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Eroi per bambini rom

di Stano Daniel, coordinatore REYN*, 14 giugno 2016. 

I bimbi rom fanno
fatica a identificarsi in eroi troppo diversi da loro, spesso pensati
per un pubblico di bambini bianchi e culturalmente lontani. Eppure la
storia di rom e sinti è piena di personaggi immortali da prendere come
modelli. Come il pugile Rukeli, che resistette ai nazisti.

Mentre la nascita di mio figlio si avvicinava rapidamente, mi sono
ritrovato spesso a pensare a cosa mi era mancato da bambino. Leggevo
spesso libri con eroi ed ero triste perché nessuno di loro mi
assomigliava. I ragazzi di cui leggevo le avventure erano tutti di pelle
chiara; diversi da me – un bambino dalla pelle scura di un quartiere
operaio, un ragazzo rom i cui genitori lottavano per mantenere il posto
di lavoro in un Cecoslovacchia in trasformazione.


Oggi so che ci sono una serie di eroi rom che posso far conoscere a
mio figlio. Ma spesso le loro storie sono inquadrate nei libri di
storia, noiosi e troppo descrittivi.



Ciò è recentemente cambiato grazie a Jud Nirenberg, che ha reso la
vita dei padri rom un po’ più facili. Nel suo libro Johann Trollmann and
Romani Resistance to the Nazis, Nirenberg ha riportato in vita un eroe
rom per i nostri figli. Contrariamente al titolo descrittivo, il libro
non è incentrato solo sulla persecuzione di sinti e rom da parte dei
fascisti, è molto più di una rappresentazione degli eventi storici.
Restituisce un volto umano alla storia del genocidio dei rom tramite la
rivisitazione della storia del campione dei pesi mediomassimi della
Germania – Rukeli – il cui nome in romanì significa albero.

Il libro racconta in maniera toccante i primi anni di vita di Rukeli,
l’ambiente famigliare e la scuola. Leggiamo dei suoi primi giorni a
scuola e di come avesse fatto arrabbiare il suo insegnante non
rispondendo quando veniva chiamato Johann. Solo chi ha una comprensione
della cultura rom per i soprannomi può capire quale fonte di confusione
deve essere stato per lui venire chiamato in un modo diverso da Rukeli.
Più facile è stata per il fratello Carlo, con il quale Rukeli
condivideva il letto. A casa veniva chiamato Kalo (“nero” in romanì),
pronunciato quasi come Carlo in tedesco.

Il libro di Jud Nirenberg non è una storia per bambini. Ma i
contenuti e la narrazione ci ricordano di un mestiere che abbiamo quasi
dimenticato. Raffigurare eventi storici nell’ambiente Romani non è mai
stato incentrato sui dettagli storici. Piuttosto erano le storie, i
personaggi, la trama e la suspense. Jud ha fatto un ottimo lavoro nel
ricordarci di questa tradizione. Nirenberg ci ha dato le risorse, ora
spetta a noi – come padri rom – condividere la storia con i nostri
figli. Proprio come i nostri nonni hanno fatto ogni volta che la
famiglia si riuniva.


L’arte della narrazione è sempre stata parte della cultura rom e non
in un lontano passato, ma fino a poco tempo fa. Durante la mia infanzia
ci raccontavamo i film che avevamo visto. A differenza di oggi, non
avevamo l’opportunità di passare un DVD a un amico o inviargli il link
di un film online. Il racconto e la rivisitazione sono stati gli unici
modi per condividere. Forse abbiamo bisogno di tornare a questo; magari
partendo da un libro e dalla storia di Rukeli.


Grazie Jud!

*REYN-Romani Early Years Network è una rete
di professionisti e para-professionisti che lavorano a stretto contatto
con le comunità rom in nel campo dello sviluppo della prima infanzia. Sabato 24 maggio è nata anche REYN Italia. Visitate il loro sito reyn.blog.issa.nl

FONTE: Frontiere news