General

Dopo la sconfitta dello Stato islamico, l’Iraq dovrà decidere il suo futuro

di trad. di Gabriele Crescente, 22 giugno 2016.


L’esercito iracheno ha appena riconquistato Falluja
e l’offensiva su Mosul è alle porte. 

Ma intanto, è cominciato il
dibattito sul futuro dello stato iracheno. Tutte le forze politiche
sanno che l’Iraq non potrà mai tornare quello di prima. Qualcosa di
simile al gruppo Stato islamico (Is) si svilupperebbe subito in città
come Mosul, Ramadi, Tikrit e Falluja se il governo sciita tentasse di
ristabilire la sua autorità con la forza dell’esercito e delle milizie. 

Alcuni sciiti vedono la riconquista di Falluja come una vendetta: il
quotidiano ufficiale Al Sabah ha scritto che non si tratta di una
liberazione dall’Is, e il giornalista Ahmed Abdul Sada ha affermato che
dopo tre ribellioni è ora di costringere Falluja a obbedire.


I curdi hanno aperto il capitolo del futuro assetto dell’Iraq in modo
inequivocabile. Masrour Barzani, figlio del presidente del governo
regionale del Kurdistan Massoud, ha ribadito la sua idea di una
partizione in tre entità autonome, una sciita, una sunnita e una curda.
Lo stesso Masrour non è mai stato a Baghdad da quando comanda le forze
di sicurezza del Kurdistan, e ha in mente un Kurdistan indipendente dal
governo iracheno. 

La regione sunnita di Mosul dista appena un’ora di strada dal
capoluogo del Kurdistan. Tra gli abitanti c’è molta diffidenza nei
confronti delle milizie sciite e dell’influenza dell’Iran su di esse.
Molti sunniti vorrebbero un’autonomia simile a quella dei curdi, se il
sostegno diplomatico dei paesi sunniti come l’Arabia Saudita lo
consentirà.


Tra i sostenitori dell’autonomia e quelli del governo centralizzato,
c’è chi teme che il futuro dell’Iraq quando non ci sarà più lo Stato
islamico potrebbe essere ancora più difficile.



FONTE: Internazionale