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Spose a 13 anni nella civilissima America

di Luana Pollini, 12 luglio 2016.



Siamo abituati a pensare che alcune usanze anacronistiche e avvilenti
non facciano più parte della nostra cultura occidentale. Guardiamo al
resto del mondo, specie ai Paesi poveri, con senso di superiorità e
distacco, vantandoci di essere migliori e non ci accorgiamo che spesso,
anche da noi, vengono violati diritti elementari. 

Fino a pochi giorni fa
credevamo, ad esempio, che lo spregevole fenomeno delle spose bambine
fosse solo un retaggio di nazioni come il Qatar e il Bangladesh, dove
migliaia di donne e ragazze vivono sotto il giogo dei propri padri,
mariti e fratelli. E invece no.



Pochi giorni fa lo Stato del Virginia (Usa) ha abolito la legge
che consentiva ai genitori delle minorenni di imporre (o consentire)
matrimoni riparatori in caso di gravidanza. La nuova normativa, entrata
in vigore i primi di luglio, fissa un limite di età per le nozze: 18
anni come regola generale, 16 nel caso in cui l’adolescente dimostri di
essersi legalmente emancipata dalla famiglia di origine (e previa
autorizzazione del giudice). Viene così risolto un fenomeno che, secondo
il “The Independent”, tra il 2004 e il 2013 nel Virginia ha coinvolto
circa 4.500 minori, di cui 200 con meno di 15 anni. Uno schiaffo
all’innocenza.


Il divieto – frutto di una lunga battaglia portata avanti dagli attivisti per i diritti umani
– è stato adottato quest’anno anche da parte di altri Stati:
California, Maryland, New Jersey e New York. Il giudice dovrà effettuare
una valutazione caso per caso senza tenere conto di elementi quali una
gravidanza precoce oppure il parere dei genitori della ragazza, come
chiarisce un altro quotidiano statunitense, il ”Washington Post”. 

La
legge precedentemente in vigore in Virginia prendeva infatti in
considerazione questi fattori, permettendo a coloro che compivano abusi
sessuali sulle minorenni di “scampare alla legge semplicemente sposando
le loro vittime”, come hanno denunciato le associazioni. Così è avvenuto
ad esempio per una ragazzina del liceo, stuprata dal proprio
insegnante, che per evitare guai ha convinto i genitori a concederle il
permesso di sposarla. 

“Era la seconda volta che ricorreva a questa
strategia- ha sottolineato Jill Holtzman Vogel, senatrice repubblicana
che ha sostenuto l’approvazione della legge assieme alla democratica
Jennifer McClellan- La prima si è conclusa con un divorzio. Ora che sono
sposati però – ha aggiunto – non esiste più alcun reato. La ragazza ha
lasciato la scuola. Lui le ha rovinato la vita”.



Secondo le statistiche, per le neo spose sussiste il 50% di probabilità
in più di abbandonare gli studi, il 25% in più di non frequentare il
college, e aumenta anche di molto la possibilità di restare incinta in
giovanissima età. Inoltre gli attivisti spiegano che queste ragazze
corrono il rischio di subire violenze domestiche tre volte in più delle
altre. Negli Stati Uniti, la legge sul matrimonio varia a seconda dello
stato, e ce ne sono ancora sei in cui alle giovani al di sotto dei 16
anni è consentito sposarsi. 

Qualche mese fa, Coby Persin – una nota star
di Youtube – ha lanciato una campagna provocatoria contro i matrimoni
precoci: a Times Square, un uomo di 65 anni e la “sua sposa” di 12
posavano per le foto di rito davanti agli occhi increduli di turisti e
passanti. “I cittadini non sopportano che una bambina sposi un uomo più
anziano di lei- ha sottolineato Persin- così come nessun altro nel mondo
dovrebbe fare”.

FONTE: Interris