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Sudafrica: la presidenza un affare della famiglia Zuma

27 Gennaio 2017

Al voto nel 2019 ma a dicembre di quest’anno l’ANC eleggerà il suo leader: ecco chi scende in campo

Kampala – Nel dicembre 2017 l’African National Congress – ANC, al potere dal 1994, eleggerà il nuovo leader del partito. Un appuntamento molto importante considerando le imminenti elezioni generali previste per il 2019. Dalla caduta del regime boero di apartheid la nomina alla dirigenza del partito corrisponde con la nomina alla presidenza in quanto per quasi venti anni il ANC ha goduto della popolarità necessaria per far ottenere al leader la Presidenza. Popolarità in rapido declino dal 2014 come testimoniano i disastrosi esiti delle elezioni tenutesi nel agosto 2016.
Jacob Zuma, attuale Presidente in carica, è fuori gioco. Agli inizi di gennaio Zuma ha dichiarato che non si sottoporrà la sua candidatura per la leadership dell’ANC, rinunciando automaticamente alla possibilità di un altro mandato presidenziale. Una scelta obbligatoria visto che i peggiori scandali economici e politici avvenuti negli ultimi quattro anno hanno sempre coinvolto direttamente il Presidente, preso di mira dalla magistratura. Gli scandali, principale causa del recente disastro elettorale, hanno creato profonde divisione all’interno del partito e rafforzato il partito marxista Economic Freedom Fighters guidato da Julius Malema. Sono propri i guai giudiziari che costringono Zuma a sorvegliare attentamente l’elezione della leadership, assicurandosi di posizionare un leader compiacente in grado di bloccare la magistratura una volta alla Presidenza. La scelta è ricaduta sulla ex moglie: Nkosazana Dlamini-Zuma.
Nata nel 1949 nella provincia del Natal la sua carriera politica inizia nel 1976 quando diventa vice presidente dell’Organizzazione degli Studenti Sudafricani. Un incarico che costrinse Nkosazana a fuggire dalla repressione della polizia politica boera rifugiandosi in Gran Bretagna dove terminò i suoi studi universitari presso la facoltà di medicina dell’Università di Bristol.  Sposata con Jacob Zuma durante un incarico professionale in veste di medico presso l’ospedale di Mbababe nello Swaziland, Nkosazana riprende la sua carriera politica dopo un secondo periodo di studi universitari presso l’Università di Liverpool dove si specializza in malattie tropicali infantili.  Ricevuta la direzione della Salute Pubblica nel governo ombra dell’ANC in esilio, Madame Zuma partecipa nel 1992 alle negoziazioni tra l’ANC e il governo razziale di Frederik De Klerk. Negoziazioni che sanciranno la fine dell’apartheid grazia ad un compromesso siglato da De Klerk e Nelson Mandela dove l’ANC assume la dirigenza del Paese garantendo però alla minoranza bianca il totale controllo dell’economia nazionale.
Nel 1994 il Presidente Mandela la nomina Ministro della Salute Pubblica. Incarico svolto con serietà fino al 1999 quando Madame Dlamini viene nominata Ministro degli Affari Esteri (1999 – 2009) e successivamente Ministro degli Interni (2009 – 2012). Dal 16 luglio 20123 ricopre la carica di Presidente della Commissione della Unione Africana.
Madame Dlamini nel dicembre 2007 tenta di accedere al consiglio esecutivo dell’ANC per favorire la riconferma alla leadership del Presidente Thabo Mbeki, bloccando la candidatura del suo ex marito Jacob Zuma. Intento non raggiunto. Durante le elezioni interne Jacob ottiene la presidenza dell’ANC con il 60% delle preferenze. Nkosazana non ha mai fatto mistero dei suoi dissidi politici e personale con il suo ex marito di conseguenza i media nazionali tentano di comprendere perché il presidente Zuma sia il principale sostenitore alla presidenza. Una inchiesta del quotidiano sudafricano Guard & Mail, rivela che dal 2014 Nkosazana ha riallacciato ottimi rapporti con l’ex marito. Una mossa tesa a meglio posizionarsi alla carica del partito, confermata ufficialmente una settimana fa.