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La comunità peruviana che resiste all’avanzata dell’olio di palma

di
Juan Arellano, trad. Mara Fancello, 01 Giugno 2016


Questo articolo è
una versione dell’
articolo originale
[es,
come i
link seguenti, salvo diversamente specificato
],
pubblicato sul blog “Globalizado” di Juan Arellano.



Santa Clara de Uchunya è
una piccola comunità dell’Amazzonia peruviana, situata lungo le
sponde del fiume Aguaytía,
nella regione dello Ucayali. I membri di questa comunità di origine
shipibo si stanno scontrando contro la compagnia Plantaciones de
Pucallpa per l’appropriazione e la deforestazione, da parte di
quest’ultima, di circa 80 ettari di terreno che questa gente
considera parte integrante del proprio territorio ancestrale.



Un’analisi
delle immagini satellitari riprese ad agosto 2014 ha rivelato la
deforestazione di circa 12.200 ettari di foresta vergine avvenuta in
due zone della regione di Ucayali, in prossimità del fiume Aguaytía.
Secondo il MAAProject, la deforestazione è stata causata
dall’espansione di due piantagioni di palma da olio su larga scala. 

Successivamente, un rapporto
del sito web Mongabay,
impegnato in tematiche di salvaguardia ambientale, ha ricollegato
queste piantagioni all’imprenditore ceco Dennis Melka, tramite le
seguenti compagnie: Grupo Palmas del Perú, Plantaciones de Ucayali e
Plantaciones de Pucallpa.



Melka è noto per essere
il CEO del colosso mondiale del cacao, la United Cacao, una compagnia
con sede alle isole Cayman, accusata
[en] delle deforestazione di oltre 2.000 ettari di foresta
vergine nella regione amazzonica di Loreto, nell’area nordorientale
del Perù. 

È inoltre fondatore,
direttore, presidente e amministratore delegato della United Oils
[en], la cui sede principale si trova nelle isole Cayman, nonché
proprietario di una “raffineria di olio di palma” a Singapore.


Convoca,
un’iniziativa
di giornalismo d’inchiesta ha pubblicato quest’anno un rapporto
speciale
sulle attività di Melka in Perù, sia nella regione di
Loreto che in quella di Ucayali. È venuto alla luce che l’incaricato
della Direzione Regionale dell’Agricoltura di Ucayali, assieme
all’ex-presidente del governo regionale di Ucayali, sono oggi
indagati da parte della Prima Procura Specializzata in Materia
Ambientale di Ucayali come presunti autori di crimini ambientali e
contro il patrimonio pubblico e per essere responsabili, in qualità
di pubblici funzionari, della vendita di terreni all’impresa di
Melka.


Le compagnie di Melka,
come se non bastasse, hanno iniziato ad acquisire i terreni
direttamente dalle comunità delle zone limitrofe. Una volta entrate
in possesso degli appezzamenti di terra, hanno dato il via al
disboscamento dell’area con l’aiuto di macchinari pesanti. Il
rapporto stilato da Convoca
raccoglie anche
le testimonianze dei comuneros,
i contadini nativi, coinvolti loro malgrado, che accusano i dirigenti
della compagnia Plantaciones de Ucayali di aver indebitamente
sottratto i loro terreni. Ramiro Tapullima, della zona di Bajo Raya,
ha dichiarato davanti alla Procura:



Mi hanno raso al suolo
l’intera coltivazione di riso e manioca di più o meno due ettari.
Non ho potuto fermarli perché erano armati, c’erano delle guardie
che ci minacciavano con armi da fuoco.


Carmela Castro Najarro,
dello stesso villaggio, ha raccontato:



Mi hanno intimato di
lasciare il mio terreno, perché se ne sarebbero occupati loro. La
compagnia mi ha preso a male parole, minacciandomi e affermando che
mi avrebbero fatto di tutto, motivo per cui sono dovuta andare via.



I funzionari di
Conveagro-Ucayali, d’altro canto, segnalano
che i terreni presumibilmente deforestati erano, invece, da sempre
dedicati all’agricoltura.


Da parte loro, gli
abitanti della comunità “Shambo Porvenir” affermano che a fronte
del mancato sostegno da parte del governo regionale per trovare
un’alternativa alla coltura della coca, hanno deciso di accettare
l’aiuto della compagnia Plantaciones Pucallpa e di dedicarsi così
alla coltivazione della palma da olio. 

Tuttavia, quanto accaduto
nella comunità di Santa Clara di Uchunya è diverso dalla situazione
di Shambo Porvenir. 

