General

Ai Griz di Missoula tutto è concesso. Anche lo stupro

di Grazia Lissi, 18 luglio 2016.

Missoula è la seconda città dello Stato del Montana
con più di settantamila residenti e migliaia di studenti, circa il
quarantadue per cento della popolazione possiede una laurea, rispetto al
ventotto per cento del resto del Paese. 

Come in altre cittadine
americane tutto ruota attorno all’università, locali, negozi,
ristoranti, i giovani iscritti sono parte del business del luogo.

Dal 2008 al 2012 nel campus universitario sono stati denunciati
trecentocinquanta casi di stupro, sicuramente meno di quanti siano realmente accaduti e molti di più di quanti non siano stati condannati. 

Senza consenso
di Jon Krakauer (Corbaccio pag. 380, € 19,60) indaga su questi crimini,
ascolta le vittime, viviseziona un sistema giudiziario che non è mai,
fino in fondo dalla loro parte. 

La sensibilità con cui il premio Pulitzer
affronta le testimonianze, la lucidità del racconto confermano una
scrittura efficace, capace di dare forza alla tragedia umana, spesso
ignorata. L’autore, più di mezzo milione di copie solo in Italia, è,
soprattutto, conosciuto per Aria sottile, dettagliato reportage sulla sua spedizione sull’Everest, e per Nelle terre estreme, ricostruzione del lungo viaggio, attraverso i diari, di Chris McClandless, scomparso a ventidue anni in Alaska, da cui Sean Penn ha tratto l’omonimo film. La stessa attenzione a una giovinezza spezzata appare in Senza consenso,
ma nessuna delle protagoniste cercava un’esperienza straordinaria,
solo una serata fra amici. La violenza spesso avviene durante una festa,
organizzata da una delle tante fraternity studentesche in cui
vige la regola dello sballo. La ragazza beve, si sbronza e questo la
trasforma da accusatrice ad accusata. 

«Le donne non vengono stuprate
perché non sono state sufficientemente avvedute. Le donne vengono
stuprate perché qualcuno le stupra» dichiara allo scrittore la saggista
Jessica Valenti. Chi subisce uno stupro da un conoscente si sente in
colpa, si chiede cosa può aver sbagliato, si vergogna. La violenza
sessuale subita porta a un crollo della fiducia in sé stessi e negli
altri: se i miei amici possono arrivare a tanto, cos’altro mi può
accadere? Dopo l’abuso queste giovani testimoni abbandonano
l’università, il luogo del delitto, oppure cercano di diventare
invisibili, non escono dalla stanza, smettono di dare esami, non
vogliono più vivere. 

Alcune di loro si recano subito al pronto soccorso e
al commissariato, molte altre, dopo la visita medica, attendono mesi
prima di fare la denuncia, questo porta chi indaga ad avere sospetti
sulla credibilità dei fatti. Ma se c’è un filo rosso che lega una
vittima all’altra, ce n’è un altro che serve ad identificare il
violentatore, almeno in questo caso. Sono quasi tutti studenti
appartenenti alla squadra di football dell’università del Missoula, i
Griz, un mito per la città, a loro tutto è concesso, vivono con un senso
di onnipotenza, tutto a loro è dovuto. Ogni no per loro significa sì.
Le studentesse stuprate subiranno le calunnie e i dubbi di una giustizia
approssimativa, della stessa popolazione di Missoula che preferisce
stare dalla parte dei finalisti del campionato piuttosto che guardare in
faccia le vittime. 

Nel suo stile secco ed esaustivo Jon Krakauer
racconta episodi americani rivolgendosi a tutti noi che vogliamo vivere
in una società civile e giusta. E ci chiede di fare una scelta: o con le
vittime o con i carnefici.


Jon Krakauer, Senza consenso, (Corbaccio, pag. 380, € 19,60)


© Istituto della Enciclopedia Italiana – Riproduzione riservata