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Quegli uomini che odiano l’Islam ma con le donne sono peggio dell’Isis

24 Gennaio 2017


La prostituzione non va mai in crisi. E sono tanti i ‘signor Rossi’ che ci circondano, pronti a comprare un corpo come fosse una merce qualunque. Anche di una bambina. Senza comprendere la violenza di cui si fanno complici. Un problema prima di tutto culturale. A cui la tivù, e in primo luogo la Rai, deve porre rimedio.

Esistono luoghi al mondo dove degli uomini infilano il proprio pene in un buco nella parete al di là del quale c’è qualcuno che lo muove su e giù fino a che non ne esce lo sperma liberatorio. Lo descrive molto bene il film Irina Palm, storia di una pensionata che per sostenere economicamente il nipote ammalato si scopre masturbatrice talentuosa. L’idea del buco in cui infilare il pene viene confermata dal detto «basta che respiri» e dal florido mercato delle bambole gonfiabili i cui modelli più costosi non solo respirano, appunto, ma si riscaldano per farti godere al caldo. Bambole che oggi si trovano anche nella versione bambine, perché si sa che il mondo è vario come vario è «l’ utilizzatore finale». Bambole che oggi si stanno trasformando in veri e propri robot di cui, se ti basta un pompino, con 10 mila dollari potrai comprare solo la testa.

IL MERCATO DELLA PROSTITUZIONE NON VA MAI IN CRISI. Il mercato – perchè di corpo-merce si tratta anche quando non è in silicone – della prostituzione non conosce crisi, e l’idea di potersi comprare un corpo altrui rafforza quell’altro detto, «o sante o puttane» che distingue le donne tra quelle da sposare e far figliare e quelle da scopare quando hai bisogno di “sfogarti” e di sentirti potente in virtù delle banconote che hai in tasca. Anche l’idea di riaprire i bordelli, apparentemente orientata a colmare carenze di igiene o equilibri fiscali, non fa altro che cercare di istituzionalizzare quella distinzione nonché rafforzare quel potere di sfruttamento che coinvolge vittime sempre più giovani.

UN GIRONE INFERNALE CHE PER ALCUNI È IL PARADISO. Uso il termine vittime nel caso non sia chiaro che non occorre che le vittime gridino per definirla violenza. Le vittime della tratta, ad esempio, hanno gridato prima di finire in strada. Sembrano saperlo meglio dei loro padri i ragazzi che incontro nelle scuole, come il 18enne che prese il microfono per dire ai suoi compagni che «se vai con una prostituta sai che sta su quel marciapiede perché è stata stuprata prima di farla prostituire, e allora sei complice anche tu di quegli stupri». Tutti sanno e nessuno sa, e intanto la Spagna diventa il nuovo “paradiso sessuale” per gli europei (e lo chiamiamo anche noi paradiso, come quello che garantiscono sia popolato di 72 vergini) dove la mafia controlla un giro di prostituzione che coinvolge ragazze sudamericane, africane e dell’est europeo.