Una App per aiutare 1.400 bimbi siriani
buonenotizie, 05 Maggio, 2016.
Solo
nel mese di aprile le vittime civili sono 1.041, circa 35 morti ogni
giorno.
E’ scritto nero su bianco nel rapporto redatto dalla “Rete
siriana per i diritti umani”.
Senza considerare poi i ripetuti raid
che hanno colpito gli ospedali uccidendo pazienti e operatori
sanitari. Tutte brutte notizie. Anzi, pessime.
Come aiutare un
popolo, quello siriano, straziato dalla violenza? A volte basta poco.
Come una donazione tramite smartphone, ad esempio.
E così ShareTheMeal rinnova
il suo impegno con una nuova sfida: sostenere un programma alimentare
capace di fornire cibo a ben 1.400 bambini. Destinatari di questa
operazione umanitaria, per un intero anno, sono i piccoli rifugiati
siriani che si trovano a Beirut, in Libano.
Per aiutare questi bambini basta poco:
dopo aver scaricato la app sul proprio telefono – sempre che non
l’abbiate già – è sufficiente qualche secondo per registrasi,
poi un paio di tocchi per donare. Si parte da 50 centesimi di
dollaro.
Una cifra che, in media, è sufficiente a sfamare un bambino
per un giorno.
Prima di sbarcare in Italia nel
novembre scorso, l’applicazione sviluppata dal World food programme
delle nazioni unite (Wfp) – premiata con il “Webby People’s
Voice Award” – era stata sperimentata con successo in paesi come
Austria, Germania, Svizzera.
La risposta fu sorprendente: 120 mila
utenti e oltre 1,7 milioni di pasti donati ai bambini siriani
malnutriti. Negli ultimi cinque mesi circa mezzo milione di persone
hanno aiutato ShareTheMeal ad aiutare i bimbi di Lesotho, Giordania e
Siria.
«Per lo sviluppo fisico e mentale di
questi bimbi sono necessari pasti nutrienti cucinati a casa»
commenta Dominik Heinrich, direttore del Programma alimentare
mondiale delle nazioni unite in Libano. Nel paese ci sono circa un milione di
rifugiati siriani.
Per offrire un’opportunità di salvezza alle
tante famiglie ormai prive di tutto (cibo compreso), ShareTheMeal –
grazie alle donazione tramite app – offrirà voucher alimentari ai
genitori dei bambini, che così potranno acquistare gli alimenti che
preferiscono per i loro figli direttamente nei negozi locali.