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Poesia del giorno. Tomasz Różycki


Più tardi, in un’altra vita

Non sono mai riuscito a morire. L’immortalità 
è il pesce volante dei miei sogni, l’ho immerso nelle tempere, 
impastato con oli, cromo e cinabro,
l’ho visto fluire sulla casa e sui prati.

Non c’erano confini, su ali angeliche
arrivava sempre la stessa melodia di violino, ballavano
gatti dal volto umano e uomini dalla testa caprina.
Eravamo ogni cosa, tutte le creature;

su quelle ali siamo usciti dai pogrom, il cielo 
si capovolgeva su Vitebsk e su Parigi e le nuvole 
cadevano, dai crematori ci libravamo in una scia di fuliggine, 
tu portavi un abito da sposa col velo e vivevamo per sempre,

nati così tanti anni fa, che ricordo i primi
colori e quel pesce che dalla finestra s’involava. Non è vero
che non pensavo alla morte, è che lei si rivelò
un sogno, un’altra vita. Chiedevo
a tutti, dappertutto, dove fosse il limite e non
ci fermavamo in nessun posto. Il tempo non conosce confini,
il tempo non esiste. È un pesce volante e da qualche parte
al di sopra ci siamo noi, il nostro amore, il nostro nascere eterno.