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Siria. Spie occidentali in stato di fermo ad Aleppo

20 Dicembre 2016


Il rappresentante siriano all’ONU, Bashar Jaafari, ha dichiarato che un certo numero di agenti occidentali, statunitensi e israeliani sono stati “trovati” in un bunker nella zona di Aleppo est, dopo la liberazione da parte dell’esercito siriano e dei suoi alleati russi, iraniani e libanesi.

Dopo aver fornito i nomi di alcuni di questi agenti, (Moetaz Ogaklan Uglu, turco, David Sott Wener statunitense, David Shlomo Aram, israeliano, Mohammad sheikh al-Islam al-Tamimi, qatariota, Mohammad Ahmad al-Sebiane, saudita, Abdel Menhem Fahd al-Hrei, saudita, Ahmad Ben Nawfal al-Dreij, saudita, Mohammad Hassan al-Sbaï, saudita, Qassem Saad al-Sumeiri, saudita, Ayman Qassel al-Thaalbi, saudita, Ahmad al-Tiraoui, giordano e Mohammad al-Chafii al-Idrisse, marocchino), il diplomatico siriano ha dichiarato che “questi sono gli agenti che hanno fornito le loro generalità” ma molti altri stanno tentando di lasciare Aleppo in questi giorni, cercando di mescolarsi con i civili o con i “ribelli”.


Nella seduta all’ONU relativa all’invio di ulteriori osservatori, Jaafari ha ribadito che “è proprio per questo motivo che abbiamo visto un certo isterismo nel Consiglio di Sicurezza, visto che le nazioni occidentali, che hanno proposto numerose tregue, miravano a salvare i loro agenti sul campo con l’invio di osservatori”.

La notizia è stata diffusa nei giorni precedenti da numerosi siti mediorientali (Al Manar, Press TV) e occidentali (Global Research, Voltaire.net). Il fermo di diverse “spie”, però, conferma le accuse rivolte dal Cremlino e da Damasco circa un reale e concreto supporto logistico dei paesi della coalizione e sostenitori dei “ribelli moderati” legati al Fronte Jabahat Fatah al Sham (ex Al Nusra o Al Qaida). 

Il giornalista siriano Said Hilal Alcharifi ha riportato sull’agenzia stampa siriana SANA la notizia della cattura di numerosi agenti “occidentali e NATO” con la seguente dichiarazione: “grazie ad informazioni  di intelligence, le truppe siriane hanno trovato il quartier generale degli agenti occidentali/NATO presenti ad Aleppo Est e li hanno catturati…..alcuni nomi di questi agenti sono già stati forniti ai giornalisti”.

Secondo alcuni analisti vista la nazionalità degli agenti (americani, inglesi, francesi, tedeschi, sauditi, turchi, qatarioti e israeliani) ed il loro ruolo, le autorità siriane possiedono un “tesoro” utile per i futuri accordi con quei paesi che hanno sostenuto per anni la sua disintegrazione.

Sono stati numerosi, soprattutto in questi ultimi mesi, gli articoli e le indiscrezioni di quotidiani come l’inglese The Telegraph o gli americani LA Times e New York Times che hanno riportato azioni delle forze speciali inglesi o della CIA per la fornitura di armi o per l’addestramento sul campo delle forze “ribelli” comprese quelle di Al Nusra.

Articoli confermati da un recente accordo ufficiale tra le autorità di Damasco e quelle di Ankara per la liberazione di militari turchi, catturati nell’area di Aleppo.

Riguardo la sospensione del ritiro degli ultimi ribelli, Jaafari ha dichiarato che oltre 8mila miliziani hanno abbandonato i quartieri di Aleppo est: la maggioranza dei quali verso Idlib, roccaforte di Al Nusra, e alcune milizie verso Raqqa, capitale di Daesh.

Secondo il diplomatico siriano la sospensione dell’evacuazione è stata “legata al tentativo di alcuni gruppi ribelli di fuoriuscire con armi pesanti e missili,” vietati dall’accordo. Numerosi miliziani si sono arresi ai militari siriani, grazie anche alle dichiarazioni circa una nuova amnistia promessa da Assad. “Tutti fatti e persone documentati e fotografati”, come riportato dalle autorità siriane e russe, “per evitare false accuse” come le esecuzioni di massa riportate da alcuni media statunitensi e delle petromonarchie e prontamente smentiti da Mosca, supportata anche “dalla presenza di numerosi osservatori Onu e della  Mezzaluna rossa nelle aree di raccolta, identificazione e uscita ”.

Infine è ripresa anche l’evacuazione dei villaggi sciiti di Kfraya e Fouaa, assediati dalle milizie jihadiste di Al Nusra, dopo che alcuni miliziani qaidisti avevano bruciato numerosi autobus verdi come segno di sfida  e  disaccordo nei confronti del regime siriano. Per Jaafari la liberazione definitiva di Aleppo e l’abbandono delle milizie jihadiste ribelli durerà ancora pochi giorni.