Azerbaigian: Rilasciata la giornalista Khadija Ismaylova
Foto: RFE/RL |
La Corte Suprema dell’Azerbaigian ha
recentemente deciso di rilasciare
la giornalista investigativa Khadija Ismaylova,
famosa nel suo paese per le sue inchieste riguardanti il presidente
Aliyev e la sua famiglia, finita in carcere da un anno e mezzo in
seguito ad un processo controverso.
La decisione di scarcerare la
giornalista azera è stata presa il 25 maggio, appena due giorni
prima del 40° compleanno della stessa Ismaylova, in seguito ad un
procedimento d’appello avviato dagli avvocati della giornalista,
nel corso del quale la
Corte Suprema ha deciso di commutare la pena della Ismaylova in tre
anni e mezzo di libertà vigilata.
La giornalista azera era in carcere dal dicembre 2014, e stava
scontando una pena di sette anni e mezzo di detenzione per
appropriazione indebita e frode fiscale;
accuse ritenute però infondate da diversi gruppi di attivisti locali
e da numerose ONG inernazionali, tra cui Amnesty
International.
In principio, l’arresto di Khadija
Ismaylova è avvenuto in
seguito a un’accusa di istigazione al suicidio ricevuta da un suo
ex collega (poi
successivamente ritirata), per cui è stata inizialmente condannata a
due mesi di custodia cautelare. Dopo però diversi mesi di prigionia,
nel luglio 2015 è
stato avviato un processo nel quale la Ismaylova ha dovuto
rispondere delle accuse di diffamazione, corruzione, frode fiscale,
traffici illegali e abuso di potere.
Il
processo si è svolto a porte chiuse,
senza la presenza di giornalisti, attivisti e degli stessi familiari
dell’imputata, ed è terminato il primo settembre dello stesso anno
con la condanna della
Ismaylova,
successivamente confermata anche in appello.
A causa del suo lavoro, negli ultimi
anni la Ismaylova è riuscita a farsi conoscere anche al di fuori dei
confini nazionali, aggiudicandosi
grazie alle sue inchieste diversi riconoscimenti internazionali.
Per questo la sua detenzione ha fatto clamore, scatenando le proteste
non solo degli attivisti locali, ma anche quelle di numerose
associazioni a sostegno della libertà di stampa, al
punto da spingere diversi governi occidentali e ONG internazionali a
chiedere al governo azero la sua scarcerazione.
Recentemente, in vista del suo 40° compleanno, diversi attivisti
avevano organizzato una campagna internazionale per sostenere la sua
liberazione, con 40 flash mob
previsti in altrettante città del mondo.
Khadija Ismaylova si è affermata come
giornalista lavorando a
capo dell’ufficio azero di Radio
Free Europe/Radio Liberty dal
2008 al 2010, rimanendo anche in seguito all’interno della
redazione come collaboratrice, specializzandosi nel giornalismo
d’inchiesta.
Proprio a partire dal 2010 la
Ismaylova è diventata famosa per le sue indagini incentrate sul
presidente Aliyev e sulla sua famiglia,
colpevoli secondo la giornalista azera di aver sviluppato una grande
rete di corruzione in tutto il paese e di aver nascosto buona parte
delle proprie ricchezze off-shore;
fatto poi successivamente emerso anche all’interno dell’inchiesta
dei Panama
Papers.
La liberazione della Ismaylova è
stata l’ultima in ordine di tempo di una serie di amnistie concesse
negli ultimi mesi dal governo di Baku ad alcuni dei propri
prigionieri politici. Tra
il novembre e il dicembre 2015 le autorità azere hanno infatti
deciso di rilasciare gli
attivisti Leyla e Arif Yunus, accusati come la Ismaylova di frode
ed evasione fiscale; mentre nel marzo 2016, in occasione del Nowruz,
ricorrenza molto sentita nel paese caucasico, il
presidente Aliyev ha firmato un
decreto di amnistia
per 148 detenuti, tra i quali vi erano 15 tra attivisti, giornalisti
e politici dell’opposizione.
La scarcerazione della Ismaylova è
stata accolta con generale entusiasmo dalla comunità internazionale.
L’Unione Europea, per voce di Federica Mogherini, Alto
rappresentante gli affari esteri e la politica di sicurezza, e il
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, hanno
esortato l’Azerbaigian a garantire ai propri cittadini una maggiore
libertà di stampa e di partecipazione politica,
condizioni necessarie per rafforzare i legami tra il paese caucasico
e i suoi partner occidentali.
Per Dunja Mijatovic, rappresentante
dell’OSCE, la liberazione della Ismaylova rappresenta per
l’Azerbaigian un passo in avanti molto importante, anche
se le autorità azere dovrebbero portare a termine il lavoro
facendo cadere tutte le accuse ancora pendenti sulla giornalista e
procedendo alla scarcerazione di tutti i colleghi ancora
imprigionati.
FONTE: East journal