La dibattuta vendita dei 4.759 ettari di terreno
avventua a dicembre 2012, tra la Direzione Regionale dell’Agricoltura
di Ucayali e la compagnia Plantaciones de Pucallpa S.A.C., che è
stata denunciata da Convoca,
non ha mai avuto l’autorizzazione del Consiglio Regionale di Ucayali,
né ha tenuto in considerazione che questi terreni fossero già di
proprietà, tra gli altri, della comunità di Santa Clara di Uchunya.



L’anno scorso, l’indagine
condotta dal governo ha rilevato la distruzione di 6.824,39 ettari di
foresta, lasciando appena lo 0,3% di copertura arborea. L’intera area
deforestata si trova all’interno dei confini di quello che la
comunità definisce come il proprio territorio ancestrale.



Sul blog
dell’organizzazione Justicia Viva è stata svolta un’analisi
del caso, le cui conclusioni hanno evidenziato la violazione di
diversi diritti fondamentali.


Sono stati violati una
serie di diritti riconosciuti dalla Costituzione Politica e dalla
Comunità Internazionale in materia di Diritti Umani, cha passano
dalla proprietà comune alla previa consultazione della comunità
locale, al diritto a un ambiente equilibrato e adeguato, per citarne
solo alcuni della medesima importanza. 

Questo quadro permette alla
comunità nativa di Santa Clara de Uchunya, in sede giudiziale – e
attraverso un procedimento costituzionale, nello specifico il
“recurso de amparo”, contro la violazione dei diritti e delle
libertà fondamentali –  di esigere il fermo immediato delle
azioni che violano tali diritti e il ripristino della condizione
precedente. 

Per tornare al momento in cui l’ambizione non aveva
ancora preso le sembianze della palma da olio, ora piantata al posto
della foresta, una foresta che ormai non esiste più.


La comunità di Santa
Clara de Uchunya non è rimasta con le mani in mano e, oltre alle
opportune azioni legali, ha intrapreso diverse attività per far
conoscere l’accaduto e risvegliare le coscienze sul tema. Proprio a
questo scopo, ha creato un
video
che “basandosi sulle testimonianze dirette dei comuneros,
mostra il terribile impatto che questo accaparramento dei territori
nativi ha sulle popolazioni locali, e la lotta che queste hanno
ingaggiato per il rispetto dei propri diritti territoriali e
culturali”.


Lo sforzo della comunità
per vedersi riconosciuti i propri diritti territoriali va avanti da
oltre 30 anni, ed è ora arrivato a un punto di svolta. Il caso
legale di Santa Clara de Uchunya è emblematico, considerato che il
risultato di questa azione avrà conseguenza cruciali per il futuro
dell’Amazzonia peruviana e delle popolazioni indigene.



Ad aprile 2016, alcuni
rappresentanti della comunità di Santa Clara de Uchunya, assieme ad
altri leader delle comunità native di Indonesia, Colombia e Liberia,
hanno
visitato
diversi paesi europei per chiedere che l’UE prenda delle
misure atte a rafforzare la propria legislazione nell’ambito della
violazione dei diritti umani e dell’appropriazione dei territori
collegata all’approvvigionamento mondiale di olio di palma”. 
Sono stati inoltre alla Borsa di Londra, per chiedere
che la compagnia United Cacao, di proprietà di Dennis Melka, non
sia più quotata sul Mercato Alternativo del Capitale (AIM).



Vale la pena sottolineare
che la strategia adottata da Melka e dai suoi avvocati è quella di
mantenere il più assoluto silenzio – come ha fatto davanti alle
richieste di intervista da parte dei giornalisti di Convoca,
ad esempio – salvo avviare
procedure di querela per diffamazione
contro i media che si
occupano del tema, come nel caso del portale francese Confectionary
News
e
del portale Salva
la Selva
,
o dell’ONG tedesca Rettet
den Regentad
;
in quest’ultimo caso, la United Cacao ha affermato di operare nel
rispetto delle leggi peruviane vigenti, poiché lo studio
sull’impatto ambientale del progetto, presentato nel 2013,
inizialmente è stato accettato da parte delle autorità competenti e
al momento sono in attesa dell’approvazione finale, che dovrebbe
arrivare entro la fine di quest’anno.



In mezzo a questo
panorama sconfortante, un po’ di sollievo è stato dato dalla
notizia dell’emissione di misura
cautelare
del Nono Tribunale Costituzionale di Lima, che sancisce
lo stop alla deforestazione condotta dalla compagnia Cacao del Perú
Norte S.A.C – di proprietà della United Cacao – a Tamshiyacu,
nella regione di Loreto. Speriamo accada presto la stessa cosa anche
a Santa Clare de Uchunya.



FONTE: Global Voices