Maradona si mette al servizio dell’occupazione marocchina del Sahara Occidentale
Nel mese di maggio del 2008, Maradona aveva partecipato ad una campagna per la liberazione di Aung San Suu Kyi che nel 1991 ottenne il Premio Nobel per la Pace per la sua lotta per la democrazia e i diritti umani in Myanmar (Birmania).
“Tutti sanno che l’ingiustizia mi indigna e oggi mi indigno per il trattamento nei confronti di Aung San Suu Kyi”, aveva dichiarato Maradona in un video, sostenendo la campagna, concludendo: Liberiamola!
Due anni dopo, nel giugno del 2010, El Pelusa [L’Arruffato, il suo primo soprannome alla nascita, NdE] a Pretoria in Sudafrica ove si svolgeva la Coppa del Mondo ha sostenuto la militante dei diritti umani in Argentina, Estela de Carlotto, presidente delle Nonne della Piazza di Maggio, l’organizzazione degli scomparsi durante la dittatura militare. In quell’occasione Maradona ha anche sostenuto la proposta di nomina per il Premio Nobel della Pace.
Su questo incontro il giornalista argentino Juan Alonso il 15 giugno 2010 ha scritto sul suo blog La leyenda del tiempo che colui che allora era l’allenatore della squadra argentina “ha preso le due mani della dirigente, l’ha ascoltata, le ha assicurato il suo sostegno, e le ha baciato le mani. Poi l’ha abbracciata. Prima di partire Maradona ha rivolto lo sguardo verso la tribuna dei giornalisti e ha proclamato: “(Estela) è una combattente, dobbiamo sostenerla tutti e coloro che non vogliono farlo, non lo fanno perché fanno gli idioti.”
Tre mesi dopo, quello che è diventato un amico del regime di Mohammed VI, aveva inviato una lettera al Comitato del Premio Nobel del Parlamento Norvegese, esortandolo a riconoscere le nonne “per la loro lotta intransigente e coraggiosa” per la restituzione dei ragazzi prelevati illegalmente da parte del regime militare che ha governato l’Argentina dal 1976 al 1983.
Nel mese di agosto del 2014, Guido, il nipote di Estela de Carlotto, che l’aveva cercato dal 1978, è stato ritrovato e Maradona ha espresso la propria gioia per il ritrovo del 114° nipote ritrovato dalle nonne.
Ma Maradona dovrebbe senza dubbio conoscere il sostegno e la simpatia delle Nonne di Piazza di Maggio per la causa sahraui. Al momento del ritrovamento di Guido, il sito Voci del Sahara Occidentale in Argentina ricordava un’intervista online di Estela de Carlotto sul giornale El Pais del 22 marzo 2007. Bahia MH. Awah si rivolse come segue alla presidentessa delle Nonne: “Dall’inizio dell’occupazione marocchina della nostra terra sono scomparse più di 500 persone. Di queste donne, di questi giovani e di questi anziani non si hanno notizie. Questi giorni parliamo delle fosse comuni. Un estremo dolore. Che cosa consigliate dunque in questa lotta, nella quale voi avete raggiunto un gran successo e siete all‘avanguardia?“. Estela rispose: “Carissimo Bahia, non dobbiamo fare cadere nell’oblio questi atti odiosi. Infatti anche le generazioni successive devono lottare per la verità e la giustizia. La cosa peggiore è l’oblio visto che è l’oblio a permettere che le storie si ripetano.“
“Le madri denunciano il governo marocchino che mantiene l’accerchiamento dei sahraui con le mine antipersona e li reprime sistematicamente, uccide e fa scomparire delle persone, come ha fatto lunedì 8 novembre durante l’espulsione del campo di Gdeim Izik, ove vivono 20.000 persone. Richiediamo che cessino immediatamente le violazioni contro i diritti umani del popolo sahraui”, hanno scritto in un comunicato. Maradona non è stato messo al corrente di questo?
L’impegno delle Madri della Piazza di Maggio per la causa sahraui nel mese di aprile del 2015 è stato espresso con la presenza di una delle fondatrici, Nora Cortinas, al Festival del film FiSahara, organizzato nel campo dei rifugiati sahraui “Dakhla” a Tindouf in Algeria.
Non sappiamo se anche questa volta Maradona verrà accompagnato dalla sua fidanzata piccolo amico, Rocío Oliva, come ha fatto l’anno scorso durante il viaggio di quattro giorni ove si è fatto fotografare nella piscina di un hotel di lusso di Marrakech, ove soggiornerà anche questa volta. E come l’anno scorso, anche quest’anno ignoriamo quanto la Federazione calcistica reale pagherà per imbarcare il ragazzo d’oro per il Sahara occidentale occupato.