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Progetto per la Palestina la PACE dei BIMBI

di Antonietta Chiodo, 6 gennaio 2017. Da anni la mia passione per i diritti
umani e la scrittura mi hanno portata a collaborare con varie testate
giornalistiche tra cui ProMosaik e Pressenza International Press Agency dandomi
così l’opportunità di documentare la verità. Spesso mi sono trovata a diretto
contatto con le popolazioni all’interno dei campi profughi in Nord Africa e in
Palestina e di frequente ho realizzato delle indagini sul territorio e delle
interviste a coloro che vivono la propria quotidianità sotto occupazione e
nell’incubo delle continue incursioni militari. Il mio scopo ultimo è sempre
stato quello di dare voce a chi voce non ha.
Qui di seguito il
video promo del progetto la PACE dei BIMBI
Negli anni mi sono resa conto, grazie anche
alle testimonianze dirette della gente comune, di come l’economia occidentale
si sia intromessa nella cultura medio orientale violando così facendo i diritti
fondamentali dell’essere umano. I palestinesi, come tutte quelle popolazioni
che vivono sotto oppressione, chiedono semplicemente di potersi esprimere
liberamente, senza mediatori e ridare vita alla loro vita; le donne, i bambini
e i capi famiglia soccombono ogni giorno all’interno dei campi profughi non
solo agli abusi di potere dei militari israeliani ma anche a un potere politico,
quello dell’ANP, da cui non trovano alcuna tutela e sicurezza.
Molte ONG europee, come fatto notare in molti
miei articoli, giocano un ruolo da decisioniste e s’impossessano degli aiuti
economici che invece dovrebbero salvaguardare gli ultimi. La popolazione
locale, alla quale in definitiva non arrivano aiuti economici, spesso deve
ridursi ad elemosinare la possibilità di un futuro scolastico o di un libero
accesso alle cure sanitarie.
Il mio ultimo viaggio in Palestina e West Bank
dello scorso anno ha rappresentato una svolta per me. E’ nato in questa maniera
il progetto
la PACE dei BIMBI
  che emerge da un bisogno personale di dare spazio a
dei ragazzi a cui è vietato un sogno, il sogno di poter dire al mondo senza
alcun mediatore cosa accade realmente nelle loro anime e quali siano le loro
speranze. I giovani palestinesi chiedono solo di essere trattati e considerati
come qualsiasi altro ragazzo europeo e di potersi confrontare senza paura di
eventuali ripercussioni. Hanno sogni semplici come quello di viaggiare, di
studiare, di amare.
Mi recherò in West Bank per 3 mesi da febbraio
a maggio di quest’anno e vivrò all’interno dei campi profughi dei quali per
ovvie ragioni non potrò rendere pubbliche le dislocazioni. Saranno 5 campi i
campi da visitare in cui vivono circa 150 ragazzi dai 6 ai 17 anni. Mi
affiancherò ad insegnanti, a psicologi e ad interpreti palestinesi che vorrei
ricompensare con la raccolta di fondi e donazioni private derivanti dal
progetto la PACE dei BIMBI. 
Sì, è un progetto molto ambizioso e
sicuramente non semplice. Ne sono l’ideatrice, la coordinatrice e l’unica
responsabile. Sarà un lavoro duro e complesso soprattutto nel coordinare
un’umanità fatta di culture e credi diversi e di bambini che per la prima volta
avranno la possibilità di raccontarsi.
L’idea è quella pubblicare un libro
interamente scritto dai ragazzi. L’interprete del progetto si occuperà della
traduzione dei testi senza nessuna censura. Resterò circa 15 giorni per ogni
campo da visitare. Il primo campo scriverà la storia delle proprie esperienze e
racconterà la Pace vista da chi oramai la sente come una lontana utopia. Si
proseguirà cos’ di campo in campo sino a quando i ragazzi dell’ultimo campo
avranno il compito di scrivere il capitolo conclusivo. Sarà quindi una storia
scritta a più mani che verrà raccontata in un’unica narrazione sebbene verranno
espresse voci, vite e sogni differenti .
Essendo anche pittrice si è pensato che ogni
campo creerà dei dipinti, non disegni, ma veri e propri dipinti che al mio
rientro in Italia verranno esposti in centri culturali e associazioni ma anche
durante gli incontri di presentazione del libro.
Tra un capitolo e l’altro, proverò a
raccontare attraverso articoli e post nella pagina Facebook del progetto, la
vita quotidiana con i ragazzi ma anche tutto ciò che vivremmo durante le
sistematiche incursioni armate.
Sarà un libro verità, sarà il loro libro, non
il mio.
Se siete
interessati a offrire il vostro sostegno cliccate mi piace sulla pagina
Facebook la PACE dei BIMBI dove troverete le istruzioni necessarie a delle
donazioni libere. Conto sul vostro concreto supporto. Grazie tante