Marocco: da Paese d’emigrazione a Paese d’immigrazione
16 Docembre 2016
Iniziata la regolarizzazione degli immigrati, come richiesto dal Re Mohammed VI
È iniziata ieri, 15 dicembre, la seconda fase di regolarizzazione degli immigrati in Marocco, nel quadro della nuova politica migratoria nazionale basata sul concetto umanistico, rispettoso dei diritti dell’uomo e protettivo delle categorie vulnerabili. Così a soli due giorni dalle istruzioni date dal Re Mohammed VI del Marocco al governo per regolarizzare gli immigrati presenti sul territorio nazionale, la Commissione Nazionale incaricata della regolarizzazione e dell’integrazione dei migranti in Marocco, si è riunita il 14 dicembre 2016 a Rabat e ha stabilito le modalità e l’attuazione. Quindi, da ieri gli Uffici Stranieri incaricati saranno aperti in ogni provincia e prefettura.
Per ottimizzare e allargare il processo di regolarizzazione sarà istituita una Commissione di controllo e di ricorso, presieduta dal Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo (CNDH) per il riesame delle domande di regolarizzazione respinte. Questa fase d’integrazione capitalizzerà sul successo e le acquisizioni dell’operazione precedente iniziata nel 2014 riconducendo gli stessi criteri di ammissibilità ragionevoli ed equi che vi sono stati adottati e che permetteranno di regolarizzare il più grande numero possibile di migranti nella continuità di una politica migratoria solidaristica ed inclusa. La regolarizzazione concerne gli stranieri coniugati con cittadini marocchini e i loro figli; stranieri coniugati con altri stranieri residenti regolarmente in Marocco e i loro figli; gli stranieri che dispongono di contratti di lavoro effettivi; gli stranieri residenti in modo continuo oltre 5 anni in Marocco e gli stranieri colpiti da malattie croniche.
La novità marocchina è ben nota nell’approccio partecipativo, nel senso che le commissioni in prefettura o provincia incaricate dell’esame delle richieste saranno composte dai rappresentanti degli enti locali e delle associazioni della società civile. Da segnalare che si sono registrate 25 associazioni di comunità straniere in Marocco.
Sono migliaia di stranieri che hanno scelto il Marocco per soggiornare, la maggioranza di loro sono originari dell’Africa subsahariana. Fra loro si trovano lavoratori di diversi settori, studenti, sportivi, commercianti, funzionari, giornalisti, uomini d’affari, badanti, senza dimenticare gli immigrati clandestini. Per quest’ultimi, il Marocco è giusto un luogo di transito. Il CNDH ed il governo Benkirane avevano presentato il bilancio dell’operazione di regolarizzazione degli stranieri in Marocco durante l’anno 2014 nel quale sono state presentate 27.400 domande.
Dopo la crisi economica in Europa e gli USA sono ben noti anche gli europei che hanno scelto di stabilirsi in Marocco per lavoro oltre ai subsahariani che vedevano il Marocco come ponte per arrivare in Europa. A questi arrivi africani ed europei, si è aggiunto un flusso di immigrati siriani fuggiti dalla guerra civile che colpisce il loro Paese dall’aprile 2011.
Tra le prime reazioni sulla seconda fase della regolarizzazione, il congolese Franck Iyanga, segretario generale del sindacato nazionale Organizzazione Democratica di Lavoro Lavoratori Immigrati in Marocco ha inviato una lettera di ringraziamento al Re Mohammed VI: «Questa decisione viene ancora una volta a dimostrare la vostra Leadership e devozione umanista alla causa migratoria che mettono il Regno del Marocco come primo Paese mediterraneo rispettoso dei diritti e libertà fondamentali in materia dei diritti dell’Uomo relativi ai suoi impegni internazionali».
Mentre il Marocco regolarizza e fa integrare immigrati subsahariani è in corso un violento blitz algerino contro gli stessi, dove vengono arrestate e deportate oltre 2000 persone da Algeri verso Tamarnasset, 1900 km a sud.