi sono reso definitivamente conto che
non potevo più fuggire o distrarmi. La danza si era impadronita della mia vita
e della mia mente. Vorrei chiarire dicendoti che per me ballare non è vita, ma
il mio percorso alla ricerca della mia identità. Mediante la danza divento parte
dell’universo ed entro in contatto con Allah. Oggi come oggi ho capito che la
danza è una cura, una medicina miracolosa.


Perché gli
artisti nella storia si sono dimostrati i più validi ambasciatori della pace?
Gli esseri umani comunicano tra loro in lingue
differenti, in francese, arabo, italiano, spagnolo … è il nostro compito
capirsi fino alla fine e metterci alla ricerca di contenuti semantici diversi.
L’arte è un linguaggio universale e non ha bisogno di una grammatica specifica
per essere compreso. La danza rappresenta il linguaggio del corpo. Risvegliando
sensazioni e vibrazioni, la danza fonde la natura e l’anima. In questo modo si
stabilisce una comunicazione con lo spirito, mosso da Allah. A tal punto
capisci che Allah ti ama e mediante questa comunicazione ritrovi la tua pace
interiore. Nel momento in cui un corpo danza, Allah mette in moto l’ universo.
La creazione si trasforma essa stessa in un movimento, dando vita ad una danza
permanente. La danza e la musica danno origine all’immortalità sia per chi le
interpreta che per chi le percepisce.
Come
immagineresti uno spettacolo di danza con artisti occidentali e palestinesi?
Quale musica sceglieresti?
Come ti ho accennato prima, la danza è l’ estensione
della parola di Allah che attraversa il nostro corpo e produce le nostre
sensazioni. Possiamo condividerla in tutte le lingue del mondo. Restando in
ascolto, possiamo sfiorare le nostre anime. Siamo in grado di riflettere noi
stessi ballando, senza provare alcun timore. Inoltre la danza ci permette di
condividere contemporaneamente culture e lingue diverse. Ecco quanto cerco di
trasmettere attraverso la mia arte. Amo danzare con la musica dal vivo,
spostando non solo il mio corpo, ma anche la mia anima. Il pubblico che osserva
la mia danza mi convince che la danza non ha confini. Essa infatti comprende la
terra, gli alberi di ulivo, l’aquila, le rocce, il mare … una donna anziana. Bisognerebbe
esprimersi liberamente nella piazza centrale di un mercato per compensare la
propria mancanza interiore attraverso l’espressione artistica. Ecco la mia arte
espressa in parole.

Con che
segreto aiuti i tuoi allievi a superare la paura di non farcela?
I miei allievi devono essere soddisfatti di se
stessi e cancellare tutto dalla mente quando danzano. Solo in questo modo si
eliminano le tensioni. Ho imparato ad estraniarmi dallo stress, fuggendo
lontano. Quando entro in sala e vedo il primo allievo tutte le mie sensazioni diventano
positive. Ed esisto in quel singolo momento. Mediante la danza la collera che è
una parte dell’ essere umano tende a perdersi nei movimenti, arrivando così a dissolversi
totalmente. La danza è in grado di creare tolleranza. Danzare è come una fuga
dell’anima dalla vita e dal mondo che ci circonda.

Hai mai
avuto paura che uno dei tuoi allievi potesse essere portato via dai militari
israeliani?
No, noi non abbiamo paura, siamo nati nell’
occupazione.