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Funzionario cinese: Jiang Zemin ha ordinato il prelievo di organi

di Matthew Robertson, 28 giugno 2016.

Bai Shuzhong, ex ministro della salute del Dipartimento di Logistica generale dell’Esercito di liberazione Popolo. (cof.org.cn)

Un ex leader del Partito Comunista Cinese ha ordinato direttamente il
genocidio spietato di un gruppo spirituale? Una telefonata registrata
in segreto da un gruppo di investigatori che indaga sulle violazioni dei
diritti umani in Cina potrebbe far luce su questa questione cruciale.


Nel 2000, nel settore cinese dei trapianti d’organi, ha iniziato a
manifestarsi un’insolita vicenda: le esecuzioni dei trapianti d’organi
sono aumentate vertiginosamente, sono stati aperti nuovi centri di
trapianto e sono sorti numerosi siti web dove si promuovevano offerte di
operazioni di trapianto di organi vitali con tempi di attesa di una settimana.
Questo è un qualcosa di inaudito nei Paesi sviluppati, dove i tempi di
attesa per un trapianto di fegato o di cuore sono spesso misurati in
anni.



Mistero degli organi


Per un certo periodo la vicenda si è rivelata sconcertante. 
La Cina
non aveva alcun sistema di trapianti basato sulla donazione volontaria
(come esiste nei Paesi sviluppati) e c’era la comprensione generale che
tutti gli organi utilizzati nei trapianti provenissero dai prigionieri
giustiziati – ovvero da condannati a morte a seguito dei crimini
commessi. 

In Cina i loro organi venivano semplicemente prelevati e
venduti.



Tuttavia nel corso del 2000, a differenza dell’aumento del numero dei
trapianti effettuati, quello delle esecuzioni non è aumentato
improvvisamente. In realtà i dati provenienti dal Duihua, un gruppo
focalizzato sul rispetto dei diritti umani in Cina, mostrano nel corso
degli anni una diminuzione generale delle esecuzioni.

Anni dopo, a partire dal 2006 e nel 2007, i ricercatori hanno compreso
che cosa aveva generato questo improvviso incremento dei trapianti: nel
2000 si era creata una nuova e differente fonte di organi – quelli
prelevati dai praticanti del Falun Gong, una pratica spirituale.

Il Falun Gong, una disciplina spirituale tradizionale che include la
pratica di esercizi meditativi e l’apprendimento di insegnamenti morali,
aveva raggiunto negli anni 90 in Cina una grande popolarità. Tuttavia
nel luglio del 1999, il leader del Partito Comunista Cinese Jiang Zemin
ha avviato una campagna per sradicare violentemente la pratica. Era
diventata talmente popolare così velocemente che Jiang percepì il gruppo
come una minaccia. Vide nella persecuzione un’opportunità per aumentare
il suo potere nel Partito.



I ricercatori, sulla base dei dati forniti dagli ospedali, delle
testimonianze, delle telefonate registrate in segreto, degli esami del
sangue e di un insieme di altre prove, hanno constatato che a partire
dal 2000 il Falun Gong stava diventando una fonte utile e primaria di
organi per l’industria dei trapianti cinese. Gli organi dei praticanti
del Falun Gong hanno alimentato un massiccio sviluppo di ospedali e di
centri di trapianto appositamente dedicati. Tutto ciò ha dato vita un fiorente commercio di organi umani, alcuni dei quali sono stati venduti a pazienti stranieri per l’equivalente di oltre 80 mila euro.



Davanti a queste prove, una domanda che si è ripresentata in maniera
assillante per tutto il tempo è stata se questa pratica dei prelievi si
fosse diffusa così rapidamente in tutta la Cina a causa delle iniziative
locali ‘imprenditoriali’ o perché era stato dato un ordine dall’alto.



Uccisione su ordine vs uccisione “naturale”


In assenza di qualsiasi prova documentale, la tesi predefinita è che
la pratica dei prelievi si sia sviluppata per motivi ‘naturali’, come
espresso in maniera pungente da Ethan Gutmann, il cui libro The Slaughter è dedicato a un attento esame della questione del prelievo degli organi dai praticanti del Falun Gong.



Tuttavia adesso c’è una telefonata – registrata in
segreto – che sembra mostrare un’esplicita ammissione da parte di un
ufficiale di alto rango dell’esercito cinese. Il funzionario lascia
presagire che, piuttosto che essere un caso basato su un atto illecito a
scopo di lucro diffusosi rapidamente, l’atto di uccidere decine di
migliaia di praticanti del Falun Gong per i loro organi fosse in realtà
un comando pervenuto dall’alto. Da Jiang Zemin stesso.



«A quel tempo, Jiang era il presidente. Era stato dato l’ordine di
dare il via a questa pratica, il prelievo degli organi», ha detto
l’ufficiale. Ha ripetuto che Jiang (che al momento era il presidente
della Commissione Militare Centrale, l’organo del Partito che dirige
l’esercito) aveva dato il comando: «Ho sentito dare l’ordine… di
vendere i reni, fare i prelievi…».



Bai [il funzionario intervistato, ndt] viene messo al
corrente che il suo investigatore ha sentito dire che «i dipartimenti
logistici congiunti utilizzavano come donatori vivi un certo numero di
praticanti del Falun Gong detenuti, è vero?», Bai risponde: «È così,
così stavano le cose allora, ah, credo, almeno questo è quello che
ricordavo, perché a quel tempo, dopo che il presidente Jiang emise l’ordine, tutti noi abbiamo ci siamo dati un gran daffare contro il Falun Gong».



