Ucciso il portavoce dell’Isis nei combattimenti ad Aleppo
31 Agosto 2016
Lo annuncia l’agenzia Amaq, legata allo Stato islamico
Mosca ha rivendicato la ‘paternità’ del raid responsabile dell’uccisione del portavoce dell’Isis Abu Mohammad al-Adnani. In un comunicato diffuso dal ministero della Difesa russo si sostiene, infatti, che è stato un raid portato a termine dai jet Su-34 di Mosca nell’area di Maratat Yum Haush, in cui sono morti circa 40 jihadisti, a “liquidare” il numero due dello Stato Islamico. Secondo il ministero la conferma è arrivata “attraverso alcuni canali d’intelligence”.
Prima di giurare fedeltà al Califfo al Baghdadi, Adnani, che è nato ad Idlib, aveva dichiarato di essere un seguace di Zarqawi in Iraq, dove poi era stato incarcerato per sei anni. Uscito di galera Adnani si era arruolato nell’Isis ed era stato spedito in Siria. Ispiratore dei ‘lupi solitari’ in Europa, lo scorso maggio, poco prima dell’inizio del Ramadan, al Adnani aveva esortato i “combattenti sulla via del jihad” ad attaccare i miscredenti ovunque essi fossero e di ucciderli con qualsiasi mezzo, anche “con un coltello”. “Se non siete in grado di procurarvi un ordigno esplosivo o una pallottola – disse in un macabro messaggio che ha preceduto di due mesi la strage di Nizza – allora scegliete un infedele americano o francese o qualunque altro loro alleato e rompetegli la testa con una pietra, o accoltellatelo, investitelo con un’auto, buttatelo giù da un’altura, strangolatelo o avvelenatelo”. A settembre del 2014, dopo che Parigi aveva iniziato le sue operazioni in Siria, aveva invocato attacchi contro “l’odiosa Francia”.
Intanto l’agenzia di stampa Ap ha documentato l’esistenza di 72 fosse comuni realizzate dall’Isis in Iraq e Siria e prevede che altre verranno alla luce sulla scia della ritirata del gruppo. I dati sono frutto di interviste esclusive, fotografie e ricerche. In Siria l’Ap ha ottenuto l’ubicazione di 17 fosse comuni, inclusa una con centinaia di corpi di una singola tribù. Il totale dei morti, secondo le stime dell’agenzia, oscilla tra 5.200 e oltre 15.000. Per almeno 16 fosse comuni in Iraq, prosegue la Ap, le autorità non provano neanche a dare una stima del numero dei corpi che contengono e scavarle adesso sarebbe troppo pericoloso.
La catena montuosa di Sinjar, tra la Siria e l’Iraq, é cosparsa di fosse comuni: alcune si trovano su territorio sottratto all’Isis dopo l’attacco del gruppo contro la minoranza Yazidi nell’agosto del 2014, altre si trovano nella terra di nessuno ancora in mano all’Isis. Delle 72 fosse comuni documentate dall’agenzia, la più piccola contiene tre corpi e si ritiene la più grande ne contenga migliaia, ma é impossibile stabilirne il numero esatto.
Ong, uccisi in Siria 3 volontari Usa con i curdi – Tre cittadini americani arruolatisi come volontari nelle file delle milizie curde in Siria sono stati uccisi mentre combattevano contro l’Isis. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). L’ong cita fonti secondo le quali i funerali dei tre, identificati come Jordan Andrew, Will Savage e Levi Jonasn, sono stati tenuti al valico di Simalka, tra la provincia siriana di Al Hasaka e l’Iraq. Lo scorso anno si era avuta notizia della morte di un altro americano, un australiano e un britannico arruolatisi nelle file delle Forze di difesa popolare curde (Ypg), che combattono nel nord della Siria contro lo Stato islamico con l’appoggio degli Usa. Secondo dati risalenti a poco più di un anno fa, erano 400 i combattenti stranieri provenienti da Usa, Europa, Australia e dall’America Latina che combattevano nelle file delle milizie curde siriane.