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Israele progetta nuove case a Gerusalemme est, l’OLP protesta

di Edith Driscoll, 27 luglio 2016.

Il segretario
generale dell’Olp chiede l’intervento dell’Onu così da ”mettere fine ai
progetti coloniali di espansione” di Israele.

Ha sollevato da più parti reazioni di protesta l’avvio dell’esame
in questi giorni nel municipio di Gerusalemme di progetti per la
costruzione in tempi brevi di 770 alloggi per israeliani nella valle
compresa fra il rione ebraico di Gilo (Gerusalemme est) e il villaggio
palestinese di Beit Jala (Betlemme) dove si trova il monastero Cremisan.
Le nuove unità verranno considerate da Israele come parte del
“distretto di Gerusalemme” e fanno parte di un piano edilizio più vasto
che comprende un totale di 1200 unità abitative. 

Se non saranno
sollevate obiezioni, entro due mesi potranno avere inizio i lavori,
peraltro già approvati nel 2013. Questa ultima tranche procederebbe in
parallelo – secondo il sito web Walla – agli altri lavori preliminari
legati alla edificazione della Barriera di separazione.


Immediate le proteste dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp),
un’organizzazione politica e paramilitare palestinese fondata a
Gerusalemme nel maggio 1964 da una riunione di 422 personalità
nazionali. È considerata dalla Lega araba a partire dal 1974 la
legittima “rappresentante del popolo palestinese”. “Ancora una volta –
ha dichiarato il membro dell’Olp Hanan Ashrawi – il governo israeliano
sta mostrando le proprie vere intenzioni, distruggendo la possibilità
per la creazione di uno Stato palestinese. Queste politiche pericolose
provocheranno estremismo ed instabilità nella Regione”. Il segretario
generale dell’Olp, Saeb Erekat, ha perorato un intervento del Consiglio
di sicurezza dell’Onu tale da ”mettere fine ai progetti coloniali di
espansione” di Israele.

Il capo del comitato per la pianificazione coloniale della municipalità,
Meir Turgeman, ha dichiarato, a dispetto della condanna internazionale
agli insediamenti israeliani, che le costruzioni di unità abitative
andranno avanti sia a Gerusalemme Est sia in Cisgiordania e che farà di
tutto per “tenere i giovani a Gerusalemme”.

FONTE: Interris