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Julia Salome Richter: focalizzare sulle potenzialità insite in una società caratterizzata dalla diversità culturale


Di
Milena Rampoldi, ProMosaik. Domenica, 5 giugno 2016, in Svizzera si terrà il
referendum sulla revisione della legge sull’asilo. Ne ho parlato con Julia Salome
Richter, coordinatrice delle campagne presso l’associazione Schweizerische
Flüchtlingshilfe. Vorrei ringraziare nuovamente Julia per le sue spiegazioni.
Secondo ProMosaik lo scambio di idee tra organizzazioni e paesi nel settore del
lavoro con i profughi acquisisce un’estrema importanza al fine di imparare
nuove cose e di elaborare soluzioni creative. Informazioni su Julia Salome
Richter le trovate qui.
Milena
Rampoldi: Perché è tanto importante che il 5 giugno in Svizzera al referendum
sulla revisione sulla legge sull’asilo vinca il SÌ?
Julia Salome Richter: La revisione della leggere sull’asilo arreca una
serie di vantaggi essenziali a chi ricerca asilo: la protezione legale gratuita
durante l’intera procedura in prima istanza permette una qualità più elevata
del procedimento d’asilo. I rappresentanti legali sono coinvolti in tutti i
passaggi del procedimento e conoscono in modo approfondito la storia di vita e
la fuga dei richiedenti. In questo modo le situazioni possono essere registrate
in modo esaustivo e corretto. Anche la consulenza sulla procedura prevista ed
inclusa nella revisione della legge sull’asilo è importante per i richiedenti
asilo: infatti permette loro di essere informati sui loro diritti e obblighi
fin dall’inizio dell’iter. Inoltre la revisione della legge d’asilo prevede una
protezione particolare per bambini e persone vulnerabili. Questi aspetti mostrano
che votare SÌ il 5 giugno 2016 in occasione del referendum per la revisione
della legge d’asilo rappresenta un vantaggio per tutte le parti coinvolte.  
MR:
Che cosa significa integrazione per Lei e come può la revisione della legge
sull’asilo dare il suo contributo ad un’integrazione di successo?
JSR: L’associazione Schweizerische Flüchtlingshilfe dà moltissima
importanza all’integrazione, fondamentale affinché i richiedenti asilo si
possono trovare bene in Svizzera entro breve tempo e condurre dunque una vita
dignitosa. I procedimenti più rapidi previsti nel contesto della revisione
della legge d’asilo possono evitare che i richiedenti asilo debbano vivere per
anni nell’insicurezza sull’esito del procedimento. In questo modo potranno
integrarsi più rapidamente nella società e nel mercato del lavoro svizzeri.  
MR:
Che importanza hanno i progetti pilota e perché?
JSR: I progetti pilota come ad esempio il progetto con le famiglie
ospitanti dell’SFH servono ad introdurre nuovi strumenti nel sistema svizzero
dell’integrazione ancora alquanto lacunoso. Per questo dopo i quattro cantoni
pilota del progetto dell’SFH abbiamo iniziato ad avviare dei progetti di
famiglie ospitanti anche in altri cantoni, seguendo lo stesso modello. In
questo modo, il concetto delle famiglie ospitanti diviene uno strumento importante
nel sistema dell’integrazione.
MR:
Secondo Lei la diversità significa forza. Come facciamo a spiegare questo
concetto ai nemici di una società variopinta e tollerante?
JSR: Una società in cui convivono diversi background culturali, esperienze
e capacità diversificate aumenta il suo potenziale vitale, in quanto gli
incontri interculturali ampliano gli orizzonti e arricchiscono l’individuo.
Inoltre la polemica contro il multiculturalismo non ha senso perché si oppone
alla realtà concreta. Invece di argomentare distanziandoci dalla realtà
concreta, dovremmo invece focalizzare sulle potenzialità insite in una società
caratterizzata dalla diversità culturale.
MR:
Non esistono i profughi, ma solo gli esseri umani a ricerca di protezione. Che
ne pensa di quest’idea?
JSR: Esatto. I motivi che inducono le persone alla fuga sono molto più
diversificati rispetto quelli previsti nella convenzione di Ginevra sui rifugiati
che risale agli anni 50. I profughi per motivi climatici ad esempio nella
convenzione di Ginevra non esistono.
MR:
Che cosa avete raggiunto fino ad ora e quali sono i vostri obiettivi nel
contesto del lavoro con i rifugiati in futuro?
JSR: L’associazione Schweizerische Flüchtlingshilfe da oltre 80 anni si
impegna a garantire dei procedimenti di richiesta d’asilo giusti, perseguendo
anche l’obiettivo di far partecipare i richiedenti asilo alla convivenza
economica e sociale in Svizzera- Concretamente la Schweizerische
Flüchtlingshilfe organizza campagne di sensibilizzazione, segue analisi sui
paesi d’origine, offre consulenza legale per i richiedenti asilo e segue la
prassi svizzera del diritto d’asilo in modo critico, ma costruttivo.  
Anche in futuro la Schweizerische Flüchtlingshilfe si impegnerà nei
settori sopra menzionati. In particolari per l’SFH è essenziale che i
richiedenti asilo possano venir integrati rapidamente nella società svizzera e
che le prescrizioni della convenzione di Ginevra sui rifugiati vengono
rispettate anche nell’attuale clima politico difficile.
MR:
Che cosa può insegnare la Svizzera ai suoi vicini e che cosa può imparare da
loro riguardo al lavoro con i richiedenti asilo?
JSR:
La Svizzera fa parte del sistema di Dublino-Schengen e di conseguenza deve
attenersi agli accordi contrattuali. Fino ad ora è così che la Svizzera ha
approfittato moltissimo del sistema visto che rinviava i richiedenti asilo agli
stati di Dublino dai quali erano venuti, soprattutto in Italia. La Svizzera non
deve insegnare nulla agli altri. Più che altro dobbiamo far sì che la nostra
tradizione umanitaria di cui spesso si parla venga presa sul serio e riempita
di contenuti.