Ha aggiunto: «Noi controlliamo direttamente le università militari di
medicina che sono direttamente affiliate al Dipartimento di Logistica
generale dell’Esercito di liberazione Popolo (Pla) e queste ricevevano
ordini ripetuti, perché a quel tempo Jiang poneva molta attenzione a
questa questione, si dedicò con molta enfasi a questa faccenda».
L’intervistatore al telefono domanda: «Chi si è dedicato con molta
enfasi a questa faccenda?». Bai risponde: «Jiang, è stato quando Jiang
era al potere».



La telefonata dura diversi minuti. La voce inconfondibile è quella di Bai Shuzhong,
ex ministro della sanità del Dipartimento di Logistica generale
dell’Esercito di Liberazione del Popolo. Considerando che è un
funzionario dell’esercito ben conosciuto, i video dei suoi discorsi sono
ampiamente disponibili online per il confronto. La voce nella
registrazione e quella di Bai Shuzhong sono identiche.



Telefonate da guerriglia


Il modo in cui una squadra investigativa da guerriglia sia riuscita a
contattare Bai Shuzhong al telefono e persino a iniziare rapidamente a
discutere su tali informazioni sensibili alla politica, è un’altra
questione.


Wang Zhiyuan, portavoce di New York per l’Organizzazione Mondiale per
Indagare sulla Persecuzione del Falun Gong (Woipfg), un gruppo di
ricerca che raccoglie e compila prove degli abusi contro la pratica
spirituale e che ha effettuato la telefonata, non consente che la
persona che ha effettuato la chiamata venga intervistata direttamente da
un giornalista. Questo perché, ha detto, comprometterebbe l’identità
del chiamante.



Wang non rivela se l’individuo fosse o meno in Cina. Tuttavia ha
detto che il metodo utilizzato era stato affinato nel corso degli anni e
che era stato attuato grazie ad insider che hanno fatto trapelare
informazioni al loro gruppo.


In particolare in questo caso, il chiamante ha finto di essere un
alto funzionario cinese che stava indagando sulla questione. «Era
l’identità di un funzionario superiore – al quale Bai Shuzhong doveva
rendere conto e qualcuno di cui aveva paura». Wang, alla domanda sul
perché non abbia riconosciuto la voce, risponde: «Ci sono molti
funzionari di alto livello in Cina. Non si erano mai conosciuti». Wang
ha detto che avevano cercato attentamente le informazioni sui personaggi
oggetto di indagine e il loro ruolo – a volte gli sforzi falliscono, i
funzionari diventano sospettosi e riagganciano il telefono. Altre volte
parlano liberamente.


Wang ha detto che, se l’autenticità della chiamata dovesse essere
messa in discussione, la sua organizzazione potrebbe fornire, a un
tribunale internazionale o ad altre autorità, ulteriori dettagli a
dimostrazione che la telefonata è stata realmente effettuata,
così come il numero chiamato e quello del chiamante. Altre telefonate
che fanno passano per i centralini ufficiali cinesi, dimostrando
l’esistenza di interazioni con gli operatori dei centralini e simili, e
nessuna di queste a detta di Wang potrebbe essere simulata. Ha aggiunto
che l’Woipfg non poteva rilasciare queste informazioni adesso perché
avrebbero compromesso la loro possibilità di utilizzare nuovamente tali
tecniche.

Inoltre ha osservato: «Se avessimo simulato la chiamata, Bai Shuzhong
non potrebbe esporsi e dimostrare che stiamo dichiarando il falso?
Sarebbe facile, non è vero? Perché non hanno detto niente?»



“Un grande assassino”


Il leader del Partito Comunista Xi Jinping, sta
attualmente conducendo una radicale purga dell’apparato del Partito e
dell’esercito ed è chiaro agli osservatori che molti dei suoi obiettivi
sono i funzionari associati all’ex leader Jiang Zemin. In questo
contesto, sembra comprensibile che un funzionario che è sinceramente
convinto di essere stato interrogato da un investigatore dell’esercito o
da qualcuno di simile, rinnegherebbe Jiang.



Tuttavia, questo stile di condurre interrogatori – in cui si
formulano le domande in modo da suggerire la risposta – non convince
l’avvocato canadese per i diritti umani David Matas,
coautore di un libro che fornisce un resoconto rilevante sul prelievo di
organi ai praticanti del Falun Gong da parte del Partito.



«Sono informazioni credibili, tuttavia non verificabili. Sono quel
tipo di cose che sono di interesse», ha detto in un’intervista
telefonica.


Matas ha aggiunto: «Per quanto mi riguarda, le prove delle uccisioni
dei praticanti del Falun Gong per i loro organi sono abbastanza
convincenti e sappiamo che tutti sanno che Jiang ha avviato la
persecuzione contro il Falun Gong». 

La chiamata di per sé non stabilisce
se questi crimini hanno avuto luogo – cosa che è già stata dimostrata –
ha detto Matas – tuttavia «ci svela forse alcuni dei meccanismi di come
accadeva, di ciò che faceva funzionare questa pratica».



Matas ha considerato la telefonata come indicativa e potenzialmente
«incriminante», sebbene non di per se stessa «schiacciante». Ha
aggiunto: «E non mi stupirei che Jiang Zemin avesse dato l’ordine, come
parte della sua natura… è stato un grande assassino»

FONTE: Epoch times